Roma, 13 luglio 2013 - Ennesimo allarme lanciato dalla Cgia di Mestre sui debiti della pubblica amministrazione: “è verosimile ritenere che i debiti della Pubblica amministrazione italiana nei confronti delle imprese ammontino a circa 120 miliardi di euro”.

Il segretario dell'associazione di artigiani, Giuseppe Bortolussi, stima l’importo in base all’indagine presentata a marzo scorso dalla Banca d’Italia secondo cui il debito della P.a. sarebbe pari a 91 miliardi. Ma “si tratta di una foto scattata il 31-12-2011, più di un anno e mezzo fa - sottolinea Bortolussi - in cui non sono comprese le aziende con meno di 20 addetti che costituiscono il 98% del totale. In questa ricerca inoltre non sono state coinvolte le imprese dei settori sanità e servizi sociali dove si annidano i ritardi di pagamento piu’ eclatanti. Alla luce di questi elementi, riteniamo l’ammontare dei debiti scaduti stimato dalla Banca d’Italia sottodimensionato di circa 30 miliardi di euro”.

Secondo la Cgia dall’inizio della crisi alla fine del 2012 sono fallite per mancati pagamenti oltre 15.000 imprese. La stima è tratta da osservazioni realizzate da Intrum Justitia. Secondo quest’istituto il 25% delle imprese fallite in Europa chiude per ritardi nei pagamenti.

“Tenendo presente che l’Italia è maglia nera in Europa per la mancata regolarità dei pagamenti tra la Pubblica amministrazione e le imprese nonchè nelle transazioni commerciali tra le imprese”, la Cgia stima che tra il 2008 ed il 2010 questa incidenza abbia raggiunto la soglia del 30%, e del 31% nel biennio 2011-2012.
Pertanto, a fronte di oltre 52.500 fallimenti registratisi in Italia nel quinquennio preso in esame, per la Cgia 15.100 chiusure aziendali sono addebitabili ai ritardi nei pagamenti.