Davos, 24 gennaio 2013 - Dal summit di Davos il premier {{WIKILINK}}Mario Monti {{/WIKILINK}}torna a parlare dei giovani, che ieri ha definito vittime dei vecchi governi, ma soprattutto parla di riforma del Lavoro, spiegando che è stata frenata per colpa di un sindacato. E ogni riferimento alla Cgil non sembra affatto casuale.

Poi ha rivendicato il ruolo riformatore svolto in Europa dall'Italia guidata dal suo governo.

ATTACCO ALLA CGIL - Per migliorare la situazione del mercato del lavoro, servono “misure specifiche per i giovani, che questo governo è riuscito ad avviare, anche molto più si può fare in una prospettiva quinquennale” ma anche “una riforma generale del mercato del lavoro, che non è andata abbastanza avanti dal momento che uno dei sindacati ha fatto notevoli resistenze al cambiamento”.

Oltre alla critica indiretta alla Cgil, Monti ha auspicato “un cambiamento di cultura”. La Cgil, ha aggiunto, “nonostante gli inviti a unirsi si è opposta anche ad accordi sulla produttivita’”.
In questo senso Monti ha spiegato il suo ingresso in politica “per unire queste forse pro-riforme per dare maggiore spinta” al cambiamento. Il presidente del Consiglio ha peraltro ricordato come “dall’altra parte, a destra, c’è un partito che si opposto alle riforme sulla giustizia, anche se abbiamo fatto qualcosa contro la corruzione”.


ITALIA ED EUROPA -  “L’Italia è stato fra i fattori di progresso in Europa” per rafforzare lo slancio per le riforme, riforme “alle quali in questo anno di governo abbiamo dedicato tutte il nostro tempo e le nostre energie”, ha affermato il presidente del Consiglio, ricordando come “mettere al sicuro le finanze pubbliche è il prerequisito per una crescita di lungo termine”. In risposta a quanto affermato poco prima dal premier britannico David Cameron, Monti ha ricordato come l’Italia “abbia sempre insistito sulla necessita’ di prendere sul serio il mercato unico” ammettendo tuttavia la necessita’ di “fare progressi” su questo punto a livello europeo.


Monti ha invitato i partner a “una visione più lungimirante circa il peso dei buoni investimenti pubblici, in particolare su interconnessioni e infrastrutture”. Quanto al dibattito sul bilancio Ue il presidente del Consiglio ha sottolineato il fatto che “tutti abbiamo un interesse a risparmiare, a contenere la spesa pubblica a livello pubblico ed europeo” ricordando “l’interesse dell’Italia, che è il terzo contribuente” dell’Ue.
Per Monti sarebbe “contro il buon senso non vedere le potenzialita’ di un bilancio Ue un pò meno restrittivo di quanto siamo costretti o o desideriamo fare con i nostri bilanci nazionali”.

ELEZIONI - Il punto delle elezioni in Italia è “quale configurazione politica è più in linea con la necessità di continuare le riforme strutturali”, ha detto il premier sottolineando che “è necessario proseguire” con l’azione di riforma.