Milano, 2 agosto 2011 - Ancora una seduta negativa per Piazza Affari: l’indice Ftse Mib ha chiuso in perdita del 2,53% a 17.272 punti. Ma a chiudere in forte calo sono tutti i principali mercati europei, che continuano a soffrire per le tensioni legate al debito di alcuni paesi dell’area euro, tensioni che non sono state alleviate dall’intesa sull’innalzamento del tetto dell’indebitamento raggiunta in extremis a Washington. Il Dax di Francoforte cede il 2,15% a 6.804,63 punti, il Cac 40 di Parigi arretra dell’1,52% a 6.804,63 punti, l’Ibex di Madrid lascia sul terreno l’1,9% a 9.140,9 punti. Limita i danni Londra, con l’Ftse 100 che segna -0,71% a 5.733,49 punti. Tonfo di Atene, giù del 3,37% con l’Ase a quota 497,83.

 

L’indice Stxe 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto l’1,92% finale, che equivale a 100 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola giornata.

 

TITOLI DI STATO - Nuovo record per lo spread tra Btp e Bund tedeschi. Il differenziale, sotto pressione già da ieri, ha superato anche la soglia dei 380 punti base: il differenziale di rendimento si è ampliato a 385 punti, con il tasso del Btp a 10 anni è salito al 6,23%. Poi il dato si è stabilizzato a 372 punti.

 

UE: FIDUCIA NELL'ITALIA - "Confidiamo molto nella determinazione dell’Italia e della Spagna nel riportare le loro economie sul giusto binario. Siamo pienamente fiduciosi", ha detto una portavoce della Commissione Ue oggi a Bruxelles durante un incontro con la stampa. "Entrambi i paesi stanno prendendo le misure necessarie", ha aggiunto la portavoce Chantal Hughes. La Commissione rassicura poi affermando che non ci sono piani di salvataggio dell’area euro allo studio per il Belpaese, così come non ci sono su Spagna e Cipro.

 

Intanto il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha annunciato con una nota che incontrerà domani in Lussemburgo il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il colloquio inizierà alle 09:50 ora italiana.

 

NEW YORK - Gli indici di Wall Street appesantiscono le perdite dopo il voto del Senato per approvare il piano per l’innalzamento del tetto del debito pubblico americano. Il Dow Jones scende sotto la soglia dei 12mila punti e si attesta in calo dell’1,18% a 11.989,26 punti, mentre il Nasdaq arretra dell’1,31% a 2.708,05 punti e lo S&P 500 lascia sul terreno dell’1,46% a 1.267,37 punti. E in chiusura il Dow Jones scende ancora, perdendo il 2,18%, mentre il Nasdaq cede il 2,75%. Lo S&P 500, invece, lascia sul terreno il 2,55% a 1.254,18 punti.

 

ASIA - Seduta di vendite sulla Borsa di Tokyo. I listini sono stati penalizzati dai nuovi timori sulla tenuta della crescita economica globale e in particolare dal caro yen, che penalizza gli esportatori. Il Nikkei ha perso l'1,21% a 9.844,59 punti, mentre l'indice Topix ha ceduto lo 0,91% a 843,96 punti. Tra gli operatori cresce il numero di chi ritiene probabile un intervento delle autorita' per contrastare l'apprezzamento dello yen. Nessuna delle Borse asiatiche che ha chiuso ha registrato indici positivi: Taiwan -1,34% - Seul -2,35% - Sidney -1,43% - Bangkok -0,43% 

 

"SISTEMA BANCARIO SOLIDO" -  Il sistema bancario e finanziario italiano “è solido, grazie anche all’azione tempestiva di rafforzamento delle condizioni patrimoniali e di liquidità delle banche”. E’ quanto si legge nel comunicato conclusivo della riunione del Comitato di stabilità finanziaria che si è riunito oggi al Tesoro con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e i rappresentanti di Bankitalia, Consob e Isvap.

 

Sull’Italia “si riflettono tensioni derivanti da incertezze internazionali”, ma la situazione dei mercati sarà costantemente monitorata. “Il Comitato - si legge nel comunicato - ha convenuto sull’opportunità di continuare a mantenere sotto costante osservazione la situazione”.

 

 SCHEDA / ECCO COSA STA SUCCEDENDO - Ai vari fattori allarmistici che si fanno sentire da settimane si aggiunge ora il crescente timore di una ripresa economica potrebbe arrestarsi nelle economie avanzate. Uno scenario che si è rafforzato ieri dopo indicazioni ben più deboli del previsto dalle indagini sull’attività dell’industria manifatturiera Usa di luglio: come evidenziato da una inchiesta analoga sull’area euro la crescita si è quasi azzerata.

 

Una crescita economica più debole implica meno entrate fiscali mentre si devono aggiustare i conti pubblici, e mentre già da settimane sulle prospettive di diversi paesi dell’area euro pesavano in negativo le paure dei rischi di contagio della crisi di bilancio che ha già coinvolto Grecia, Irlanda e Portogallo. La disputa parlamentare negli Usa sull’aumento ai limiti del debito pubblico - che con un accordo dell’ultimo minuto si spera abbia evitato i rischi di una insolvenza sui pagamenti della prima economia globale - non ha fatto che accentuare il clima allarmistico.
 

 

Questo quadro premia con acquisti le attività ritenute più solide e sicure, come i titoli di Stato di Germania e Usa, rispettivamente i Bund e i Treasuries, e all’opposto penalizza con vendite i segmenti su cui si percepiscono rischi, come i bond di Italia e Spagna. Il tutto provoca nuovi ampliamenti dei differenziali di rendimento tra le emissioni dei vari paesi, chiamati in gergo finanziario 'spread'. Su questi titoli i tassi retributivi sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo: se questo cala a causa di vendite i rendimento ne risultano aumentati, e viceversa.