Roma, 11 aprile 2013 - Negli ultimi tre mesi del 2012 la disoccupazione nell’area euro ha raggiunto livelli senza precedenti e peggiorerà nel primo trimestre di quest’anno, si legge nel bollettino mensile della Bce.

"La crisi economica e finanziaria - afferma l’Eurotower - continua a gravare sul mercato del lavoro nell’area dell’euro. Nel quarto trimestre del 2012 l’occupazione è diminuita ancora, mentre il tasso di disoccupazione ha continuato a crescere, raggiungendo livelli senza precedenti. Secondo varie stime, sia il tasso di disoccupazione strutturale sia l’unemployment gap sono aumentati sensibilmente negli ultimi anni. I dati delle indagini segnalano un ulteriore calo dei posti di lavoro nel primo trimestre del 2013".

PICCOLE E MEDIE IMPRESE - In "diversi paesi" dell’area dell’euro le condizioni del credito per le aziende sono "restrittive", "in particolare per le piccole e medie imprese". Lo afferma la Bce nel suo bollettino mensile. "La moderata dinamica dei prestiti", sottolinea l’Eurotower, "riflette in gran parte l’attuale fase del ciclo economico, l’accresciuto rischio di credito e l’aggiustamento in atto nei bilanci dei settori finanziario e non finanziario".

RIFORME - Per quanto concerne le politiche di bilancio, i paesi dell’area dell’euro dovrebbero moltiplicare gli sforzi per ridurre i disavanzi pubblici e proseguire le riforme strutturali, orientando queste ultime alla crescita. è quanto raccomanda la Bce nel suo bollettino mensile. "In tal modo", prosegue Francoforte, "la sostenibilità dei conti e la crescita economica si rafforzeranno reciprocamente".

"Le strategie di bilancio devono essere integrate da riforme strutturali favorevoli alla crescita che siano ambiziose e di ampio respiro e interessino i mercati dei beni e servizi, compresi i servizi su rete, i mercati del lavoro e la modernizzazione della pubblica amministrazione", prosegue il bollettino, "Per promuovere l’occupazione, il processo di formazione dei salari dovrebbe divenire più flessibile e meglio allineato alla produttività". Tali riforme, conclude la Bce, "aiuteranno i paesi negli sforzi tesi a recuperare competitività, porre le basi per una crescita sostenibile e favorire il ripristino della fiducia sul piano macroeconomico".

POLITICA MONETARIA - Dato il contesto di debole crescita, la politica monetaria della Bce "resterà accomodante fintantochè necessario", assicura l’Eurotower. "Nelle prossime settimane", prosegue la Bce, "il Consiglio direttivo seguirà con molta attenzione tutte le nuove informazioni sugli andamenti economici e monetari e valuterà l’eventuale impatto sulle prospettive per la stabilità dei prezzi". 

INFLAZIONE - Nell’area euro l’inflazione è diminuita ulteriormente e l’andamento dei prezzi dovrebbe rimanere contenuto nel medio termine. Le aspettative di inflazione per l’area dell’euro, prosegue Francoforte, continuano a essere saldamente ancorate in linea con l’obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo.

SISTEMA BANCARIO -  "Dall’estate scorsa" nell’eurozona "sono stati conseguiti progressi considerevoli" nella ristrutturazione del sistema bancario, in particolare "nel miglioramento della situazione della provvista, nel rafforzamento della raccolta interna nei paesi soggetti a tensioni e nella riduzione del ricorso all’Eurosistema".

GRADUALE RIPRESA - La debolezza dell’attività economica nell’eurozona "si è protratta fino alla parte iniziale del 2013 e per la seconda metà dell’anno si prevede una graduale ripresa, che è soggetta a rischi al ribasso". è la diagnosi contenuta nel bollettino mensile della Bce. "In prospettiva, la crescita delle esportazioni dell’area dell’euro dovrebbe beneficiare del recupero della domanda mondiale, mentre l’orientamento di politica monetaria dovrebbe contribuire a sostenere la domanda interna", si legge nel bollettino, "In aggiunta, il miglioramento osservato nei mercati finanziari dopo l’estate scorsa dovrebbe trasmettersi all’economia reale, nonostante le recenti incertezze".

"Nell’insieme", conclude la Bce, "cio’ dovrebbe concorrere a stabilizzare l’attività economica nell’area dell’euro e determinare una graduale ripresa nella seconda parte dell’anno; allo stesso tempo, gli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori pubblico e privato e le condizioni di credito restrittive connesse seguiteranno a gravare sull’attività economica".

ISTAT: 5,7 MILIONI SENZA LAVORO - Un esercito di circa 5 milioni 720 mila persone: tutte alle prese con un lavoro che non c’è. Lo rileva l’Istat. In Italia, infatti, nel 2012 gli inattivi disponibili a lavorare, in gran parte scoraggiati, sono 2 milioni 975 mila, più numerosi dei disoccupati in senso stretto, 2 milioni 744 mila (VIDEO).

Aumentano in particolare gli inattivi disponibili a lavorare, ovvero coloro che non hanno cercato un lavoro nelle ultime quattro settimane ma sono subito disponibili a lavorare. Secondo l’istituto di statistica nel 2012 gli inattivi disponibili a lavorare sono 2 milioni 975 mila, 78 mila in più (pari a +2,7%) rispetto al 2011.

La quota di questi inattivi sulle forze di lavoro, stabile all’11,6% in confronto a un anno prima, e’ oltre tre volte superiore a quella media europea (3,6%). In Italia, gli inattivi disponibili a lavorare sono più numerosi dei disoccupati in senso stretto (quasi tre milioni contro circa 2 milioni 700 mila), mentre nella media europea si verifica l’opposto: i disoccupati (circa 25 milioni) sono più del doppio di questo segmento di inattivi (8 milioni e 800 mila).

BANKITALIA - E allarmanti sono anche i dati forniti dalla Banca d'Italia. "L’economia italiana sta attraversando la crisi più profonda dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Rispetto al 2007 il prodotto interno è sceso di 7 punti percentuali, il numero di occupati di 600.000 unità", ha detto il vicedirettore generale Fabio Panetta, intervenuto presso l’Universita Federico II di Napoli a un convegno dedicato a 'L’industria italiana e meridionale negli anni della crisi'.

In particolare, ha sottolineato Panetta, "i cali di produzione più pesanti sono stati registrati dall’industria manifatturiera e dal settore delle costruzioni. La produzione industriale è oggi inferiore di quasi un quarto al livello pre-crisi. Si è accentuato il ritardo dell’industria meridionale rispetto a quella del Centro Nord: nel quadriennio 2008-11 il valore aggiunto industriale si è contratto di oltre il 16 per cento nel Sud, a fronte del 10 nel Centro-Nord. Il calo dell’occupazione industriale è stato più che doppio nel Mezzogiorno rispetto alle altre regioni".

In questo momento, ha proseguito Panetta, tutte le energie devono essere rivolte al superamento della crisi. "Ma non si possono dimenticare, o anche solo trascurare - ha rilevato -, i nodi strutturali irrisolti di questo Paese, che rendono difficile fronteggiare la concorrenza in un sistema economico integrato a livello globale, rivoluzionato dai cambiamenti del paradigma tecnologico". "In assenza di adeguati interventi, quando la congiuntura volgerà al meglio - ha concluso - quei nodi saranno ancora lì ad attenderci e a frenare lo sviluppo della nostra economia".