Roma, 10 settembre 2013 - Con prospettive economiche così fragili, l'aumento dell'aliquota Iva al 22% sarebbe, secondo Confesercenti, un clamoroso autogol, che rischierebbe di mettere a rischio la
possibile ripresa della spesa delle famiglie.
In assenza di un intervento, dal prossimo 1° ottobre l'aliquota Iva ordinaria (quella che si applica ai 2/3 della complessiva base imponibile) aumenterà infatti dal
21% al 22%.

RANKING EUROPA - Se la misura adrà in vigore - sottolinea Confesercenti - l'Italia "peggiorerà la propria posizione in ambito europeo: già oggi si colloca al di sopra dell'aliquota media UE (pari al 20,5%), occupando (a pari merito con Belgio, Olanda e Spagna) il 6° posto nella graduatoria delle aliquote fra paesi; dopo l'ennesimo aumento, si piazzerà al 5° posto (insieme alla Slovenia) portando a 1,5 punti il differenziale
rispetto all'aliquota media europea".

MAGGIO GETTITO? - "Tale aumento, che nelle previsioni ufficiali dovrebbe garantire un maggior gettito di più di un miliardo per gli ultimi tre mesi del 2013 e di oltre 4 miliardi su base annua a partire dal 2014", rischierà invece di tradursi - secondo l'organizzazione - in boomerang per l'Erario e in fattore di deterioramento della situazione economica. E dall'intera partita (aumento di aliquota e riduzione dei consumi) scaturirà non un aumento ma una riduzione di gettito: 300 milioni, secondo le nostre stime".

AZIONE E REAZIONE - "D'altra parte non è ipotizzabile - continua Confesercenti.- che dell'aumento dell'Iva si facciano completamente carico i produttori (imprese, artigiani, commercianti), lasciando del tutto invariati i prezzi di vendita. La realtà dei settori produttivi, soprattutto di quelli orientati al mercato interno, si segnala infatti per una diffusa sofferenza, fatta di riduzione del volume di affari, di crollo dei margini e di chiusura di decine di migliaia di Pmi".

CONSEGUENZE  - Infine, anche ammesso che l'aumento di aliquota si trasferisse senza contraccolpi sui consumi,  occorrerebbe essere consapevoli - spiega  Confesercenti - dei "gravissimi effetti" che si produrrebbero sul sistema economico e sulle famiglie italiane: "in media, quasi 100 euro di aumento dell'Iva complessiva gravante sui consumi familiari (da 3407 a 3505 euro annui); aumento del tasso d'inflazione di poco più di mezzo punto percentuale; drastico peggioramento della situazione dei cittadini meno abbienti (disoccupati, cassaintegrati, pensionati)".