Milano, 19 dicembre 2012 - Il rendimento dei Btp decennali è sceso al 4,36%, il minimo dal dicembre 2010. Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti ha inoltre toccato un minimo di seduta di 288 punti.

Piazza Affari chiude sui massimi con l’indice Ftse Mib che segna un +1,10% a 16.332 punti. I mercati europei hanno reagito positivamente alla decisione di Standard and Poor’s di alzare il rating sul debito della Grecia (da ‘selective default’ a ‘B-‘, con outlook stabile). Sul paniere principale milanese, bene le banche, contrastati energetici e industriali. Buzzi miglior titolo del Ftse Mib, sulla scia di un report positivo. In calo Fimeccanica nel giorno del cda per la vendita di Ansaldo energia.

LE 'TAPPE' DELLO SPREAD - Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco ha toccato i 288 punti base, a un soffio dai 287 indicati come obiettivo dal premier uscente Mario Monti, prima di risalire e archiviare la seduta a 296 punti, appesantito dallo stallo politico sulla legge di stabilità.

Ecco in sintesi le principali tappe segnate dallo spread dagli inizi di dicembre ad oggi.
- 3 dicembre: la Grecia annuncia il buyback di titoli di Stato, la Spagna formalizza la richiesta di aiuti per le sue banche e lo spread scivola sotto i 300 punti fino a toccare i 292 punti, per poi risalire sopra quota 300.
- 5 dicembre: l’esito di un’asta di titoli di Stato spagnoli delude i mercati e l’effetto sullo spread e’ immediato con una risalita a 310 punti.
- 6 dicembre: il Pdl annuncia che non partecipera’ al voto di fiducia al dl sviluppo, il Pd chiede al premier Monti di recarsi al Quirinale e lo spread schizza a 327 punti base.
- 10 dicembre: l’annuncio delle dimissioni del premier Monti e della nuova ‘’discesa in campo’’ di Berlusconi fanno decollare lo spread, che supera quota 360 a 361 punti base.
- 11 dicembre: il risultato positivo di un’asta di titoli di Stato spagnoli allenta la tensione sullo spread. Il differenziale con il bund cala a 340 punti.
- 12 dicembre: il Tesoro fa il pieno in un’asta di Bot con tassi in calo ai minimi di marzo e domanda in rialzo. Lo spread scende a 330 punti base.
- 13 dicembre: il Tesoro replica il successo dell’asta Bot con un collocamento di Btp e lo spread cala sotto quota 330 a 328.
 

FISCAL CLIFF, PRONTO IL VETO DI OBAMA - Dopo le aperture dei giorni scorsi, ritorna tesa la partita sul ‘fiscal cliff’, il pacchetto da 600 miliardi di dollari tra tagli alla spesa e incrementi delle tasse automatici che scatterà all’inizio del 2013 in mancanza di un accordo tra Democratici e Repubblicani.

Il principale motivo di scontro restano gli sgravi fiscali, in scadenza a fine anno, varati dall’amministrazione Bush, che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, intende estendere per i redditi inferiori ai 400 mila dollari l’anno. Il capo negoziatore del ‘Grand Old Party’, lo speaker della Camera dei Rappresentanti John Boehner, propone invece di alzare l’asticella al milione di dollari, compensando con tagli alla spesa più radicali. Una proposta che Boehner intende sottoporre al Congresso e sulla quale Obama, informa una nota della Casa Bianca, è pronto a mettere il veto. 

Secondo la Casa Bianca, la proposta di Boehner non bilancia in modo sufficiente tagli alla spesa e aumenti delle entrate fiscali e “porrebbe un peso eccessivo sulle spalle della classe media”. “Il presidente esorta i leader Repubblicani a lavorare con noi per risolvere le restanti divergenze e trovare una soluzione ragionevole alla situazione”, si legge ancora nella nota, firmata dal capo della Comunicazione della Casa Bianca, Dan Pfeiffer.
Il cosiddetto ‘piano B’ di Boehner potrebbe essere discusso dalla Camera dei Rappresentanti, dove i Repubblicani hanno la maggioranza, già domani.

I tagli proposti andrebbero a colpire anche voci di spesa come il programma di assistenza sanitaria pubblica Medicare. Il testo non avrebbe però molte possibilità di venire approvato dal Senato, del quale i Democratici conservano il controllo. Si tratta dunque, ha ammesso Frank Lucas, deputato repubblicano dell’Oklahoma, di una tattica per mettere pressione su Obama e, al contempo, salvare la faccia nel caso il temuto ‘fiscal cliff’ scatti davvero, dal momento che il ‘Gop’ si sta dimostrando comunque aperto a un aumento delle tasse per i più ricchi. “Adesso abbiamo bisogno di fare qualcosa che catturi l’attenzione del presidente”, ha spiegato Lucas, “L’approccio di Boehner potrebbe funzionare”.