Roma, 14 maggio 2013 -  "Bisogna essere estremamente attenti a toccare una riforma che sta creando gli effetti voluti. Le imprese e gli investitori non amano l'instabilità delle norme". Lo ha detto oggi il ministro del Lavoro Enrico Giovannini in audizione al Senato. Portando i dati Isfol il ministro ha osservato che "sta succedendo quello che la riforma si stava prefigurando" ossia "una riduzione dei contratti di collaborazione e intermittente e uno spostamento verso il tempo determinato", anche se - ha concluso - "è presto per dire che l'aggiustamento è completo". Entro due settimane, sarà perciò avviato un monitoraggio col coinvolgimento "di tutti gli enti che producono dati" come Inps e Inail "e di un comitato scientifico", all'insegna del "dialogo continuo con le parti sociali oltre che con quelle politiche". 

SGUARDO ALL'EUROPA - L'occupazione resta dossier centrale nelle politiche attive del governo Letta ma, per aumentare il numero degli occupati, specie tra i giovani, Giovannini pensa a "modifiche limitate e mirate" della normativa vigente, in particolare "su tempo determinato e apprendistato", non certo a stravolgimenti di impianto o di filosofia della pur contestata riforma. Anche perché - fa capire - il lavoro non si crea per legge né per decreto. "Stiamo lavorando su un pacchetto delle migliori pratiche europee", e "stiamo valutando le proposte che sono state fatte in passato".

PRIMA CRESCERE, POI ASSUMERE - Giovannini insiste:  "Il tema del lavoro è cruciale e lo sappiamo benissimo. Le questioni della situazione dell'occupazione, della disoccupazione e della situazione sociale sono estremamente gravi". Tuttavia, secondo il ministro, "pensare che interventi di natura normativa e puramente fiscale o contributiva sul mercato del lavoro siano sufficienti per riassorbire la disoccupazione è irrealistico. Se la produzione non cresce non c'è possibilità di riassorbirla". E in ogni caso il problema del lavoro non riguarda solo i giovani "visto che - ricorda l'ex presidente dell'Istat - ci sono problemi seri di rioccupazione delle persone di 50-55 anni che, nella situazione attuale, sono in grave difficoltà ad essere reimpiegate".

INTERVENTI SULLA PREVIDENZA - Anche sul fronte pensionistico Giovannini immagina correttivi, con la ''flessibilizzazione'' delle possibilità di uscita dal lavoro ''in cambio di penalizzazioni''. Una misura che piacerebbe sia ai lavoratori sia alle imprese, contrarie ad ogni forma di rigidità. E alle aziende del sistema Italia, gravate da 5 miliardi di oneri burocratici per gestione rapporti e previdenza, il ministro promette anche di più:  una forte "semplificazione burocratica" anche attraverso la delega a un sottosegretario ad hoc, responsabile dello snellimento.