Roma, 27 marzo 2012 - Monti attacca dall'Asia, subito gli rispondono i sindacati. "Credo che bisogna essere sereni - si espone già di prima mattina via Twitter il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso -. Parto dalla dichiarazione fatta dal presidente del Consiglio nei giorni scorsi su sovranità del Parlamento e riconoscimento del dialogo. Tutto possiamo permetterci tranne che non avere il riconoscimento del ruolo legislativo del Parlamento".

RSU COMPATTE - Alla facoltà di economia e Commercio della Sapienza oggi si commemora la morte dell'economista Ezio Tarantelli, ucciso dalle Brigate Rosse il 27 marzo 1985. Quale miglior sede per ritrovare i protagonisti della querelle sul mercato del lavoro? Susanna Camusso, leader della Cgil, non si fa pregare: ''Intorno a noi, nei luoghi di lavoro, le Rsu ed i lavoratori unitariamente stanno manifestando le loro opinioni'' con iniziative che ''crescono e continuano. Questo è per noi il punto di riferimento''. Poi l'affondo: ''Pensiamo sia assolutamente sbagliato in questa stagione intervenire in quel modo sui licenziamenti. Pensiamo che sia sbagliato affermare, in qualunque stagione, un potere unilaterale delle imprese sui lavoratori''.

'PIU' CONCERTAZIONE' - Se anche chi si era detto d'accordo, come il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ora manifesta dubbi espliciti, qualche problema ci sarà: "La riforma non è credibile se si lascia intendere che attraverso un canale economico possano inserirsi in modo surrettizio altri tipi di licenziamento" dichiara Bonannni, che uscendo dalle strettorie dell'art. 18 pure rivendica il metodo seguito: "Abbiamo fatto un buon lavoro, anzi abbiamo concertato, alla faccia di chi dice che la concertazione è finita". Segue messaggio al governo: "La concertazione non finisce mai quando ci sono soggetti che tra di loro vogliono spendersi e trovare soluzioni".

SPINTA DAL BASSO - Ora che Cisl, Uil e Ugl sull'art. 18 hanno virato sulle posizioni della Cgil per il governo sarà dura recuperare terreno. Anche perché la pressione dal basso, quella che arriva dalle categorie e dal territorio, spinge in quella direzione. Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, intervistato a "L'Economia in tasca" Gr Rai sulla riforma del mercato del lavoro, ma spedisce chiari messaggi al suo segretario Luigi Angeletti: "Rispettiamo la posizione della Uil che ovviamente terrà a riferimento quelle che possono essere le esigenze che ogni categoria purtroppo ha".La speranza dei sindacati è che il Parlamento lavori e migliori il testo prersentato dal governo attraverso modifiche "sui licenziamenti per problemi economici", trappola - seccondo Palombella - in cui "si annida lo strapotere dell'azienda", se il giudice non potesse "reintegrare".

REPLICA ELSA - In una lettera inviata alla conferenza dall'autorità di garanzia degli scioperi in corso al Cnel (alla quale per "improrogabili impegni istituzionali" non partecipa), il ministro Elsa Fornero risconosce la forte "tensione sociale" nel Paese e spera in un lavoro "sinergico e partecipativo tra le parti sociali e la commissione" al fine di realizzare "al meglio il contemperamento tra diritti fondamentali della collettività e diritto di sciopero" in un periodo reso durissimo "dagli effetti della crisi economica globale sull'economia del settore pubblico e privato dell'Italia". Come dire: la crisi c'è, gli scioperi ci saranno, il governo non arretrerà.

In serata tocca il tema dei licenziamenti. "Non c’è una ricetta unica. E non sta nella riforma del mercato del lavoro e meno che mai dell’articolo 18. Non è quella la sola chiave per recuperare i caratteri fisiologici di una società che voglia dare lavoro a tutte le sue componenti", dice il ministro alla presentazione del libro 'In ricchezza in povertà' del professore Giovanni Vecchi, all’Unione Industriale di Torino. "Non è l’unica ma è una fetta importante - ha aggiunto - perché un mercato del lavoro segmentato che crea barriere è il contrario di quello che ci vuole per avere prosperità".

GIARDA - Comunque il ddl con la riforma del mercato del lavoro approderà in Senato "certamente dopo il ritorno del presidente Monti" dalla missione in Asia. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda ai giornalisti al termine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. Alla domanda se sarà presentato al Senato o alla Camera,il ministro si è limitato a dire: "Io non ho ancora firmato niente, non mi è stato sottoposto nulla".