Roma, 11 settembre 2013 - L’Italia ha bisogno "di una stabilità di governo perché la situazione è molto preoccupante", ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi intervenendo alla presentazione del rapporto del Centro Studi di Confindustria. Per Squinzi serve "un governo che sia effettivamente nella pienezza dei suoi poteri, nella capacità di governare realmente e di mettere in atto quelle misure che sono necessarie per intercettare la ripresa economica".

"Da qui a dire che la recessione è finita ce ne passa molto perché non dimentichiamo che abbiamo da recuperare otto punti percentuali di Pil rispetto al 2007 e quindi ci metteremo qualche anno", ha sottolineato il presidente di Confindustria, commentando le previsioni economiche in lieve miglioramento per l’economia italiana fornite dal centro studi dell’associazione. "Ci sono dei segnali di un cambiamento di trend - ha detto - perché dopo otto trimestri di recessione dovremmo vedere, nei prossimi trimestri, un cambiamento di segno". Tuttavia, secondo il leader degli industriali, "la recessione è finita quando si torna a stare meglio di come si stava precedentemente". Il presidente di Confindustria ha incalzato il governo chiedendo "almeno 4-5 miliardi subito da destinare alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro", sottolineando di "non credere ai miracoli ma nella possibilità di reperire le risors". "Non possiamo accontentarci di una crescita da prefisso telefonico", ha avvertito. 

SACCOMANNI - "Guardare al futuro è l'obiettivo che dobbiamo perseguire con la legge di Stabilità, che è in preparazione in questi giorni", ha sottolineato invece il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, anche lui alla presentazione del rapporto del Centro Studi di Confindustria. "Se, come ha detto più volte Letta, superiamo questa fase di incertezza politica e possiamo fare progressi significativi nel primo semestre dell’anno prossimo per rafforzare la ripresa e lo sforzo di riforma, potremo presentarci al semestre europeo di presidenza italiana con maggiore credibilità", ha detto ancora Saccomanni, sottolineando che l’Italia "deve essere in grado di affrontare grossi dossier su governance europea, unione bancaria e le sfide verso un’unione piu’ genuina con una credibilità e autorevolezza intellettuale che non ci e mai mancata".

Il rapporto del Centro Studi Confindustria "contiene qualche segnale di ottimismo che è stato faticoso cercare di sottolineare nei mesi scorsi. Mi sono sentito un po' come il gregario che tenta una fuga sullo Stelvio e il gruppo rimane indietro". Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ricorre a una metafora ciclistica per far capire come il cauto ottimismo sulla ripresa sia ora condiviso anche da chi prima era scettico. "Oggi mi sembra che alcuni del gruppo, o comunque tra i più importanti, mi stiano raggiungendo e questo è un fatto positivo", ha affermato Saccomanni.