Roma, 28 dicembre 2011  - “Come il Natale, anche il prossimo appuntamento con il Capodanno sarà caratterizzato da un ‘taglio’ della spesa che una indagine di Confesercenti stima in un meno 15% in rapporto al 2010, anno anch’esso caratterizzato all’insegna del risparmio”. Lo dice in una nota Valter Giammaria, presidente di Confesercenti Roma, che aggiunge: “Il nostro sondaggio stima viaggi in calo (circa -20%), alberghi più vuoti (circa -25%), e il Capodanno che si trascorrerà in casa con amici e parenti nella stragrande maggioranza delle persone (oltre 85%)”.

Secondo Confesercenti “a pesare resta ancora il cattivo clima economico, con il 28% delle persone che dichiarano di non arrivare alla fine del mese con il proprio stipendio, e addirittura un 10% che arriva a dichiarare di non riuscire ad arrivare alla seconda settimana. Il peso delle ulteriori tasse che ci si prospetta per questo 2012, il rischio, in molti casi già reale, per il posto di lavoro che sta ormai pervadendo ogni settore, dall’edilizia, alla sanità fino ai trasporti, anche in aziende fortemente specializzate che operano con il pubblico, determinano un mix di sfiducia che si estende fino a raggiungere il 70% dei consumatori".

In questo quadro, continua Giammaria, “anche le attese di spesa legate all’ormai prossimo avvio dei saldi invernali restano di segno negativo rispetto allo scorso anno. A risentirne particolarmente è soprattutto il settore della moda, che subisce, prima e più di altri, pesantemente la crisi e le difficoltà di spesa delle famiglie. Come dire che quando c’è da tagliare, la famiglia inizia a risparmiare facendo a meno di un abito o una scarpa nuova. E ciò accade nonostante nel nostro territorio ci siano state iniziative di promozione e sconti vari in tutto l’arco dell’anno”.

Confesercenti sottolinea poi che “ciò sta a dimostrare che le vendite promozionali, che da qualche parte vengono proposte, sono già possibili per tutto l’anno - per il settore abbigliamento/calzature - 10 mesi su 12. Tenuto conto anche della forte contrazione dei consumi natalizi, Confesercenti non nega che i saldi possano rappresentare un’occasione di recupero rispetto a un trend cosiì negativo, pur restando prevalente il segno meno: insomma, una quota non spesa a Natale (da -10% dell’alimentare a -30% dell’abbigliamento) dovrebbe essere investita in occasione dei saldi”. 

Pertanto la Confesercenti, “sentiti gli operatori, stima una spesa media per famiglia di circa 250 euro, con una riduzione rispetto allo scorso anno del 10%: una magra consolazione. I saldi o per meglio dire le vendite di fine stagione, con la loro continua anticipazione delle date di inizio sono stati trasformati e snaturati a danno delle piccole e medie imprese al dettaglio, creando anche un grado di confusione dei consumatori sulle varie forme di vendita straordinaria. Il saldo, per le caratteristiche di vendita oggettive legate alle stagioni e al territorio, rappresenta un vero e proprio evento, che perderebbe di ogni significato se fosse ‘liberalizzato’”.

Giammaria conclude dicendo che “un’occasione vantaggiosa di acquisto per i consumatori da tutelare e collocare nel giusto periodo dell’anno, lasciando ad altre iniziative promozionali, di fatto possibili pressochè tutto l’anno ed eventi, come potrebbe essere lo ‘shopping day’ (già oggi si possono programmare quattro giornate l’anno), le attività promozionali di vendita anche in corso di stagione.