Roma, 16 maggio 2012 -  Sembra incredibile ma è così. Circolare oggi in una citta' italiana e' come fare un salto nel passato. "La velocita' media attuale nei maggiori centri urbani italiani ricorda da vicino quella raggiunta alla fine del '700": e' quanto emerge dal Libro bianco sui Trasporti presentato da Confcommercio. Questa "oscilla intorno ai 15 km/h e scende fino a 7-8 km/h nelle ore di punta".

E' uno dei sintomi piu' macroscopici del 'congestionamento' delle reti urbane e metropolitane del Bel Paese, con costi sociali ed economici altissimi. Il congestionamento a sua volta produce effetti difficilmente sostenibili, se non grotteschi, come il fatto che si impieghi piu' tempo per raggiungere l'aeroporto della Malpensa o di Orio al Serio dal centro di Milano che per viaggiare in aereo tra il capoluogo lombardo e Roma o Trapani. La connettivita' media delle province italiane evidenzia decrementi medi, rispetto all'optimum teorico, che oscillano tra il 20% e il 30% con trend di peggioramento medio nel decennio 2000-2010 del 2,5% in termini relativi.

STRADE - In evidenza lo stato pietoso di molte nostre strade inadeguate al parco veicoli circolante. Nel confronto con i Paesi europei sviluppati, infatti, l'Italia presenta una 'densita' di infrastrutture autostradali (2,2 km di asfalto ogni 100 km quadrati) sensibilmente piu' bassa: l'indicatore varia dal 5,5 di Olanda, Belgio e Lussemburgo al 3,6 della Spagna e 2,7 della Germania.

La situazione, si legge nel rapporto, appare ancora piu' chiara "quando si tenga presente l'impatto in termini di congestionamento del parco veicoli circolante: con 41,4 milioni di unita' l'Italia detiene in questo campo un record mondiale ed europeo. L'aumento e' stato rispetto al 1970 del 271% a fronte di una crescita dell'intera rete stradale del paese del 34%. Si e' dunque passati da 81 a 225 veicoli per ogni km di strada disponibile. La verita', evidenzia Confcommercio, "e' che in Italia gli investimenti in infrastrutture sono in caduta libera da oltre 20 anni: rispetto al 1990 si spende il 35% in meno, a fronte di un aumento del pil del 21,9%. Il dato appare piu' allarmante se confrontato con gli altri Paesi europei. Nel periodo in esame, ad esempio, la rete autostradale italiana e' cresciuta del 7%, contro il 61,8% registrata in francia e addirittura il +171,6% della Spagna.

INFRASTRUTTURE - Aspettano di essere realizzate o completate da quasi mezzo secolo: sono le cosiddette 'incompiute', un gruppo di 27 infrastrutture viarie cominciate e mai portate a termine. Tutte insieme valgono 31 miliardi e hanno accumulato ritardi che variano da un minimo di 5 anni (la terza corsia dell'A11 in Toscana e il prolungamento dell'A27 in Veneto) a un massimo di 50 (il tunnel Rapallo Fontanabuona in Liguria e la trasversale Fano-Grosseto in Toscana). In definitiva le criticita' del sistema dei trasporti italiani hanno un costo di 50 miliardi di euro di Pil.