Milano, 16 aprile 2014 - La pagina che le è stata dedicata sta spopolando su Facebook, tanto che in un soffio ha raccolto quasi 10mila “mi piace”. Un numero che sorprende, se si tiene conto che non si tratta né di un personaggio del mondo dello spettacolo né di un affermato sportivo, ma di un’immagine sacra: un antico dipinto raffigurate la Madonna con Bambino, oltretutto sconosciuto ai più finché non è approdata sul social.

Il successo dell’icona, che ha superato nei Like le pagine di altre più famose, come quella del Divino Amore a Roma o di Medjugorje, potrebbe avere una ragione collegata all’attualità.

E’ stata infatti ribattezzata “Madonna dei debitori” dal proprietario, lo psicologo e artista romano Gilberto Di Benedetto, da tempo impegnato in una battaglia culturale sui temi delle banche e del debito.
Circa 10 anni fa, Di Benedetto acquistò una grotta nei pressi della piazza di Bassano Romano, durante i lavori di restauro venne alla luce un’antica urna di legno cosparsa di pece, al cui interno c’era una tela raffigurante la Madonna con la fronte e le labbra macchiate di sangue, che tiene nella mano destra tre rose bianche, mentre con la sinistra sorregge il Bambino, il cui capo è circondato da un’aureola particolare.
Il dipinto, datato tra il 1500 e il 1700, era tutto sommato in discrete condizioni, probabilmente perché protetto dall’urna che lo racchiudeva. Tuttavia è stato sottoposto a un lungo e complesso restauro dorato oltre 3 anni. In un primo momento, suggestionato dal sangue che sgorga dalla fronte e dalle labbra della Vergine, Di Benedetto lo chiamò Madonna del Sangue.

Successivamente, però, lo ribattezzò con il nome di Madonna dei debitori. "E’ stata un’ispirazione - spiega - nata dall’osservazione dalle grandi sofferenze inferte alla gente, all’Italia e al mondo dal meccanismo dei debiti’’.

Un nome, Madonna dei debitori, che non appena è stato diffuso sul Web ha attratto l’attenzione di migliaia di persone, che hanno postato sulla pagina facebook altrettanti messaggi per denunciare la difficile situazione economica in cui vivono e, soprattutto, per accusare il sistema bancario.