Domani alle ore 14,30 esatte, nel building della Banca centrale europea di Francoforte, conferenza stampa di Draghi, subito dopo la riunione mensile del board dell’istituto. Secondo alcuni analisti il presidente della Banca potrebbe annunciare un nuovo taglio dei tassi di interesse, al fine di dare una spinta alla fiacca economia europea. Ma, secondo altri, benché sia quasi certo che entro marzo la Bce decida di tagliare il costo del denaro in Europa di altri 50 basis point (portandolo allo 0,50 per cento), la decisione potrebbe essere rinviata alle riunioni di febbraio e del mese successivo.


L’interesse, quindi, sarà tutto sulla parte “non convenzionale” degli interventi della Bce. Interventi che sono poi di due tipi. Da una parte c’è il sostegno ai bond dei vari paesi in difficoltà. Dall’altra c’è il sostegno alle banche, che si trovano nei guai proprio per aver comprato in passato parte di quegli stessi bond.

Poiché la Bce non è la Federal Reserve, Draghi non potrà annunciare quello che mezza Europa vorrebbe, e cioè la decisione della stessa Banca di farsi «rilevatore di ultima istanza» di tutti i bond emessi dagli Stati europei (nel corso del 2012 ne saranno emessi per circa mille miliardi di euro, di cui un buon terzo saranno italiani). Se la Bce potesse funzionare da “rilevatore di ultima istanza”, la speculazione sui bond sovrani cesserebbe nel giro di pochi minuti. Ma questo non si può fare per una serie di complesse ragioni. E quindi si dovrà ricorrere a soluzioni molto più barocche.

In sostanza, è stato creato un fondo Salva Stati (di cui la stessa Bce è oggi agente operativo), con una sua dotazione. Inoltre, le banche centrali europee (autorizzate dai relativi Stati) si apprestano a concedere un prestito al Fondo monetario internazionale, il quale, a sua volta, girerà questi soldi al Fondo Salva Stati. E Draghi, come agente di questo Fondo, avrà le mani sulla cassa e il potere di spendere.

Il meccanismo, come si vede, è molto complesso. E quello che conta, a questo punto, sarà l’atteggiamento della Banca centrale europea. E la sensazione che si ha è che, nonostante l’opposizione tedesca, la Bce sia disponibile a fare il possibile per disinnescare la «bomba» degli spread che sta mettendo in ginocchio Stati e banche di quasi tutta l’Europa.
È quindi possibile che Draghi faccia, giovedì, un discorso molto semplice: mettete a posto i vostri conti, e noi vi daremo un mano. Insomma, aiutatevi, che il ciel vi aiuta.