Roma, 13 settembre 2012  - “Le cose sono profondamente cambiate da quando nell’aprile 2010 venne annunciato il piano “Fabbrica Italia”. Alla luce di ciò, “è impossibile fare riferimento a un progetto nato due anni e mezzo fa” ed è “necessario che il piano prodotti e i relativi investimenti siano oggetto di costante revisione per adeguarli all’andamento dei mercati”, precisa Fiat, in una nota.

Nella nota il Lingotto ricorda che “nei giorni scorsi, da parte di alcuni esponenti del mondo politico e sindacale, sono state fatte alcune dichiarazioni preoccupate per il futuro di Fabbrica Italia”. Fiat ricorda che “con un comunicato emesso il 27 ottobre 2011 aveva annunciato che non avrebbe piu’ utilizzato la dizione Fabbrica Italia perchè molti l’avevano interpretata come un impegno assoluto dell’azienda mentre invece si trattava di una iniziativa del tutto autonoma che non prevedeva tra l’altro alcun incentivo pubblico”.

“Da quando Fabbrica Italia è stata annunciata nell’aprile 2010 - prosegue - le cose sono profondamente cambiate. Il mercato dell’auto in Europa è entrato in una grave crisi e quello italiano è crollato ai livelli degli anni settanta. E' quindi impossibile fare riferimento ad un progetto nato due anni e mezzo fa”.

In occasione dell’incontro con le Organizzazioni Sindacali che si è tenuto a Torino il primo agosto scorso, ricorda il Lingotto, Fiat ha ribadito: “La delicatezza di questo periodo, di cui è impossibile prevedere l’evoluzione, impone a tutti la massima cautela nella programmazione degli investimenti. Informazioni sul piano prodotti/stabilimenti saranno comunicate in occasione della presentazione dei risultati del terzo trimestre 2012”.

Nella nota si legge quindi che “vale la pena di sottolineare che la Fiat con la Chrysler è oggi una multinazionale e quindi, come ogni azienda in ogni parte del mondo, ha il diritto e il dovere di compiere scelte industriali in modo razionale e in piena autonomia, pensando in primo luogo a crescere e a diventare piu’ competitiva. La Fiat ha scelto di gestire questa libertà in modo responsabile e continuerà a farlo per non compromettere il proprio futuro, senza dimenticare l’importanza dell’Italia e dell’Europa”.

LA REAZIONE FIOM - “Purtroppo non siamo stupiti dalle dichiarazioni della Fiat, sebbene avremmo preferito essere smentiti. E' urgente che il Governo convochi l’azienda”. Giorgio Airaudo, segretario nazionale della Fiom responsabile per il settore auto, commenta così il comunicato del Lingotto annuncia. “In realtà - osserva Airaudo - Fabbrica Italia non è mai partita e oggi la Fiat ufficializza che non c’è. L’azienda dovrebbe dirci perchè il piano è fallito e il Governo, che ha detto che avrebbe preteso dal Lingotto parole chiare, dovrebbe convocare la Fiat immediatamente”.

E il segretario {{WIKILINK}}Maurizio Landini {{/WIKILINK}}mette il carico: "Purtroppo si conferma che la Fiat sta perdendo quote perché non ha fatto investimenti e non ha nuovi prodotti. Questo vuol dire fare arretrare il Paese e mette a rischio posti di lavoro e stabilimenti. Il governo anziché discutere a vanvera di produttività dovrebbe convocare la Fiat e fare scelte di poltiica industriale", aggiunge Landini.