San Paolo (Brasile), 28 giugno 2010 - "Rivedremo la manovra". È molto sintetico ma altrettanto importante il messaggio che Silvio Berlusconi fa arrivare dal Brasile alle Regioni che insorgono contro i tagli previsti dalla manovra e chiedono un incontro con il premier. Al suo arrivo a San Paolo, il presidente del Consiglio dedica poche ma decisive battute alla questione sollevata da Roberto Formigoni e aggiunge a quel "rivedremo la manovra" quello che appare come un invito a tornare in altra sede su un argomento così delicato. "Vediamo, ma adesso siamo qui", e dunque, fa capire, questioni come queste vanno rimandate al ritorno in Italia per la messa a punto.

CONTRO I GIORNALI ITALIANI

"Bisognerebbe fare uno sciopero per insegnare ai nostri giornali a non prendere in giro i loro lettori". Lo sfogo che Silvio Berlusconi consegna ai giornalisti al suo arrivo a San Paolo è riferito alle cronache dei lavori del G8 e del G20 dai quali la delegazione italiana giunta in Brasile è reduce.


Ma le parole del presidente del
Consiglio non sono evidentemente circoscritte ai servizi sui summit internazionali dal momento che è lo stesso Berlusconi a precisare che "la disinformazione" che lo porta ad avanzare questa ‘provocazione' è in corso "da molti giorni, da molti mesi a questa parte".

Una posizione che ha ribadito anche nell'incontro con gli  imprenditori italo-brasiliani a San Paolo tornando ad invocare uno sciopero dei lettori: il premier ha nuovamente accusato i giornali che ‘’raccontano solo frottole, disinformano totalmente e danno una versione capovolta della realta’: l’informazione che disinforma e’ una ferita nella nostra vita sociale’’. Sono ‘’una vittima perche’ mi attribuiscono virgolettati che non ho mai ne’ detto ne’ pensato’’, ha aggiunto.

LA BARZELLETTA

Silvio Berlusconi dichiara di soffrire di mancanza di memoria e per farlo racconta una barzelletta agli imprenditori italiani e brasiliani che stasera ha incontrato a San Paolo: ‘’stamani in albergo volevo farmi una ciulatina con una cameriera. Ma la ragazza mi ha detto: ‘presidente, ma se lo abbiamo fatto un’ora fa’...’’’. Risate in sala e postilla del cavaliere: ‘’diffidate di chi non sa ridere, diffidate...’’

 

LE SPESE DELLE REGIONI

"Ho messo in questi giorni il naso nelle spese delle Regioni e ne ho provato un profondo brivido alla schiena. C’è sicuramente il modo di risparmiare". Alla fine di una lunga giornata, Silvio Berlusconi incontra la comunità imprenditoriale italiana in Brasile e conferma la necessità di rigore sul fronte delle Regioni. Il presidente del Consiglio ricorda che "nel nostro Paese ci sono centomila persone che vivono con la politica", e dunque c’è il margine per ridurre i costi anche se "tutti sappiamo che non si può chiedere ai capponi di anticipare il Natale".


Berlusconi avanza anche una battuta sulla possibilità di ridurre il numero dei parlamentari, "dal momento che in parlamento basterebbero duecento persone da una parte e cento dall’altra per fare lo stesso lavoro senza contare che così si litigherebbe anche di meno". Parlando della necessità dei tagli e di una politica di rigore per i conti pubblici, Berlusconi dedica anche una battuta al ruolo di Giulio Tremonti: "l’ottimo Tremonti è capace di dire di no, una grande qualità che io non posseggo e per questo è utile in questi frangenti". 

 

GIUDICI 'METASTASI'

Silvio Berlusconi torna ad attaccare sul fronte della giustizia e sui limitati poteri che il sistema, dal punto di vista del presidente del Consiglio, attribuisce all’inquilino di Palazzo Chigi. Berlusconi ripete che "il potere che hanno certi giudici è la metastasi del sistema attuale" e torna a riferirsi a quel percorso istituzionale per il quale "il parlamento vota leggi e se non piacciono ai pm di Magistrature Democratica vengono impugnate e la Corte Costituzionale, dove undici componenti sono di sinistra e quattro di destra, le abroga regolarmente".


Non è l’unica riflessione che Berlusconi dedica al tema, nel corso del suo incontro con gli imprenditori italiani in Brasile. "Abbiamo in Italia un sistema fiscale e burocratico che non può certo essere preso a modello, tanto è vero che stiamo lavorando per ammodernarlo, cosa che facciamo anche sulla giustizia, una spina nel fianco della nostra civiltà". 

Malgrado la ‘’struggente invidia per chi puo’ andare a godersi i frutti del suo lavoro, io devo rimanere a governare per almeno altri tre anni: me ne andro’ solo quando saro’ riuscito a fare del mio Paese un Paese veramente democratico’’ ha detto  ancora Berlusconi a San Paolo, riferendosi in particolare alla ‘’metastasi’’ del potere passato dalle mani dei cittadini a quello di ‘’certi giudici’’.