Roma, 30 giugno 2011 -  Riduzione a cinque dei tributi statali (imposte sui redditi, sul valore aggiunto, sui servizi ed accisa), riduzione a tre sole aliquote per il prelievo sui redditi personali (20%,30%,40%), semplificazione degli adempimenti tributari, agevolazioni specifiche per l’attuazione di investimenti esteri, alla razionalizzazione delle agevolazioni esistenti per una loro concentrazione in regimi di favore essenzialmente su natalità, lavoro e giovani, graduale eliminazione dell’Irap. E’, in sintesi, il disegno di legge delega della riforma fiscale (da portare a compimento in tre anni) approvata dal Cdm.

 

- TRE ALIQUOTE IRPEF: Tre aliquote Irpef, del 20%, 30% e 40%. Che saranno finanziate, tra le altre voci, anche attraverso l’eliminazione di alcune agevolazioni fiscali. Criterio base della delega è quello di applicare queste aliquote su di un imponibile per quanto possibile non eroso dai regimi fiscali che, nel corso degli anni, sono stati introdotti per indirizzare le scelte e i comportanti del contribuente verso obiettivi che lo Stato considerava costruttivisticamente meritevoli, lasciando invece alle persone e alle famiglie liberta’ di scelta in ordine all’uso del loro denaro.

 

Il governo è delegato a eliminare o ridurre in tutto o in parte i regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale. Ulteriori forme di copertura saranno progressivamente costituite dai proventi derivanti dalla riduzione dell’evasione fiscale, dal riordino delle attivita’ finanziarie, dallo stanziamento dell’asse del prelievo dal reddito a forme di imposizione reale, da economie nel comparto della spesa pubblica.

 

- REVISIONE GRADUALE IVA: non c’e’ l’incremento dell’Iva dell’1% sulle aliquote piu’ alte, nel ddl delega della riforma fiscale, come invece ipotizzato da alcune indiscrezioni. La riforma dell’imposta sul valore aggiunto si articola attraverso una revisione graduale delle attuali aliquote, tenendo conto degli effetti inflazionistici prodotti da un aumento.

 

L’adeguamento dell’Iva dovrà essere effettuato attraverso un coordinamento con il sistema dell’accisa, in modo da ridurre gli effetti di duplicazione. Ci dovra’ essere la razionalizzazione dei sistemi speciali in funzione della particolarita’ dei settori interessati anche evitando le distorsioni applicative della cosiddetta Iva di gruppo. Infine viene stabilita la semplificazione degli adempimenti formali.

 

- IMPOSTA SERVIZI: La riforma dell’imposizione sui servizi si articola concentrando e razionalizzando in un’unica obbligazione fiscale e in un’unica modalita’ di prelievo sette tributi. In particolare i tributi che che confluiranno nell’imposta di servizio sono: l’imposta di registro, le imposte ipotecarie e catastali, l’imposta di bollo, la tassa sulla concessioni governative, la tassa sui contratti di borsa, l’imposta sulle assicurazioni, l’imposta sugli intrattenimenti.

 

- IRAP: Graduale eliminazione dell’Irap, che arriverà attraverso uno o più decreti legislativi emanati dal governo. L’eliminazione dell’imposta dovra’ avere come priorita’ la ‘’base imponibile del costo del lavoro. La progressiva riduzione dell’Irap compensata, d’intesa con le regioni, da trasferimenti o da compartecipazioni. Restano salve eventuali anticipazioni del fabbisogno.

 

- ACCISE: La riforma del sistema delle accise è improntata a criteri di efficienza e ottimalita’. Le singole accise sono gradualmente determinate e coordinate con l’imposta sui consumi, in modo da ridurne l’incidenza sui prodotti essenziali e correggerne gli effetti esterni negativi su ambiente, salute e benessere. Il coordinamento con le altre forme di imposizione, inoltre evita gli effetti viziosi di moltiplicazione dell’imposta’’.

 

- COMMISSIONE: Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge viene istituita una commissione composta da 15 senatori e 15 deputati, nel rispetto della proporzione esistente tra i guppi parlamentari.