Roma, 29 febbraio 2012 - Oggi I la Bce offrirà alle banche europee la seconda tranche di finanziamenti triennali all’1% (LTRO II) per un valore praticamente illimitato. La prima tranche si concluse a dicembre con un importo complessivo di 489,1 miliardi, di cui circa 110 sottoscritti dalle sole banche italiane. Questi rifinanziamenti rappresentano una sorta di ‘quantitative easing’ in salsa europea: poiché la Bce non può per statuto stampare moneta per acquistare il debito degli stati sovrani (come invece fa la Fed o la Bank of England), essa presta denaro alle banche nazionali per arrivare sostanzialmente allo stesso risultato.

L’importo della maxi asta di oggi viene tenuto sotto attenta osservazione da tutti gli operatori finanziari internazionali, in quanto un suo consistente assorbimento (ovvero un importo almeno non inferiore alla prima tranche) starebbe a rappresentare una potenziale ulteriore via di uscita al credit crunch che sta stringendo l’economia di alcune zone d’Europa tra cui l’Italia, mentre un livello più basso, secondo i più, rappresenterebbe un sostanziale fiasco.

E’ chiaro però che far coincidere un obiettivo macro (sostenere la domanda di titoli pubblici e far calare lo spread) con un obiettivo micro (ridare liquidità alle imprese) non sia semplice per paesi come il nostro dove le aste di titoli pubblici si susseguono quasi senza sosta. Ecco perché è importante sapere quanto richiederanno le banche italiane. Un importo sopra i 100 miliardi potrebbe restituire vigore agli impieghi commerciali, sempre che non venga utilizzato solo per fare carry trade sui btp, seppur con effetti benefici sullo spread. In ogni caso non ci possiamo illudere: per consentire un definitivo allentamento del credit crunch occorrerà rivedere i meccanismi fortemente pro-ciclici di Basilea II i quali, attraverso una misurazione troppo automatica del rischio, incentivano il credito durante la crescita ma lo strozzano in periodi di crisi. Su questo fronte resta purtroppo ancora molto da fare, anche perché occorrerebbe riconoscere il sonoro fallimento delle politiche di Basilea e del rating in generale.