Roma, 18 agosto 2012 - I mercati sono ingiusti con l’Italia e la Spagna, non prendendo in considerazione i seri sforzi di risanamento messi in atto dai due Paesi. Ne è convinto il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, che al Tiroler Tageszeitung ha spiegato: "Non c’è nessuna ragione di dubitare della volontà di consolidamento di Italia e Spagna".

"Ambedue i Paesi - ha proseguito il premier lussemburghese - hanno avviato misure significative di consolidamento, ma vengono trattati dai mercati come se non lo avessero fatto". Juncker ha ricordato che "i tassi di interesse al di sopra del 7% sono molto elevati. Nella situazione attuale non sono giusti. Il consolidamento, inoltre, richiede riforme strutturali orientate verso la crescita".

Per il presidente dell'Eurogruppo, inoltre, la Grecia non lascerà la zona euro, ma "tecnicamente una sua uscita è possibile" e i rischi politici "sono imprevedibili". "Non penso che accadrà", ha detto Juncker aggiungendo che "se la Grecia rifiutasse un consolidamento del bilancio e delle riforme strutturali, allora dovremmo considerare la questione".

"Ma siccome credo - ha continuato Juncker - che la Grecia intensificherà gli sforzi per adempiere i suoi obblighi, non ci sono ragioni per credere che sia possibile lo scenario di una sua uscita". Il presidente dell’Eurogruppo incontrerà mercoledì ad Atene il premier greco Antonis Samaras, che poi andrà venerdì a Berlino per incontrare Angela Merkel e a Parigi da François Hollande.

BRUXELLES - Anche Bruxelles, dal canto suo, ribadisce che "per ora non siamo nello scenario" dell’uscita della Grecia dall’euro. "Nulla è cambiato dall’ultimo Consiglio", ha detto il portavoce Cezary Lewanowicz, ribadendo che "l’euro è irreversibile" e che nella Commissione Ue "non prendiamo seriamente" la rottura dell’Eurozona. Lewanowicz riconosce che "scenari diversi vengono discussi negli stati", che Bruxelles "partecipa al dibattito" e che "coordina gli interventi". Ma "il nostro punto di partenza è un euro forte e un’Eurozona integra".

BERLINO - Atene, comunque, dovrà mettere in conto che non arriveranno altri aiuti dall'Europa. "Non è pensabile mettere a punto un nuovo programma per la Grecia", ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, sottolineando che "ci sono dei limiti agli aiuti" che possono essere concessi ad Atene. Secondo quanto riferisce Bloomberg, per Schaeuble i governi della zona euro "sarebbero stupidi" se non pensassero ad un piano d’emergenza nel caso in cui le iniziative per risolvere la crisi dovessero fallire.

Tuttavia, ha aggiunto il ministro delle Finanze tedesco, la prospettiva di un collasso dell’euro "è una speculazione senza senso". Schaeuble ha aggiunto che "ci vorrà del tempo prima che ritorni la fiducia dei mercati", ma che la loro reazione alla crisi dei debiti sovrani nell’eurozona "non è giustificata da dati oggettivi". Per Schaeuble gli Usa versano in "condizioni peggiori".

LO SPIEGEL - Sempre a proposito della Grecia, secondo quanto rivela il giornale tedesco Spiegel, la Troika avrebbe scoperto un buco più grosso del previsto di 3 miliardi di euro. Lo 'Spiegel' rivela appunto che la Troika, formata da Bce, Commissione Ue e Fmi, ha scoperto in occasione dell'ultimo viaggio ad Atene che il governo greco nel prossimi biennio avra' bisogno non di 11,5 miliardi di euro come asserito, bensi' di una cifra che puo' arrivare fino a 14 miliardi. La causa di questo accresciuto fabbisogno
deriverebbe dalle ridotte entrate realizzate con le privatizzazioni e dal calo degli introiti fiscali determinato alla crisi economica in corso.