Roma, 28 luglio 2011 - "E’ molto importante il documento presentato dalle parti economiche e sociali, credo che questa iniziativa possa essere iniziativa - la costituzione di un Fondo Strategico Italiano - possa essere inserita in questa visione e in questa logica". Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che poi aggiunge: "Ci sono due grandezze rilevanti per l’economia: il Pil e il bilancio della Stato. Il bilancio dello Stato si fa per legge, il Pil non si fa per legge".

 

Capitolo Borse. "E’ una questione europea che in questo momento si confronta con il dollaro e tutto va visto nell’insieme", spiega commentando l’attacco speculativo dei mercati osservabndo "come Europa abbiamo gestito la Grecia in modo complicato e ci aabbiamo messo mesi per coinvolgere il Fondo Monetario".

 

"Non è solo una questione di speculazione" che "ha certo una funzione di innesco e spinta" ma "c’è una questione di fiducia su una moneta basata certo sul mercato comune ma su 17 governi, 17 parlamenti e 17 opinioni pubbliche" . Secondo il ministro "quanto abbiamo visto nell’ anno passato è la complessità di mettere insieme soggetti e aggregati diversi".
 

 L'APPELLO DELLE PARTI SOCIALI - Imprese e sindacati lanciano un appello comune al governo, inedito e dai toni drammatici, chiedendo subito un Patto per la crescita, per dare un segnale di discontinuità ed evitare che la dinamica dei mercati finanziari porti a una situazione insostenibile per il paese.

 

"Guardiamo con preoccupazione al recente andamento dei mercati finanziari”, affermano Confindustria, Abi, Rete imprese Italia, Alleanza cooperative, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Confapi. "Il mercato - sottolineano le parti sociali - non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell’Italia. Per evitare che la situazione italiana divenga insostenibile occorre ricreare immediatamente nel nostro paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari, con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori".

 

Per questo “si rende necessario un Patto per la crescita che coinvolga tutte le parti sociali. Serve una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti e una discontinuità capace di realizzare un progetto di crescita del Paese in grado di assicurare la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione”.

 

L’appello, da cui si è dissociato il leader della Uil Angeletti nonostante la firma in calce all’appello ( “è un comunicato - ha detto . che in altri tempi si sarebbe definito in puro stile doroteo: non appartenendo questo stile al nostro patrimonio culturale, in quel comunicato non possiamo riconoscerci”) è stato fatto proprio dalle opposizioni, Pd e Idv in testa, che hanno chiesto le dimissioni del Governo Berlusconi.

 

"Mi è sembrata - ha commentato il segretario del Pd Pierluigi Bersani- una novità importante sia dove segnalano i problemi che abbiamo, sia dove si segnala una richiesta d discontinuità: dare a questa fase di gestione dell’Italia un carattere di novità”. E “questa è la risposta che possiamo dare a noi stessi e ai nostri mercati: è su questo che bisogna lavorare".

 

BERSANI - "Di fronte a ciò che sta accadendo sui mercati, con tutti i rischi che questa tempesta finanziaria comporta per l’Italia, e ai problemi che ha di fronte l’economia del nostro Paese a causa della scarsa crescita e della perdita dei posti di lavoro, è davvero indispensabile che il presidente del Consiglio venga a riferire in Parlamento e accetti che finalmente si apra un dibattito sulla reale situazione dell’Italia e su come uscire dalle difficoltà". Lo afferma in una nota il segretario del Pd, Pierluigi Bersani.

 

"Il Governo finora non ha mai risposto alle nostre ripetute richieste e alle proposte che il Partito democratico ha presentato in Parlamento, a Bruxelles e alle parti sociali nel corso degli ultimi mesi. Non è stato in grado di dare una risposta vera ai problemi e anzi ha varato una manovra iniqua che rischia di aggravarli scaricando tasse e tagli dei servizi sui ceti medi e bassi. Dopo mesi di latitanza, abbiano almeno la decenza di riconoscere le priorita’ del Paese, che non sono il processo lungo ma la crisi dell’economia".