Roma, 22 settembre 2012 - Le donne sono una “risorsa per la crescita dell’Italia” e hanno “dimostrato di saper reagire meglio alla crisi in corso”. Lo sostengono Abi e Censis che martedì e mercoledì prossimi a Roma hanno organizzato una due giorni dedicata a ‘Donne, Banche e Sviluppo’.

L’occupazione femminile, spiegano Abi e Censis, resiste meglio di quella maschile: se infatti nel 2011 l’occupazione maschile è tornata al livello del 2004, quella femminile ha visto aumentare la propria partecipazione al lavoro di 566.000 unità. Una tendenza, proseguono, che sembra confermata anche nell’anno che sta per concludersi, considerato che nei primi due trimestri del 2012, a fronte di un’ulteriore contrazione dell’occupazione maschile dell’1,3%, quella femminile registra un aumento del 1,3%.

La disoccupazione femminile così è passata in 8 anni dal 10,5% del 2004 al 9,6% del 2011 mentre quella maschile dal 6,4% al 7,6%. Nel 2011 risultano occupate con contratti atipici il 14,5% di donne (contro l’10% degli uomini), per lo più con contratti a termine (12%) e in parte di collaborazione a progetto o occasionale (2,5%).
 

Le donne hanno saputo “tenere meglio” e continuano a farlo, in parte adeguandosi alle minori risorse disponibili e adattandosi più dei loro colleghi; ma in parte, proseguono Abi e Censis, posizionandosi nei settori meno penalizzati: il mondo dell’assistenza e della cura alla persona in generale, ma anche dell’accoglienza e quindi del turismo, della filiera agroalimentare.

Secondo quanto emerge dai dati, le donne italiane sarebbero le “più intraprendenti d’Europa” poiché se è vero che il tasso di occupazione femminile in Italia è del 46,5%, contro una media europea del 58,5% , “è anche vero che il tasso di lavoro autonomo, all’interno del mondo femminile, è molto maggiore rispetto alla media europea: il 16% contro il 10%; anche in Paesi a forte tradizione imprenditoriale come la Germania, su 100 donne che lavorano solo 8 lo fanno autonomamente. In molti casi si tratta di lavoro autonomo nel settore terziario”.

Le donne italiane hanno anche il primato europeo delle lavoratrici autonome con dipendenti: il 3,6%, contro il 2,4% della media europea, vuol dire che ogni 100 donne che lavorano 3,6 sono delle vere e proprie imprenditrici in grado di creare occupazione. “Si tratta di un numero rilevante (la metà hanno tra 30 e 50 anni), forti, intraprendenti, tenaci, ma con gli identici problemi delle donne che fanno un lavoro dipendente”, si afferma.