Roma, 13 dicembre 2011 - L’eventuale abolizione di tutte le province italiane garantirebbe un risparmio di spesa annuo attorno ai 510 milioni di euro. Come si arriva a questo risultato? A fronte di un costo complessivo annuo che supera di poco i 13 miliardi di euro, l’eventuale chiusura di tutte le realtà provinciali assicurerebbe un risparmio annuo del 3,9% del totale della spesa, pari, in termini assoluti, a poco meno di 510 milioni di euro.

 I calcoli sono stati realizzati dalla Cgia di Mestre che ha analizzato le spese delle amministrazioni provinciali per ogni regione e ha misurato l’incidenza del risparmio che si avrebbe dalla soppressione delle Province.
“E’ un dato - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - che non deve stupire: l’abolizione delle Province farebbe risparmiare, nel breve periodo, solo le voci di spesa riguardanti i costi della politica e quelle legate al funzionamento della macchina amministrativa. Per contro, le competenze oggi in capo alle Province e, soprattutto, i relativi costi di gestione e del personale, andrebbero, probabilmente, spalmate sulle Regioni ed i Comuni che si accollerebbero le funzioni delle Amministrazioni provinciali cancellate”.


La Cgia spiega che, dall’abolizione delle province delle Regioni a statuto ordinario, deriverebbe un risparmio di 421 milioni di euro; oltre 88, invece, sarebbero i milioni di euro risparmiati se si guardassero i costi delle realtà provinciali che si trovano nelle Regioni a statuto speciale: da queste ultime vanno escluse la Valle D’Aosta, Regione senza Province e le due ubicate nel Trentino Alto Adige. Infine, andando ad analizzare i dati regione per regione, si va da un minimo di 2,11% di risparmio sul totale di spesa per il Friuli Venezia Giulia (in termini assoluti pari a 10,6 milioni di euro), ad un massimo di 8,97% per la Sardegna, con un risparmio di quasi 35 milioni di euro.