Bruxelles, 8 febbraio 2013 - “Accordo fatto: il Consiglio ha approvato l’accordo sul quadro finanziario pluriennale per il resto del decennio. Valeva la pena di aspettare”. E’ il testo di un messaggio mandato dal presidente Herman Van Rompuy su Twitter alle 16,22, oltre 25 ore dopo l’orario previsto inizialmente per l’avvio del vertice per definire il bilancio pluriennale comunitario 2014-2020, che in realtà è cominciato solo ieri sera dopo lunghe trattative incrociate fra i leader e con il presidente stesso. L’accordo è stato raggiunto su una seconda bozza di compromesso rivista dal presidente dopo una nuova pausa tecnica in mattinata, ma secondo quanto riferiscono fonti europee le cifre complessive non cambiano rispetto a quelle diffuse in mattinata (960 miliardi di impegni e 908 di pagamenti).

MA I CAPIGRUPPO DEL PARLAMENTO UE LO RESPINGONO - Ma il percorso del bilancio pluriennale dell'Ue inizia in salita al Parlamento europeo, perché i capi dei quattro maggiori gruppi parlamentari hanno affermato che lo respingono così com’è “allo stato attuale” dato che “non rafforzerà la competitività e l’economia europea”. All’opposto “non farà che indebolirle. Questo non è nell’interesse dei cittadini europei”, hanno affermato in una nota congiunta Joseph Daul, del Ppe, Hannes Swoboda, dei socialisti, Guy Verhofstadt dei liberali e Rebecca Harms e Daniel Cohn-Bendit dei verdi.

MONTI: PER ITALIA 3,5 MLD EURO AGGIUNTIVI SUI 7 ANNI - L’Italia “nel complesso” ottiene una “assegnazione di fondi aggiuntivi di 3,5 miliardi di euro sui 7 anni, rispetto alla prima proposta di Van Rompuy di novembre”. Lo ha annunciato il premier Mario Monti, in conferenza stampa, dopo l’accordo sul bilancio europeo. L’Italia gode anche di un minor onere di 960 milioni sul sistema degli sconti.

“Il risultato è soddisfacente per quanto riguarda l’ammontare complessivo del bilancio Ue - ha detto il premier Monti - Siamo riusciti a salvaguardare alcune politiche che riteniamo essenziali per l’Europa e particolarmente per l’Italia”, ha aggiunto, come “le grandi reti di trasporto, e alcuni programmi chiave per promuovere la crescita e l’innovazione tecnologica come ‘Galileo’, che non ha subito nessuna riduzione di fondi”. Salvaguardati anche temi “più cari ai cittadini”, ha poi affermato Monti, “come il progetto Erasmus” e “il fondo per gli indigenti”.

Per l’Italia ci sarà  un miglioramento “significativo del saldo netto rispetto al ciclo precedente. Il saldo medio annuale (differenza tra contributi versati e i fondi ricevuti, ndr) per il 2014-2020 sarà  pari a -3,8 miliardi ovvero lo 0,23% del Reddito nazionale lordo, che si confronta con un valore per il periodo 2007-2013 di -4,5 miliardi” ovvero “lo 0,28% del reddito nazionale lordo, per non dire del picco del 2011 che era di quasi 6 miliardi” di saldo negativo.

Il premier ha anche annunciato che “rispetto alla proposta di fine novembre ci saranno 1,5 miliardi aggiuntivi per sviluppo rurale in Italia nel contesto della Pac (Politica agricola comune, ndr), la dotazione complessiva sale così a 9,26 miliardi”. Per quanto riguarda i fondi di Coesione secondo Monti ci saranno “2 miliardi aggiuntivi, di cui 500 milioni per le aree rurali delle regioni meno sviluppate del Mezzogiorno”, nonché “oltre 400 milioni su nuovo fondo per occupazione giovanile, destinato in larga misura anch’esso al Mezzogiorno”. Anche per il centro-nord, a quanto spiegato dal premier, ci sarà  un “significativo aumento rispetto al precedente bilancio”. In generale “rispetto al periodo precedente la dotazione dell’Itala aumenta sul fronte della coesione dell’1% mentre il pacchetto totale vede un calo dell’8%”.

HOLLANDE - L’accordo raggiunto nel vertice Ue sul bilancio settennale “è un buon compromesso”. Lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande. “Raggiungere l’intesa è stato più lungo del solito ma io penso che sia un buon compromesso”, ha commentato al termine di una ‘maratona’ durata 25 ore.

CAMERON - Anche il premier inglese David Cameron, che ieri appariva particolarmente “agguerrito” in vista del negoziato sul bilancio Ue, è soddisfatto dell’accordo raggiunto al termine della lunga riunione: “Eravamo determinati a tagliare le spese di Bruxelles e ci siamo riusciti”, ha detto al termine del vertice. Il budget Ue, ha osservato, è come “una carta di credito” la cui disponibilità “è sempre stata tirata su. Era il momento di abbassarla, e porre dei limiti adeguati alla spesa futura” in modo da raggiungere una “qualità nella spesa piuttosto che puntare alla quantità”.