Bruxelles, 27 ottobre 2011 - Le conclusioni del vertice dell’Eurozona contengono un intero capitolo, di quattro paragrafi, in cui si salutano gli impegni presentati dall’Italia riguardo al consolidamento dei conti pubblici (con traguardi scadenzati e molto precisi) e alle riforme strutturali per la crescita, meno dettagliate. “Accogliamo con favore - si legge al punto 6 delle conclusioni - i programmi dell’Italia (leggi il testo integrale della lettera inviata alla Ue) per le riforme strutturali finalizzate a rafforzare la crescita e per la strategia di consolidamento fiscale, così come delineate nella lettera inviata ai presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea ed invitiamo l’Italia a presentare urgentemente un ambizioso calendario per queste riforme”.

 

“Apprezziamo l’impegno dell’Italia - continua il testo - a raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 e un surplus di bilancio strutturale nel 2014, portando ad una riduzione dell’indebitamento pubblico al 113% del Pil nel 2014, così come la prevista introduzione della regola del pareggio di bilancio nella Costituzione entro la metà del 2012”.

 

LA UE: "ATTUARE LE RIFORME" - “Invitiamo l’Italia - si legge ancora nelle conclusioni - ad attuare le proposte riforme strutturali per aumentare la competitività riducendo i vincoli burocratici, abolendo le tariffe minime nei servizi professionali e liberalizzando ulteriormente i servizi pubblici e le utilities”.

 

MERKEL, BARROSO E SARKOZY - Nella conferenza stampa finale, questi quattro traguardi sono stati citati dal presidente della Commissione, José Manuel Barroso, come esempi degli “impegni molto concreti” e “sostanziali”, presi dall’Italia, con “date precise”, che sono stati “approvati da tutti i leader”. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, da parte sua ha definito “notevole” l’impegno di ridurre al 113% rispetto al Pil, entro il 2014, il debito pubblico italiano (oggi al 120%).

 

Il presidente francese Sarkozy ammette che "sì, siamo soddisfatti", perché gli impegni presi da Roma "sono quello che serve". Ora, ha aggiunto Sarkozy, "aspettiamo la loro realizzazione". Anche il presidente della Ue Van Roumpy esprime parere favorevole, aggiungendo che ora si attende un "calendario preciso".

 

DEBITO GRECO - E’ servita tutta una notte ai leader dell’Eurogruppo per arrivare a chiudere con risultati concreti l’atteso vertice per affrontare la crisi dell’Eurozona. Potenziamento del fondo salva-Stati, che disporrà di risorse fino a mille miliardi grazie all’”effetto leva”, ma soprattutto una soluzione per la Grecia, su cui per tutta la giornata si erano susseguite tensioni e che pareva il nodo più complicato da sciogliere. Atene potrà ridurre il suo debito grazie all’impegno degli investitori privati e a un nuovo piano di aiuti. L’accordo con le banche è stato raggiunto per un ‘haircut’ del 50% sul debito sovrano che lo alleggerirà di cento miliardi. Via libera politico all’avvio della trattativa per il secondo prestito di circa 100 miliardi da concludere entro l’anno.

 

OBAMA APPLAUDE - Il presidente Usa Barack Obama promuove "le importanti decisioni dell’Unione Europea che gettano le basi per una soluzione ampia della crisi dell’area euro". In una nota Obama sottolinea che gli Stati Uniti "continueranno a sostenere l’Unione Europea e gli alleati europei nei loro sforzi per gestire la crisi". L’accordo raggiunto a Bruxelles per gestire la crisi del debito va "attuato pienamente e con rapidità", dice Obama, sottolineando che gli Stati Uniti continueranno a "lavorare" con l’Europa per "sostenere la ripresa globale e rimettere la gente al lavoro".

 

NUOVE STOCCATE DI SARKOZY  - Il presidente francese Nicolas Sarkozy torna a parlare in serata, in diretta tv, affermando che "far entrare la Grecia nell’euro è stato un errore", perché "la Grecia entrò con cifre che erano false. Non era pronta"’. Ora, il paese "può salvarsi" grazie "alle decisioni" prese la notte scorsa al vertice di Bruxelles. "Se avessimo lasciato cadere la Grecia, dopo sarebbe toccato all’Italia. E poi sarebbe stata la fine dell’Europa".

 

"PECHINO INVESTE" -  "E’ molto probabile" che la Cina contribuirà all’Efsf con 100 miliardi di dollari. A patto che siano rispettate alcune condizioni: che altri Paesi facciano altrettanto e che i suoi investimenti siano garantiti. E’ quanto rivela il Financial Times citando due alti funzionari di Pechino. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, durante un’intervista su TF1 e France 2, sostiene che la Cina non è indispensabile al salvataggio dell’euro, ma gli europei non hanno motivo di rifiutare i capitali cinesi che verranno investiti in un fondo di salvataggio della eurozona. "Se i cinesi, che hanno il 60% delle riserve mondiali, decidono di investire nell’euro invece che nel dollaro, perché rifiutare?", si è domandato il capo dello Stato aggiungendo che "la nostra indipendenza non sarà rimessa in causa". L’Europa non ha bisogno della Cina per per salvare la sua moneta, ha sottolineato Sarkozy. "La prova è che l’abbiamo salvata senza l’aiuto dei cinesi", ha ribadito.