Roma, 13 settembre 2012 - Un risanamento incompleto dei conti pubblici esporrebbe l’Italia a nuovi rischi. E' quanto scrive la Bce nel Bollettino mensile. "Un risanamento incompleto - afferma la Bce - consentirebbe al massimo di stabilizzare il rapporto debito/Pil ai livelli attuali e non fornirebbe un margine di sicurezza adeguato in caso di andamenti macroeconomici avversi".

Il monito lanciato dalla Banca centrale europea si configura nello scenario peggiore, ossia quello con un risanamento incompleto, su tre ipotizzati. In questo caso, si legge nel bollettino dell’Eurotower, "il rapporto debito/Pil raggiunge il 125% nel 2013 e scende al 117% circa nel 2020".

In uno scenario di crescita sfavorevole, con un punto percentuale di Pil in meno l’anno rispetto a quello previsto dallo scenario di base per il 2013, 2014 e 2015, "il rapporto debito/Pil cala al 111% circa nel 2020". Lo scenario di base "tiene conto delle misure di risanamento dei conti pubblici decise dal governo italiano e prevede quindi un considerevole sforzo di consolidamento nel periodo 2012-2014".

Da qui l'invito dell'Eurotower al governo italiano di rispettare gli impegni presi a livello comunitario e varare delle riforme che stimolino la crescita, in modo da assicurare la sostenibilità del debito pubblico. "Tali riforme - si legge ancora nel bollettino - potrebbero produrre sulla crescita del Pil reale effetti più positivi di quelli ipotizzati nello scenario di base, migliorando così ulteriormente le prospettive per la sostenibilità del debito".

Il Consiglio direttivo della Bce - si ribadisce ancora - "agisce rigorosamente nell’ambito del proprio mandato di mantenere la stabilità dei prezzi a medio termine e opera in modo indipendente nel determinare la politica monetaria. L'euro è irreversibile".

Per la Bce, inoltre, "è essenziale che vengano rigorosamente rispettati gli obiettivi di bilancio in maniera sostenibile e che i disavanzi eccessivi siano corretti entro le scadenze concordate" e "che le banche seguitino a rafforzare, ove necessario, la propria capacità di tenuta. La solidità dei bilanci bancari sarà un fattore chiave per agevolare sia un’adeguata offerta di credito all’economia, sia la normalizzazione di tutti i canali di finanziamento".

Resta comunque l'allarme lavoro nell’area euro. Nel suo ultimo bollettino mensile la Banca centrale europea prevede infatti "un ulteriore incremento della disoccupazione a breve termine", dopo che negli ultimi trimestre è già salita a "livelli storicamente elevati".

In generale "le condizioni dei mercati del lavoro sono ulteriormente peggiorate, a causa della debolezza dell'attività economica. L'occupazione è diminuita ancora, mentre il tasso di disoccupazione è salito ulteriormente fino a livelli storicamente elevati, rispecchiando gli aggiustamenti in atto nei mercati del lavoro di diversi paesi dell`area dell'euro". L'istituzione di Francoforte aggiunge come "negli ultimi mesi gli indicatori previsivi, tra cui i risultati delle indagini, si sono ulteriormente deteriorati".

BANKITALIA - Intanto segnali positivi giungono da Banca d'Italia: a luglio, le entrate tributarie hanno registrato un rialzo. Secondo i dati diffusi da Bankitalia sono salite a 41,6 miliardi rispetto a giugno quando ammontarono a 38 miliardi. Rispetto a luglio 2011, quando furono pari a 37,6 miliardi, si tratta di un rialzo del 10,6%. In lieve calo il debito pubblico, che si è attestato a 1.967,4 miliardi contro i 1.972,9 mld di giugno. Si tratta di un calo netto di 5,5 miliardi. A luglio 2011, invece, il debito ammontava a 1.911 miliardi.

VISCO - E, oggi, il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, è intervenuto sul nuovo fondo Salva-Stati (Esm). "Se questo fondo fosse l’unico meccanismo per fronteggiare la crisi finanziaria - ha detto - sarebbe insufficiente". Inoltre - ha aggiunto - "era prevedibile e previsto" l’impatto recessivo dei provvedimenti del governo. Si sapeva, ha spiegato Visco, che "questo insieme di misure avrebbero ridotto il Pil quest’anno e forse il prossimo ma era necessario per la stabilizzazione finanziaria del Paese".

CONFINDUSTRIA - Di tutt'altro genere, invece, i dati diffusi dal rapporto del Centro studi di Confindustria, per il quale i consumi procapite nel 2012 registreranno "la flessione più grave del dopoguerra (-3,6%) e nel 2013 torneranno sui livelli del 1997". Inoltre la spesa delle famiglie diminuirà del 3,2% nel 2012 e dell’1% nel 2013.

Per l'associazione degli industriali italiani la recessione si prolungherà e la ripresa arriverà solo nella prossima primavera. Secondo le sue previsioni nel 2012, infatti, il Pil registrerà una contrazione del 2,4%, mentre per il prossimo anno dovrebbe attestarsi allo 0,6%. Rispetto alle previsioni del giugno scorso, è confermato il dato sulla recessione 2012 mentre è peggiora quello per il prossimo anno: -0,6% contro lo 0,3% previsto lo scorso giugno.

"Le previsioni - spiega il direttore del Centro, Luca Paolazzi - discendono da un nuovo profilo temporale, nel quale l’andamento del Pil nel secondo trimestre è stato meno negativo di quello atteso (-0,8% contro -1 %) e, in quelli successivi, fino al primo trimestre 2013, è stato modificato leggermente al ribasso. In sostanza, la recessione si prolunga e la ripresa è ritardata alla primavera prossima".

Il prossimo anno - dice ancora il Centro studi - l’Italia raggiungerà il pareggio di bilancio: il deficit pubblico dovrebbe essere dello 0,2% contro lo 0,7% di quest’anno."Fino a oggi, le conseguenze della crisi sul Pil italiano (-6,9% dal picco del terzo trimestre 2007), risultano di entità superiore agli effetti della prima guerra mondiale, mentre sono state molto meno dirompenti di quelli della seconda (Pil -45%), anche se probabilmente risulteranno più persistenti, date le diverse velocità di recupero".

Non confortano, infine, i dati sul lavoro. Gli occupati nel nostro Paese risultano sostanzialmente stabili, mentre i nuovi disoccupati si attestano intorno alle 758 mila unità. A fine 2013, negli scenari di viale dell’Astronomia, la forza lavoro non utilizzata (disoccupati + Cig) salirà al 13,9%, dal 12,8% di fine 2012.