Milano, 5 giugno 2013 - La crisi e soprattutto la mancanza di lavoro picchia sempre più duro, e sembra non finire. Nella stessa giornata arrivano due allarmi per le imprese: quello di Standard & Poor's, che punta il dito sui tagli ai finanziamenti concessi dalle banche alle imprese, e quello di Confindustria, che punta invece sul calo degli occupati e sulla drastica chiusura delle imprese: 40 al giorno.

Confindustria in particolare rilancia il Progetto per l'Italia, con 5 proposte da attuare il più in fretta possibile.

IL REPORT DI S&P - Allarmante report di Standard & Poor's, secondo cui nel corso del 2012 le banche hanno tagliato alle imprese italiane 44 miliardi di euro di finanziamenti. S&P prevede un sempre maggior ricorso alle emissioni obbligazionarie da parte del nostro tessuto produttivo per far fronte alla ‘stretta’ creditizia.

"Ulteriori azioni negative sul rating sono possibili nel 2013 in mancanza di una ripresa dell’economia domestica nell’ultima parte dell’anno - afferma Standard & Poor’s - Deboli risultati operativi stanno pesando sulla qualità del credito di molte delle 36 società che esaminiamo in Italia".

S&P sottolinea inoltre che il trend dei rating è stato "moderatamente negativo" nel 2012 e nel primo trimestre del 2013. Delle 25 azioni adottate, quelle negative sono state più del doppio di quelle positive.

RATING - In mancanza di una ripresa nell’economia italiana alla fine del 2013, Standard & Poor’s ritiene di poter abbassare ulteriormente i rating delle aziende italiane da essa valutate, in quanto l’indebolimento della loro performance operativa sta pesando sulla qualità del loro credito. L’agenzia di classificazione ricorda come negli scorsi 15 mesi i downgrade di compagnie italiane effettuati siano stati piu’ del doppio dei miglioramenti del rating.

L'ALLARME DI CONFINDUSTRIA - La crisi brucia 539mila posto, e nel settore manifatturiero il numero di occupati è sceso di circa il 10%", e "le imprese italiane saranno probabilmente costrette a tagliare ulteriori posti di lavoro nei prossimi mesi", sostiene il Centro studi Confindustria. L’industria italiana è messa in pericolo dalla durata e dalla profondita’ della crisi, ‘’ma l’Italia ha ottime carte da giocare".

A causa della crisi ogni giorno in Italia chiudono 40 imprese manifatturiere. è l’allarme lanciato dal vice presidente Confindustria per il Centro Studi, Fulvio Conti, alla presentazione del rapporto del Csc sugli scenari industriali. "La profondita’ e la durata degli effetti della crisi - ha spiegato - hanno messo a dura prova la tenuta del tessuto sociale ed industriale del nostro Paese. Otto milioni di persone vivono in condizioni di poverta’, quattro giovani su dieci sono senza lavoro. La produzione industriale è crollata del 25% in media e in alcuni settori di oltre il 40% dal picco pre crisi con circa 40 imprese manifatturiere che spariscono ogni giorno".

LE 5 PROPOSTE - Confindustria rilancia il Progetto per l’Italia. Cinque proposte per il rilancio economico, industriale e sociale del Paese che "daranno frutti nel tempo solo se saranno sostenute da un Governo capace di attuare quelle riforme necessarie per riportare l’Italia suori dalle secche della crisi" ha detto il vicepresidente Fulvio Conti, alla presentazioe dell’ultimo rapporto del Centro studi. 

"La madre di tutte le riforme - ha aggiunto - è avviare una capillare opera di semplificazione normativa e di ‘sburocratizzazione' del Paese, serve una governance pubblica snella, un quadro normativo leggero, chiaro e prevedibile, in cui venga riconosciuto il ruolo centrale dello Stato nelle decisioni di investimento di interesse strategico attraverso una riforma del Titolo V della Costituzione".

E' necessario poi tagliare "in modo drastico i costi per le imprese e aumentare la produttivita’" con un fisco piu’ leggero, semplice e meglio distribuito, riducendo di almeno 11 punti gli oneri sociali che gravano sulle imprese manifatturiere e detassando i salari di produttivita’". Per Confindustria si deve anche "ridare liquidita’ all’economia pagando al piu’ presto tutti i debiti della pa e sostenere l’accesso al credito delle Pmi rafforzando e migliorando gli strumenti gia’ disponibili". Con la quarta proposta l’associazione chiede di "rendere il mercato del lavoro meno vischioso ed inefficiente, attraverso un patto generazionale che favorisca da un lato il ricambio tra le generazioni e dall’altro la coesione sociale.

Occorre ripristinare meccanismi di incentivazione all’esodo e parallelamente introdurre altri, come sgravi fiscali, per dare lavoro a giovani e donne, in articolare nel Sud Italia". Gli industriali auspiacano "alcuni ritocchi alla riforma del mercato del lavoro" per "incanalare positivamente la creativita’ dei giovani e la voglia delle donne di dare un futuro migliore ai loro figli".

Al quinto e ultimo punto Confindustria chiede "di detassare gli investimenti in ricerca e innovazione e favorire gli investimenti pubblico-privati in infrastrutture materiali e non. Per farlo bisogna rivedere i criteri di calcolo dela spesa produttiva e dare un ruolo centrale allo strumento del credito di imposta".

SACCOMANNI - Intanto il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha annunciato che la banca europea per gli investimenti (la Bei) metterà a disposizione circa 15 miliardi quest’anno nella zona euro per gli investimenti delle Pmi. Per l’anno in corso, h adetto Saccomanni durante il question time alla Camera, "a seguito dell’aumento di capitale della Bei per un importo pari a 10 miliardi di euro (al quale l’Italia ha contribuito per il 16%) la disponibilità per investimenti per le piccole e medie imprese, attraverso gli intermediari bancari, è di circa 15 miliardi per l’area dell’Unione europea". Nel 2012 la Bei ha erogato prestiti "per a 10,5 miliardi di euro a favore di circa 200.000 piccole e medie imprese in Europa erogati attraverso i propri intermediari finanziari. La Bei - ha ricordato ancora - "presta in Italia volumi rilevanti (quasi 7 miliardi di euro nel 2012) ed è attiva nel finanziamento delle Pmi. L’Italia è il maggior ‘prenditore’ in quest’ambito: 2,3 miliardi nel 2012".