Bruxelles, 15 maggio 2013 - L’ex presidente del Consiglio italiano e della Commissione europea, Romano Prodi, ha lanciato oggi a Bruxelles un vero e proprio allarme sul declino a cui l’Europa rischia di essere condannata, rispetto alle altre economie del mondo, a causa dell’incapacità della Germania di assumere la sua “missione storica” di fare tutto ciò che serve perché esca dalla crisi.

Prodi - che era a Bruxelles in qualità di inviato Onu per il Sahel nel quadro della Conferenza dei donatori per il Mali - ha innanzitutto ricordato che la crisi economica è ormai confinata alla sola Europa, che è a “crescita zero a livello continentale, mentre in Italia c’è il segno negativo. Ma il resto del mondo - ha osservato - non è mai andato così bene, con una crescita del 5%, gli Stati Uniti al 3%, la stessa Africa che si muove. Se non ne usciamo in fretta, alla fine della crisi la classifica generale del modo sarà completamente diversa rispetto a quando vi siamo entrati, con l’Europa in fondo”.

L’Europa, ha continuato l’ex premier, “ha il problema di dover fare in fretta, e ha il problema della Germania: capisco le elezioni” del Parlamento tedesco a settembre, ma a Berlino “non c’è il senso della storia, per le generazioni future. Nessuno vuol dare tutte le colpe ai tedeschi, ma c’è un momento nella storia in cui alcuni hanno la possibilità di cambiare direzione alle cose, e altri meno”.

Per Prodi “è la grandezza della Germania che le dà questa responsabilità: vedere un paese che ha crescita zero, ma una bilancia commerciale fantastica, con un surplus più grande di quello della Cina e inflazione zero, che non capisce che ha una missione storica, e che salvando l’Europa salverebbe sé stessa...”. L’ex presidente della Commissione ha poi accennato alle paure dell’elettorato tedesco di perdere ciò che la Germania ha acquisito in questi anni con il suo sviluppo virtuoso. “Ma questo non è vero”, le decisioni che potrebbero farci uscire dalla crisi “gioverebbero a noi, ma anche alla Germania e all’Europa, in una corsa che di vede andare molto più adagio degli altri”, ha concluso Prodi.

LAVORO AI GIOVANI - Prodi ha sottolineato la necessità per l’Italia e per l’Ue di affrontare come priorità assoluta il problema della disoccupazione giovanile, una questione di cui, fra l’altro, ha riferito di aver parlato con il premier Enrico Letta ieri. “Con Letta abbiamo parlato di tutto, di Africa, di Europa e della strategia italiana in Europa, e in particolare di che cosa il nostro paese può fare per i giovani, per uscire da questo buco nero infernale della disoccupazione, e per fare un modo che questo diventi un disegno europeo, perché da soli non ce la possiamo fare”, ha detto l’ex presidente del Consiglio rispondendo ai cronisti.

“Non si può andare avanti così, perdendo un’intera generazione”, ha continuato Prodi, sottolineando che “l’anno scorso 42.000 italiani sono emigrati in Germania, e sono persone competenti e qualificate, con esperienza internazionale, con una formazione che costa per ciascuno di loro mezzo milione di euro.
Siamo dei suicidi, questa è l’angoscia. Senza queste persone, senza queste risorse non faremo mai una svolta” in Italia. Questa, ha concluso l’ex premier, “è la priorità numero uno: non possiamo essere un paese che importa manodopera di basso livello ed esporta persone specializzate”.

IL GOVERNO LETTA - L’ex premier Romano Prodi si è mostrato piuttosto ottimista sulle prospettive del governo Letta di portare a compimento le riforme per cui è stato fatto, sottolineando la sua fiducia nella saggezza, l’intelligenza politica e la capacità di mediazione del premier Enrico Letta, nonostante le tensioni e il carattere complicato della coalizione che lo sostiene.

A una giornalista che gli chiedeva se si senta più sereno, ora che c’è un governo in Italia, l’ex premier ha risposto: “Certamente: il presidente del Consiglio attuale è una persona di grande saggezza e intelligenza politica, abbiamo lavorato insieme per tanto tempo e abbiamo lavorato bene. Il suo compito non è facile, con questa coalizione complicata; dovrà esercitare tutto il suo senso di equilibrio e della diplomazia”.
A un’altra domanda sulle prospettive che il governo riesca a realizzare almeno le riforme più importanti, Prodi ha poi replicato: “Me lo auguro, è stato fatto per questo motivo. Certo, le tensioni di questi giorni sono preoccupanti. Ma Letta - ha concluso - ha le capacità di mediazione per tradurre le tensioni in collaborazione”.