Roma, 27 marzo 2013 - Quattro italiano su dieci alle prese con un finanziamento puntano non tanto all'acquisto di un bene specifico, ma soprattutto ad ottenere denaro contante per fare fronte alle spese imminenti,  gestire pagamenti e arrivare alle fine del mese. Lo afferma uno studio dell'Osservatorio di Facile.it, realizzato con la collaborazione di prestiti.it. Dallo studio emerge che la domanda media di prestito si è ridotta dell'11%, arrivando a 11.000 euro dai 12.500 di ottobre 2012.

Quanto al profilo tipo di chi cerca di ottenere un prestito, si tratta di un uomo di 41 anni, con uno stipendio medio di poco superiore ai 1.500 euro, che chiede cifre più basse rispetto al passato (11.000 vs 12.500 euro), ma da restituire in più tempo (66 vs 64 mesi). 

"Quello a cui assistiamo, dichiara Lorenzo Bacca, responsabile della Business Unit Prestiti di Facile.it, è un fenomeno complesso, interpretabile alla luce di due elementi di analisi: da un lato vi è la consapevolezza delle difficoltà nell'ottenere un finanziamento, che scoraggia gli italiani e li induce a richiedere cifre meno elevate, dall'altro c'è una progressiva diminuzione delle richieste di finanziamento di acquisto di automobili, legata alla sofferenza del settore. I due fattori, insieme, hanno portato a una domanda media molto inferiore rispetto alla rilevazione precedente".

Si registra il balzo compiuto dalle richieste di liquidità, che passano dal 32% al 42% del totale. Cala anche la percentuale dei prestiti richiesti per l'acquisto di veicoli: il finanziamento per auto e moto usate passa, in sei mesi, dal 27% al 21%, quello per comprare mezzi nuovi scende dall'8% al 5%. Aumenta di poco il divario già forte tra uomini e donne per quel che concerne la richiesta di prestiti personali: il 74% delle domande arriva dagli uomini (era il 72% sei mesi fa), contro un 26% di richieste provenienti da donne. Per quanto riguarda le differenze regionali, il calo degli importi medi è più forte in quelle regioni che, in passato, puntavano a ottenere somme più alte. Se a ottobre le regioni con gli importi più alti erano Calabria e Sicilia (con 14.000 euro di domanda media), adesso sono Sardegna e Marche a restare in cima alla classifica, entrambe con 12.000 euro.

CROLLO DEI CONSUMI - Nel frattempo sembra non arrestarsi il crollo dei consumi, che continua a registrare un calo sia per i beni alimentari che quelli non. Secondi dati Istat, a gennaio si è verificata una riduzione del 3%, sintesi di una riduzione del 2,3% delle vendite dei prodotti alimentari e del 3,3% di quelle di prodotti no alimentari. Su base congiunturale la contrazione e’ dello 0,5%, nonostante i saldi di fine stagione. Gli italiani risparmiano su tutto, ad esempio, segnala la Coldiretti, crolla dell'11,3% il numerio di famiglie che acquistano frutta a causa della crisi e dalla ridotta capacità di spesa nel primo mese del 2013. Secondo il Codacons, il dato dell'Istat "assume contorni drammatici" e dimostra, "senza tema di smentita, che gli italiani non hanno più soldi nemmeno per acquistare cibo. "Le vendite dei prodotti alimentari sono in caduta libera dal 2007. Molto allarmanta anche la Confesercenti: "A gennaio neanche i saldi riescono a rianimare i consumi: calzature e abbigliamento lasciano sul campo un angosciante calo del 4,5%".