Londra, 11 novembre 2011 - Fiat Group Automobiles ha disdetto, dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti e "ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto" in tutti gli stabilimenti automobilistici italiani. Lo si apprende da fonti sindacali. Nella lettera inviata da Fiat ai sindacati si fa riferimento a successivi incontri per valutare la situazione e predisporre nuove intese collettive "per assicurare trattamenti individuali complessivamente analoghi o migliorativi rispetto ai precedenti". La disdetta, secondo l’azienda, è una conseguenza dell’entrata in vigore dell’accordo di primo livello che sarà operativo dal 1 gennaio 2012.

POMIGLIANO - Riapre oggi lo stabilimento di Pomigliano d’Arco per avviare la produzione di tremilacinquecento nuove Panda da parte della newco Fiat, Fabbrica Italia Pomigliano, e destinate alla cosiddetta "rappresentanza". Le nuove vetture saranno provate in occasione della presentazione dell’utilitaria alla stampa nazionale ed estera in programma per il 13, 14 e 15 dicembre tra Pomigliano e Napoli, e sono destinate a concessionarie per l’esposizione al pubblico, ma non alla vendita.

Il lancio della vettura, infatti, è previsto per metà febbraio 2012. Per la realizzazione delle auto sono impiegati, al momento, circa 350 lavoratori assunti in Fip da marzo scorso ad oggi e che lavorano sulle catene di montaggio (impianti nuovi e totalmente automatizzati), su un unico turno, dalle 8 alle 17: stamattina, infatti, hanno fatto il loro ingresso al Vico, con le nuove divise della newco, altri 133 lavoratori, che si sono aggiunti ai circa 230 già in fabbrica. Ancora fuori, invece, oltre 4mila lavoratori, che sono in cassa integrazione straordinaria, e che dovrebbero essere assunti nella newco entro il prossimo anno e mezzo: la cig straordinaria per cessazione attività, infatti, resterà in vigore fino a luglio 2013, data entro la quale la Fiat ha annunciato che assorbirà tutto il personale in forza al Giambattista Vico, dove, fino a qualche settimana fa, era prodotto il modello Alfa ‘159’.

LA FIOM ATTACCA - E a proposito dello stabilimento campano il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che ha concluso a Torino l’assemblea regionale dei metalmeccanici Cgil, ha detto: "Estendere l’accordo di Pomigliano a tutti i 72.000 lavoratori del gruppo Fiat non vuol dire solo estendere un brutto accordo, ma porta a modificare la natura stessa della organizzazione sindacale: si passa infatti a una fase di sindacato aziendale e corporativo". Landini ha detto che la convocazione "è nell’aria" ma non c’è ancora una data.

CHRYSLER - Parlando di auto, Marchionne ha detto che l'eventuale fusione tra Fiat e Chrysler non è in agenda nel 2012. L'a.d. Fiat è apparso cauto sui margini per il 2012 malgrado si attenda "un grande anno" per il mercato Usa. Nel 2011 il gruppo, compresa Chrysler, venderà 4,2 milioni di auto nel mondo per arrivare a quota 6 milioni nel 2014. Secondo Marchionne la ricerca di nuovi mercati è fondamentale per sopravvivere nella competizione globale. 

PASSAGGIO SUL GOVERNO - "Con Monti non potremmo avere avuto un candidato migliore'': così ha detto l'ad di Fiat, Sergio Marchionne, incorona il nuovo premier italiano: "Ha l'esperienza per traghettare l'Italia fuori dalle difficoltà", dice parlando a Londra a margine della conferenza annuale degli industriali britannici. " L'unica cosa che può mettere a rischio il tentativo di salvataggio è un'interferenza involuta e irragionevole della politica. E' il momento di fare le persone serie, tutto il resto non importa, il mondo ci sta a guardare. Questa volta niente cavolate''.

Marchionne si chiama fuori da ogni intenzione politica: "Io ministro? Mai", ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se gli fosse piaciuto entrare nel Govern o. In quanto al nuovo esecutivo, "Di dare consigli a Mario Monti non se ne parla proprio. Non gliene ho dati quando era commissario a Bruxelles, figuriamoci ora'' ha detto l'ad di Fiat, sottolineando che "C'è bisogno di un periodo di tempo perché questo governo attui le riforme, spero che Monti resti al governo fino alle prossime elezioni nel 2013".

"Monti ha tutto il sostegno della Fiat e del settore industriale. Ma dobbiamo stare attenti - ha aggiunto - a quello che facciamo, abbiamo rilanciato la Fiat sulla chiara intesa di tenere fede ai nostri impegni. Per quanto riguarda il nostro piano di investimenti in Italia i cambiamenti che spero avvengano nel sistema italiano aiuteranno Fiat a confermare la posizione che ha sempre avuto rispetto alla necessità di riforme. Abbiamo accettato degli scontri che io ritenevo non necessari e lo abbiamo fatto proprio per il bene del Paese e della Fiat. Le condizioni di prima non potevano più garantire la credibilità del sistema ''.

CGIL - "Ancora una conferma del carattere destabilizzante delle scelte che l’azienda continua a compiere, con il fondato timore che il vero obiettivo sia quello di estendere il contratto di Pomigliano costruendo così, per questa via, il contratto nazionale del gruppo". Così il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, commenta la decisione di Fiat di disdettare dal primo gennaio del prossimo anno tutti gli accordi sindacali vigenti. Tale scelta, aggiunge il sindacalista, "porterebbe inevitabilmente all’esclusione di un sindacato fortemente rappresentativo come la Fiom Cgil dall’esercizio dell’attività sindacale negli stabilimenti del gruppo automobilistico. Se così fosse - prosegue - non ci potrebbe che essere la nostra contrarietà: la Cgil è un’organizzazione che continua a credere nel pluralismo sindacale come diritto democratico e costituzionale dei lavoratori che devono continuare ad essere liberi di scegliere e farsi rappresentare dal sindacato che vogliono".

CISL - "La disdetta mette la Fiat in condizione di forza. Ora dobbiamo aprire un tavolo di trattativa in tempi brevissimi con l’obiettivo di arrivare ad un contratto più sostanzioso, più ricco per i lavoratori". E’ il segretario nazionale della Fim-Cisl, Bruno Vitali, a commentare così la disdetta da parte del Lingotto di tutti i contratti e gli accordi aziendali in vigore. "Ce l’aspettavamo, non è una sorpresa perché Fiat così formalizza quanto annunciato nei mesi scorsi. Ora si tratta di fare il contratto Fiat che dovrà essere specifico per ogni realtà di settore", spiega. E alla Fiom, che rischia di restare fuori dalle Rsu aziendali che dovranno costituirsi, dice: "Se non cambia idea e non firma gli accordi aziendali si chiama fuori da sola. Conoscono anche loro molto bene lo Statuto dei lavoratori. Sarebbe meglio perciò sporcarsi le mani e stare in gioco. Ma dubito che lo faranno, non avendolo già fatto. Questo purtroppo sarà foriero di confusione mentre a noi serve chiarezza", conclude.

UILM - "Un fatto grave a cui è necessario rispondere immediatamente con l’apertura di un tavolo negoziale. I lavoratori, in ogni caso sappiano che in nessun modo il sindacato permetterà un arretramento di stato di diritto e livello retributivo". Così Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. "L’azienda ci ha fatto sapere nella missiva che hanno intenzione di concordare con noi condizioni migliorative; siamo pronti alla sfida", prosegue. E alla Fiom che ha duramente criticato la decisione del Lingotto dice: "E' vero che siamo in presenza di un gesto di forza da parte della casa torinese, ma ribadire che dinnanzi a questa realtà si deve ricorrere alla magistratura è una vera e propria assurdità. Un sindacato deve negoziare, mentre chi sceglie le aule di tribunale senza riuscire a contrattare abdica al proprio ruolo".