Roma, 6 luglio 2012 - Nel primo trimestre del 2012 il potere di acquisto delle famiglie consumatrici italiane è diminuito dell’1% rispetto al trimestre precedente e del 2% rispetto al primo trimestre del 2011. Lo rende noto l’Istat. Il reddito disponibile in valori correnti, aggiunge l’Istat, è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, mentre è aumentato dello 0,9% rispetto al corrispondente periodo del 2011. Nel primo trimestre del 2012, infine, la propensione al risparmio, misurata al netto della stagionalità, è stata pari al 9,2%, risultando invariata rispetto al trimestre precedente e in aumento (+0,4 punti percentuali) nei confronti del primo trimestre del 2011.

Nella rilevazione l’Istat segnala anche come la quota di profitto delle società non finanziarie è risultata pari al 38,8%, con una riduzione di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,3 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, infine, è stato pari al 21,6%, inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,2 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2011.

L'ALLARME DEL CODACONS - Per il Codacons, sono "peggio di qualsiasi previsione i dati Istat relativi al potere d’acquisto delle famiglie". "Gli allarmi lanciati a più riprese dal Codacons trovano conferma nei dati diffusi oggi dall’Istat - spiega il Presidente Carlo Rienzi - Addirittura rispetto al 2011, quando il potere d’acquisto delle famiglie scese dello 0,5%, nel 2012 si sta registrando un calo 4 volte maggiore e pari al 2%. Segno evidente che le famiglie sono oramai allo stremo, e che i provvedimenti adottati dal Governo, a partire dall’aumento dell’Iva, hanno avuto effetti devastanti sulle tasche degli italiani".

"Adesso si pone uno scenario allarmante - prosegue Rienzi - A fronte della pesante perdita del potere d’acquisto, infatti, le famiglie reagiranno tagliando ancor più i consumi, con danni incalcolabili per il commercio e per l’economia nazionale".

Domani, 7 luglio, partiranno i saldi estivi nella quasi totalità delle regioni italiane. Secondo il Codacons saranno "un vero e proprio flop, e si registrerà una flessione delle vendite del 20% rispetto allo scorso anno, con punte del 30% in alcune città". La spesa procapite nel periodo di sconti - calcola il Codacons - non supererà gli 80 euro. "Il dato è particolarmente negativo - spiega il Presidente Carlo Rienzi - considerato che già lo scorso anno si era registrato un crollo degli acquisti del 15%. Ad influire sul calo degli acquisti sarà soprattutto "l’effetto Imu", le tasse e i balzelli introdotti dal Governo, la crisi ancora in corso e la scarsa fiducia degli italiani nel futuro economico nel nostro paese".