Roma, 23 gennaio 2013 - Parole dure, quelle di Mario Monti, sul delicatissimo, e sempre attuale, tasto del lavoro. Parla a Davos, Monti, e non entra in questioni più direttamente nostrane ma è al futuro del Paese che guarda quando dice che il suo impegno “lo devo tutto agli italiani, ai più fragili nella società, a coloro che pagano il prezzo intollerabile della disoccupazione, soprattutto i nostri giovani che pagano anche il prezzo di essere privati del lavoro”.


“I giovani - incalza - sono le vittime di governi spesso non abbastanza forti nell’affrontare la questione dell’evasione fiscale, della corruzione, dei gruppi di interesse, gli ambiziosi manipolatori dei mercati finanziari”, ma anche, punge ancora “vittime di politici impegnati in promesse elettorali senza preoccuparsi se potevano poi essere mantenute”.
Quelle promesse, e quei politici, aggiunge “hanno aggravato la crisi, troppo spesso concentrati su elezioni interne senza occuparsi di chi di politica e di un suo coordinamento ha invece bisogno”.

Una scelta “contro la mia natura”, ma “dovuta” nei confronti degli italiani, soprattutto “i più deboli” e “i giovani”, che “sono state vittime di chi ha fatto promesse senza pensare se poteva mantenerle”. Mario Monti spiega così, nel suo intervento al World Economic FOrum di Davos, la scelta di candidarsi: “La sfida è che la meritocrazia deve essere ricompensata, lo devo al popolo italiano, e soprattutto alla sua parte più debole” Il premier ha spiegato che “il senso del mio impegno è creare un altamente competitiva economia sociale di mercato in Italia e in Europa. E’ un’agenda ambiziosa, ma abbiamo una tremenda responsabilità sociale verso quelli che pagano il prezzo intollerabile della disoccupazione, i nostri giovani in particolare che sono le vittime di governi che non sono stati abbastanza forti contro l’evasione e la corruzione, vittime di chi ha promesso senza pensare se poteva mantenere ciò che prometteva”. Per questo “ho deciso di guidare un fronte della società civile, perchè c’è biosgno di nuova politica oltre i partiti tradizionali”.