Roma, 5 ottobre 2011 - Piazza Affari ha chiuso la seduta in forte rialzo: il Ftse Mib ha guadagnato il 3,94% a 14.805 punti. Seduta sprint anche per le altre principali Borse europee dopo le forti perdite di ieri: a Francoforte il Dax ha guadagnato il 4,91%, a Parigi il Cac40 il 4,33%, a Londra il Ftse 100 il 3,19%.

 

I mercati azionari hanno dato per scontato il downgrade di Moody’s sul debito italiano e crescono soprattutto i titoli delle materie prime, grazie al rialzo mondiale dei prezzi delle commodities, e delle banche.

 

Anche lo spread non risente di Moody's. il differenziale tra Btp e Bund si restringe a 370,7 punti base contro i 375 punti della chiusura di ieri. Il differenziale tra i titoli decennali spagnoli e tedeschi si è ridotto a 326,3 punti, mentre quello dei titoli del Belgio resta sopra i 200 punti base (216,8). 

 

L'UE - Sull’Italia la "Commissione Ue mantiene il suo giudizio", secondo il quale "il Paese ha preso seri impegni di consolidamento fiscale che vanno nella giusta direzione, e che le permettono di arrivare al pareggio di bilancio nel 2013": lo ha detto un portavoce della commissione Ue commentando il taglio del rating.

 

ALLARME DEL FMI - Il Fondo monetario internazionale sprona l’Europa ad attivare politiche di rilancio, mentre è ormai più che urgente trovare una soluzione strutturale alla crisi sui debiti pubblici. E con un documento consegnato alla commissione europea, alla vigilia della riunione del direttorio della Bce, il Fmi chiede anche di interrompere l’inasprimento sulla politica monetaria. Il fondo monetario internazionale ha avvertito che non si può escludere una ricaduta in recessione dell’economia mondiale nel 2012.

 

In Italia e Spagna - dice il Fmi - "i più elevati costi degli interessi sul debito sovrano", assieme alle misure di risanamento dei conti pubblici e alle "aumentate tensioni sulle banche" costituiranno "ostacoli ulteriori su una attività già modesta". Antonio Borges, direttore per il dipartimento dell'Europa, osserva  che "il problema dell’Italia è un problema di crescita, ma i conti pubblici sono buoni, non sono mai stati meglio di ora". Borges ha ricordato che l’Italia "ha un avanzo primario persino migliore di quello della Germania".


"Sarebbe molto importante - continua Borges - che il governo italiano facesse al più presto un annuncio di misure per promuovere la crescita". E osserva: "E’ fondamentale che la determinazione mostrata dal governo italiano per migliorare i conti pubblici venga applicata anche per la crescita. Molte riforme in Italia potrebbero liberare un enorme potenziale".

 

Secondo Borges le banche europee hanno bisogno tra i 100 e i 200 miliardi di euro per riguadagnare la fiducia del mercati. Borges assicura che il Fmi "parteciperà sicuramente" a un secondo piano di aiuti per la Grecia, se Atene dimostrerà di voler veramente risolvere i propri problemi. In futuro - ha aggiunto il reponsabile per l'Europa del Fmi - è possibile che il Fondo monetario internazionale intervenga a sostegno anche di Italia e Spagna, oltre che dei paesi dell’Eurozona sottoposti ai programmi di austerità e risanamento finanziario (Grecia, Irlanda e Portogallo), affiancando il Fondo nuovo salva-Stati (Efsf).

 

MERKEL - L’Italia "deve rispettare i suoi impegni e applicare le decisioni che ha preso" perché "ha tutte le possibilità di riconquistare la fiducia dei mercati". Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in una conferenza stampa al Parlamento europeo di Bruxelles. "Ogni paese europeo - ha aggiunto - può riconquistare credibilità se mette in pratica le misure" economiche.

 

La Germania, ha detto la Merkel, è pronta a ricapitalizzare le banche se sarà necessario:. "Penso che sia importante, se c’è una visione generale sul fatto che le banche non sono sufficientemente capitalizzate per l’attuale situazione di mercato, che lo si faccia", ha osservato. La Merkel ha poi ribadito che "la Grecia deve restare nella zona euro", sottolineando che Atene "ha bisogno di aiuto per ritrovare la via della crescita". La cancelliera ha detto che se fosse necessario per affrontare la crisi i trattati dell’Unione europea potrebbero essere cambiati: "La modifica dei trattati non deve essere un tabù".

 

NAPOLITANO - "La sfida che investe oggi l’eurozona è parte delle tensioni che attraversano l’intera economia mondiale. Essa richiede rigore e disciplina nel governo delle economie europee, ma richiede anche solidarietà, coesione, attenta e coordinata governance di tutta la comunità internazionale”. E’ quanto afferma tra l’altro il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio augurale inviato al ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, alle autorità e agli illustri partecipanti, in occasione della Conferenza Italia-America Latina e Caraibi, che si apre oggi a Roma.

 

"L’America latina, ricca di energie e di potenziale umano e economico, può giocare un ruolo importante nel prevenire - sottolinea - una bufera economica e sociale devastante per tutti. Confido che dai vostri lavori possano emergere nuovi filoni di pensiero e d’azione lungo i quali sviluppare relazioni ancor più fruttuose tra l’Italia e l’America latina e caraibica". 

 

CONFINDUSTRIA - "L’Italia deve cambiare il modo di affrontare la crisi, perché c’è la necessità di recuperare credibilità". Lo ha detto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, intervenendo a un convegno alla Luiss, commentando il tagli del rating. "Il nostro è un atteggiamento serio e responsabile - ha aggiunto parlando delle proposte avanzate da Confindustria -. Siamo molto preoccupati ma abbiamo la speranza che l’Italia possa ancora farcela". Secondo la leader degli industriali, inoltre, "bisogna agire in fretta e senza demagogia, senza colpire chi crede che dal dibattito serio fra diverse forze politiche e sociali possano nascere soluzioni".

MOODY'S DECLASSA 30 ENTI LOCALI - Dopo il declassamento del rating nazionale, l’agenzia Moody’s ha abbassato anche i rating di lungo termine di 30 enti locali italiani, con outlook negativo.

Le province autonome di Trento e Bolzano, la Cassa del Trentino e la Lombardia scendono ad Aa3 dal precedente Aaa, con outlook negativo. Con questo, si legge in una nota dell’agenzia di valutazione del credito statunitense, si conclude la procedura di revisione per l’Italia iniziata il 21 giugno. “Il deterioramento dell’affidabilita’ creditizia - recita la nota di Moody’s - e le misure di austerita’ imposte dal governo centrale andranno a impattare in varia misura sugli enti locali. In Italia - prosegue Moody’s - il settore pubblico locale conta per circa il 30% della spesa complessiva dello Stato e deve contribuire allo sforzo che il paese deve fare per raggiungere gli obiettivi di consolidamento dei conti pubblici, attraverso i tagli e la stretta fiscale.

A seguito della revisione che si e’ conclusa oggi - spiega Moody’s - i rating degli enti locali italiani si possono suddividere in tre fasce: enti con rating superiori a quello nazionale; enti con rating uguale a quello nazionale ed enti con rating piu’ basso di quello nazionale. Il declassamento di 3 punti deciso per l’Italia e’ stato riservato anche alle province autonome di Trento e di Bolzano, alla Cassa del Trentino e alla Regione Lombardia, che si trovano tutti al di sopra del rating nazionale. Bolzano e Trento sono state declassate ad Aa3 con outlook negativo, dal precedente rating di Aaa. Scendono ad A2, lo stesso rating nazionale, le regioni Basilicata, Liguria, Marche, Umbria, che venivano da Aa3; le regioni Toscana e Veneto, che avevano Aa2; le province di Firenze, Milano e Torino, che avevano in precedenza Aa3, cosi’ come le citta’ di Milano e Venezia, mentre Siena scende sempre ad A2 da Aa2; sul rating nazionale di A2 si colloca anche Finlombarda che aveva in precedenza Aa2.

Moody’s ha poi abbassato di due punti i rating di un ulteriore gruppo di enti locali il cui livello di valutazione si colloca al di sotto di quello nazionale, una fascia in cui il quadro gia’ deteriorato si e’ vieppiu’ appesantito con le decisioni del governo. Il gruppo comprende nove regioni una provincia e tre citta’: Abruzzo scende a Baa1 da A2; Calabria a Baa2 da A3; Campania a Baa2 da A3; Lazio a Baa2 da A2; Molise a Baa1 da A2; Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia scendono tutte ad A3 dal precedente rating di A1, cosi’ come la provincia di Rieti; la citta’ di Civitavecchia scende a Baa1 da A2; Firenze ad A3 da Aa3 e infine Napoli a Baa3 da Baa1.

Passando alle motivazioni piu’ specifiche, Moody’s ha mantenuto un occhio di riguardo per le province autonome di Trento e Bolzano e per la Cassa del Trentino, per “il loro esclusivo status costituzionale che dovrebbe continuare a isolare questi enti dalla debolezza del quadro nazionale. Pur se le misure di austerita’ toccheranno anche loro, Moody’s prevede che le province di Trento e Bolzano godano di un’eccellente performance finanziaria e di una flessibilita’ fiscale molto alta, fattori che verranno mantenuti. La Lombardia, per contro, non gode di uno statuto speciale e questo non la isola dall’esposizione finanziaria nazionale. Tuttavia, la regione beneficia della base economica piu’ ampia e diversificata del paese, che genera il 20% del pil italiano e dovrebbe mantenere una forte performance di bilancio e bassi livelli di debito.

Per quanto riguarda, invece, il gruppo degli enti che hanno avuto lo stesso rating di quello nazionale, vale a dire A2, Moody’s ritiene che questi soggetti non abbiano delle caratteristiche particolari che possano supportare una valutazione piu’ alta di quella del paese. I legami con lo Stato mette questo gruppo allo stesso livello di rischio dell’Italia anche se si tratta di enti con basi economiche ricche e pratiche di governo buone e finanze in buona salute.

Pure, questi enti restano dipendenti dai trasferimenti e dalle decisioni assunte in sede centrale di governo, che mantiene un alto grado di controllo sul settore attraverso la legislazione.

Gli enti che hanno avuto un rating piu’ basso di quello nazionale comprendono soggetti che scontano l’aumento della pressione fiscale su bilanci gia’ in sofferenza, pur con differenze di capacita’ economica, finanziaria e istituzionale che si traducono in una diversa possibilita’ di affrontare un quadro operativo in deterioramento e di assorbire l’impatto delle misure di austerita’.

MOODY'S ABBASSA IL RATING DELLE 'BIG' ITALIANE - Abbassati dall’agenzia Moody’s i rating delle “big” dell’economia italiana: Poste Italiane, Enel, Terna, Eni, Finmeccanica, Unicredit e Intesa San Paolo.

In particolare Poste Italiane viene retrocessa a A2 da AA2, Enel a A3 da A2. Terna e’ stata retrocessa a A3 da A2. Eni spa e’ stata abbassata a A1 da AA3 e Eni Usa da A1 a A2.

Finmeccanica, outlook stabile, e’ stata declassata a Baa2 da A3. Unicredit passa da Aa3 a A2 mentre Intesa San Paolo da Aa3 a A2. Per quanto riguarda Allianz e Generali, il rating resta invariato mentre l’outlook e’ cambiato da stabile a negativo.