Roma, 12 luglio 2011 - Le Borse europee chiudono in calo, mentre Milano e Lisbona, in controtendenza, rimbalzano e rifiatano. Piazza Affari termina la sua corsa in rialzo dell’1,18% a 18.510,53 punti, dopo aver perso oltre il 4% nella fase iniziale.

 

Il recupero di Milano è stato favorito dalla chiusura largamente positiva dei titoli bancari, molto penalizzati ieri: Azimut ha segnato un aumento finale dell’8,11%, Bpm del 7,32%, Unicredit del 5,89%, Ubi del 5,52%, Monte dei Paschi del 5,20%, Intesa SanPaolo del 3,34%.  Al di fuori del settore del credito, molto bene Fiat, il cui titolo è salito del 3,65%.

 

In flessione gli altri listini del Vecchio Continente, che risentono della crisi del debito europeo, mentre a Bruxelles i leader europei non escludono piu’ un default selettivo della Grecia.

 

"IRLANDA SPAZZATURA" - Nel frattempo, l’agenzia di rating Moody’s ha nuovamente abbassato il rating sul debito sovrano dell’Irlanda di un gradino portandolo a ‘Ba1’ da ‘Baa3’, considerato livello ‘spazzatura’ (junk) con ‘outlook’ negativo. Secondo l’agenzia di rating l’Irlanda avra’ bisogno di nuovi aiuti prima di poter tornare sul mercato internazionale dei capitali per potersi finanziare.

 

L’Italia, invece, ha ancora accesso al mercato del debito e quindi per Moody's non può essere considerata nella stessa situazione dell’Irlanda, che secondo gli analisti di Moody’s si trova in una situazione simile a quella di Grecia e Portogallo

 

LA GIORNATA A PIAZZA AFFARI

 

"CALANO VENDITE ALLO SCOPERTO" - I dati comunicati alla Consob sulle posizioni nette e corte superiori allo 0,2% in ogni società quotata confermano che le vendite allo scoperto hanno avuto un impatto marginale sull’andamento del mercato. In totale, all’autorità di Borsa sono arrivate circa 60 segnalazioni su una quarantina di società italiane, di grande e media capitalizzazione, prevalentemente nel settore manifatturierio. A colpire è che le banche sono solo due e non delle maggiori.
 

UNICREDIT: "NON CI SENTIAMO SOTTO ATTACCO" - “Non ci sentiamo sotto attacco particolare”. Così l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, commenta le giornate nere vissute dal titolo in Borsa nei giorni scorsi. “Il nostro titolo - ha detto incontrato la stampa al termine di una riunione del CdA della banca - è molto liquido e si presta a operazioni di ‘short selling’ ma è in grado di sopportare volumi importanti”.
 

 

SI RIDUCE LO SPREAD - Continuano ad attenuarsi le tensioni sui titoli di Stato dell’Italia, facendo rientrare il differenziale (spread) di rendimento dei Btp decennali rispetto ai bund al di sotto dei 300 punti base, o 3 punti percentuali. Questo dopo che il paese ha efficacemente effettuato un’asta di Bot a un anno - la cui attesa aveva alimentato l’apprensione - e mentre sulla manovra di risanamento dei conti pubblici si profila un iter parlamentare accelerato, che dovrebbe consentirne l’approvazione entro la fine della settimana, forse perfino venerdì.

 

Nel pomeriggio i rendimenti sui Btp decennali si ridimensionano al 5,62 per cento, laddove in mattinata erano arrivati a superare la soglia psicologica del 6 per cento per la prima volta dal lancio dell’euro.

 

In questo modo si è moderato anche il divario di rendimento tra Btp e bund, i titoli della Germania che fanno da riferimento per tutte le emissioni dell’area euro: da oltre 343 punti base toccati in mattinata (punta di 347), anche in questo caso un nuovo massimo, nel pomeriggio lo spread si attenua a 299 punti base.

 

Materialmente significa che per trovare acquirenti, i Btp devono offrire un rendimento di 2,99 punti percentuali superiore ai tedeschi. In queste emissioni i tassi retributivi sono inversamente proporzionali al prezzo: se questo cala i rendimenti ne risultano rafforzati, e viceversa.

 

Come spesso capita in queste fasi di attenuazione delle tensioni, precedentemente alimentate da manovre speculative, dalle sale di trading circolano ipotesi di interventi della Bce.

 

“Si sarebbe mossa per calmare gli spiriti, acquistando titoli di Italia e Spagna e questo ha contribuito a moderare il mercato”, ha affermato Jean-Louis Mourier, analista della società Aurel.

 

Effettivamente la Bce ha ancora in piedi un programma di acquisti di titoli di Stato, che in passato ha utilizzato ma sempre e soltanto con manovre mirate sui segmenti di mercato sotto alto stress. Peraltro l’istituzione non ha mai fornito i dettagli sulle nazionalità dei bond che acquista. Ad ogni modo fornisce un aggregato generale sulla mole di questi eventuali acquisti di bond nella settimana successiva alle operazioni, e da diverse settimane riporta operazioni pari a zero.

 

ASTA BOT - Si è chiusa l’asta di Bot da 6,75 miliardi di euro. In deciso aumento i rendimenti, saliti al 3,67% dal 2,147% precedente.

 

In calo la domanda nell’asta odierna dei Bot annuali da 6,75 miliardi. Il rapporto fra domanda e offerta è risultato infatti pari a 1,55 contro quota 1,71 dell’asta precedente.

 

EURO RECUPERA - L’euro chiude sotto quota 1,40 dollari ma in ripresa dai minimi di giornata, mentre proseguono i timori per la crisi del debito europeo. La moneta unica passa di mano a 1,3980 dollari, dopo aver toccato un minimo da 4 mesi di 1,3835 dollari. Per il secondo giorno consecutivo il franco svizzero schizza al livello record di 1,1552. Euro/yen a 111,15 e dollaro/yen a 79,49. A Bruxelles i leader europei non escludono piu’ la possibilita’ di un default selettivo del debito greco.