Milano, 12 settembre 2013  - Il gruppo Riva ferma tutte le attività produttive di Riva Acciaio e annuncia 1.400 esuberi. Il provvedimento di stop - afferma una nota - si è reso necessario poiché il sequestro preventivo, ordinato dalla Magistratura di Taranto e notificato a Riva Acciaio lo scorso 9 settembre "sottrae all’Azienda ogni disponibilità degli impianti  e determina il blocco delle attività bancarie, impedendo pertanto la normale prosecuzione operativa della società". 

STABILIMENTI COINVOLTI -  Gli stabilimenti interessati dal blocco sono quelli di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e le attività di servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti). Tali attività - ricorda la nota - non rientrano nel perimetro gestionale dell’Ilva e non hanno quindi alcun legame con le vicende giudiziarie che hanno interessato lo stabilimento Ilva di Taranto. La decisione, comunicata al custode dei beni cautelari, Mario Tagarelli, e illustrata alle Rappresentanze Sindacali dei diversi stabilimenti coinvolti, "si è resa purtroppo necessaria poiché il provvedimento di sequestro preventivo penale del gip di Taranto, datato 22 maggio e 17 luglio 2013 e comunicato il 9 settembre - in base al quale vengono sottratti a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali - fa sì che non esistano più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività".

PROTESTA DI LAVORATORI E SINDACATI - Dopo la nota dell’azienda è subito scattata la protesta dei lavoratori e dei sindacati. La Fim Cisl diffida l’azienda dal bloccare le attività a dall’avviare la messa in libertà dei lavoratori invitandola "a ricorrere immediatamente all’utilizzo degli ammortizzatori sociali", oltre che a chiedere alla "la procura in tempi rapidi di scorporare dal provvedimento di confisca tutto ciò che impedisce la normale prosecuzione dell’attività produttiva e lavorativa".

Anche Maurizio Landini, segretario nazionale dela Fiom Cgil, considera la scelta di Riva "un atto di drammatizzazione inaccettabile perché scarica sui dipendenti responsabilità non loro". "Così la situazione non e’ piu’ gestibile - aggiunge Landini - quindi chiediamo al governo di convocare con urgenza un tavolo e di dare il via al commissariamento, come previsto dal decreto Ilva, di tutte le società controllate dal Gruppo, comprese Riva Acciai e Riva Fire, al fine di garantire l’occupazione e la continuità produttiva".

Riva Acciaio, nella sua nota, fa sapere che impugnerà nelle sedi competenti il provvedimento di sequestro, già attuato nei confronti della controllante Riva Forni Elettrici "ma nel frattempo deve procedere alla sospensione delle attività e alla messa in sicurezza degli impianti cui seguirà, nei tempi e nei modi previsti dalla legge, la sospensione delle prestazioni lavorative del personale (circa 1.400 unità), a esclusione degli addetti alla messa in sicurezza, conservazione e guardiania degli stabilimenti e dei beni aziendali".

SQUINZI - Per il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, "1.400 posti che si perdono nel Paese sono un altro colpo drammatico per 1.400 famiglie". "Credo che ci voglia un po' di buonsenso per discutere e trovare delle soluzioni in maniera equilibrata - dice a margine di Atreju -. E’ un problema molto serio su quale dobbiamo ragionare, perché dobbiamo assolutamente uscire da questa situazione".

In una nota, poi, Confindustria auspica che, "in un clima meno esasperato, sia possibile trovare una soluzione che garantisca l’occupazione e l’attività industriale". Lo si legge in una nota in cui l’associazione degli industriali afferma di seguire "con grande preoccupazione il blocco delle attività del gruppo Riva". ''Il fermo della produzione, infatti, - prosegue Confindustria - avrà un impatto negativo sull'occupazione e su tutti i settori direttamente e indirettamente collegati alle produzioni siderurgiche, peraltro in una fase particolarmente delicata per la nostra economia''.

IL MINISTRO ORLANDO - "I Riva hanno reagito al sequestro licenziando i lavoratori, con un rapporto di causa-effetto tutto da discutere", dice, dal canto suo Andrea Orlando, ministro dell’Ambiente. "Le uniche fabbriche che non hanno avuto ripercussioni dal provvedimento della Magistratura sono state quelle commissariate", aggiunge, ricordando le vicende giudiziarie che hanno investito il gruppo.

"IL MINISTERO ASSICURA LA CIG" - Intanto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, assicura che "il governo ha garantito da subito la copertura degli ammortizzatori sociali utili ai 1.400 addetti dei 7 siti e delle 2 società di trasporti e servizi facenti capo a Riva Acciaio presenti sul territorio nazionale". La comunicazione è giunta al termine di un vertice presso il Ministero dello Sviluppo economico a cui hanno preso parte le segreterie nazionali dei sindacati metalmeccanici insieme al ministro Claudio Zanonato e il sottosegretario del dicastero Claudio De Vincenti