Roma, 22 febbraio 2013  - Frenano i prezzi dei carburanti a gennaio, facendo rallentare l’inflazione. E’ quanto emerge dai dati definitivi Istat. Il prezzo del gasolio per mezzi di trasporto diminuisce su base mensile dello 0,4% e cresce su base annua dell’1,9% (in marcata decelerazione dal 7,1% di dicembre).

Una diminuzione congiunturale dello 0,3% si rileva per il prezzo degli altri carburanti, il cui tasso di incremento tendenziale si porta al 15,3% (dal 18,1% del mese precedente). Il prezzo della benzina non registra variazioni su base mensile mentre la sua crescita su base annua si riduce di cinque punti percentuali (+3,0%, dall’8,0% di dicembre).

L’inflazione rallenta a gennaio. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 2,2% nei confronti nei confronti di gennaio 2012, confermando le stime provvisorie. A dicembre l’inflazione annua era stata pari al 2,3%.

I prezzi al consumo sono cresciuti rispetto a un anno prima al ritmo più basso da gennaio 2011, quando l’incremento era stato pari al +2,1%. È l’ulteriore frenata della crescita su base annua dei prezzi dei Beni energetici (+5,4%, dal +9,3% di dicembre) a spiegare, in prevalenza, il rallentamento dell’inflazione a gennaio 2013, mentre un effetto di sostegno proviene dall’aumento dei prezzi degli Alimentari non lavorati e, in particolare, dei Vegetali freschi (+9,2% su base mensile, +13,1% su base annua). L’inflazione acquisita per quest’anno è pari allo 0,8%.

A gennaio l’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale all’1,7% (era +1,6% a dicembre). Al netto dei soli beni energetici, la crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo sale all’1,8% dall’1,7% del mese precedente. Rallenta al 2,3% la crescita su base annua dei prezzi dei beni mentre sale al 2,1% quella dei prezzi dei servizi (erano rispettivamente +2,7% e +2,0% a dicembre). Il differenziale inflazionistico tra beni e servizi si riduce quindi di cinque decimi di punto percentuale rispetto a dicembre.

A gennaio 2013, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce su base mensile del 2,0% e aumenta su base annua del 2,4% (era +2,6% a dicembre). Anche in questo caso i dati definitivi confermano le stime preliminari. La flessione congiunturale è in larga parte dovuta ai saldi stagionali dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto. L’indice IPCA a tassazione costante (IPCA-TC) diminuisce del 2,1% sul piano congiunturale e aumenta del 2,1% su quello tendenziale. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e del 2,2% su base annua.

I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori, che compongono il cosiddetto carrello della spesa, aumentano a gennaio dello 0,4% su base mensile e del 2,7% su base annua, in rallentamento dal 3,1% di dicembre.