Vilnius, 13 settembre 2013 - La Ue lancia un nuovo monito all'Italia affinchè eviti l’instabilità politica e si concentri sulle riforme economiche. "L’Italia ha avuto alcune turbolenze politiche recentemente, ma il Governo ha preso chiari impegni che sta mandando avanti", ha detto il commissario Ue agli affari Economici Olli Rehn in occasione della riunione dell’Ecofin.

"Ora è importante che però il paese eviti l’instabilità politica e si concentri sulle riforme economiche perché questo è quello che le serve". Rehn ha inoltre ricordato gli ultimi dati sul Pil (che nel II trimestre certificano il -0,3% congiunturale e il -2,1% tendenziale), dati che "non sono buoni per assicurare il ritorno alla ripresa". Per questo obiettivo, ha ricordato, "serve mantenere la stabilità politica. E’ un fattore essenziale".

Parole a cui ha fatto ecco il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. "Per l’Italia la cosa più importante è la stabilità politica", ha risposto ai giornalisti.

"Il premier Letta e il ministro Saccomanni hanno ribadito più volte l’impegno dell’Italia a rispettare gli obiettivi di bilancio e a mantenere il deficit sotto il 3%, e abbiamo fiducia che il governo rispetti la parola perché è essenziale per il ritorno alla crescita", ha concluso Rehn.

LETTA - E di crisi e ripresa ha parlato anche il presidente del Consiglio, Enrico Letta, intervendo alla 47/a Settimana sociale dei cattolici italiani. "Il debito è un incubo per chi governa il Paese in questo momento. Il debito è mangiarsi il futuro, vuol dire risolvere i problemi di oggi con le risorse dei nostri figli", ha detto il premier.

"Le famiglie, la famiglia italiana ha attutito l’impatto della crisi. Ha fatto sì che dal punto di vista di alcune dinamiche sociali fosse meno invasiva rispetto ad altri paesi europei, anche se da noi è stata più pesante",  ha proseguito Letta. "In questi anni così difficili - ha aggiunto - proprio il ruolo svolto dalla famiglia superiore alle sue stesse forze forse è servito per l’intera società italiana".

"I mesi che abbiamo davanti sono molto importanti per la credibilità del nostro Paese - ha proseguito il premier -. Manterremo gli impegni sui debiti, li pagheremo e per farlo bisogna essere seri e non dare l’impressione che siamo sempre sull’orlo di un vulcano in ebollizione".

"Il nostro Paese si salva solo se c’è fiducia e la fiducia passa per la responsabilità di ciascuno di noi e la capacità di ognuno di fare la sua parte - ha concluso Letta -. Siamo qui per lavorare perchè la speranza e il futuro si declina con un Paese che riprende ad avere una dinamica demografica positiva".

Il presidente del Consiglio è quindi tornato a ribadire l'impegno dell'Italia durante una visita al cantiere di Expo 2015. "Ci sono tutte le condizioni perché non si sfori il 3%", ha detto, dunque l’impegno è che "terremo i conti sotto il 3%".Il premier ha anche sottolineato che Expo Milano 2015 "è un’occasione per dare un’immagine positiva per l’Italia, e Dio sa quanto c’è bisogno di dare immagini positive dell’Italia".

In serata è intervenuto alla Festa nazionale di Scelta Civica a Caorle. “L’intervento sul cuneo fiscale è essenziale: ridurre le tasse sul lavoro lo considero essenziale” e la “detassazione del lavoro sarà una questione chiave della legge di stabilità - ha detto - “Il motivo per cui il datore paga 100 e il lavoratore ne vede 50 sappiamo che è uno dei problemi più grossi che abbiamo. Sulla detassazione del lavoro si gioca” la possibilità di ripartire.

"La ripresa c'è, è qui", ma bisogna "andarla a prendere, afferrarla", ha continuato. “La service tax sarà equa, progressiva e destinera’ molta attenzione alle famiglie numerose. Sarà un intervento equilibrato che non sfascerà i conti pubblici”, ha assicurato.

“Voglio da qui lanciare un messaggio molto forte contro la conservazione fine a se stessa.
Cambiamo l’Italia, e non abbiamo paura di un cambiamento che vada nella direzione giusta, fatto per bene, con efficienza”, ha detto il presidente del Consiglio citando le riforme istituzionali come primo obiettivo, ora, del suo governo.


“Non stiamo sfasciando la Costituzione fatta dai Padri Costituenti, dobbiamo ammodernarla”, ha detto, osservando che “il tema della riforma della politica, primo punto della riflessione, è stato oggetto di polemiche che voglio respingere con forza”. Il presidente del Consiglio si è rivolto a “tutti quelli che dicono che le cose vanno bene così, che non bisogna toccare nulla” chiedendo “Ma ci rendiamo conto dove ci ha portato il conservatorismo istituzionale in questo Paese?”.


“Penso che la nostra Costituzione - ha osservato Letta - nella prima parte sia la più bella del mondo, ma non nella seconda. Due camere che hanno esattamente gli stessi compiti, e una legge elettorale che da maggioranze diverse, non può funzionare, è una follia”.

E alla prima occasione 'politica' utile arriva la replica, indiretta ma decisamente dura, del premier
Enrico Letta alle stilettate di Matteo Renzi che l'altro ieri, a 'Porta a Porta', aveva definito il premier un uomo attaccato alla sedia. "Se c'è una cosa che detesto - gli ha risposto Letta dalla Festa di Scelta Civica a Caorle - è la politica fatta a battute che in questo periodo, invece, trionfa. La vita delle persone non la si risolve a battute, ma con i provvedimenti giusti, che hanno bisogno di approfondimenti". Immediata è arrivata da Firenze la replica di Renzi: "La differenza tra i politici non è fra chi fa le battute e chi non le fa ma fra chi fa le cose e chi le rinvia".


SACCOMANNI - Il rispetto dei parametri del 3% di deficit ‘’non è in discussione’’, ha assicurato il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, in conferenza stampa all’Ecofin. ‘’Non ho elementi per modificare la mia previsione, non ci sono choc particolari’’, ha risposto a chi gli ha chiesto se si sentiva di confermare che la ripresa in Italia arriverà entro fine anno. "A livello europeo si prende nota che la ripresa dell'economia europea è visibile ma ancora fragile in particolare l'ultimo dato della produzione industriale è stato negativo non solo in Italia ma anche in Europa in generale''.

Sull’Imu ‘’c’è un po’ di non piena comprensione e li ho rassicurati. Ho spiegato - ha detto - che ‘’ci sarà la Service Tax’’.

E riguardo a un'ipotesi di manovra correttiva a fine anno: "Stiamo affinando le nostre stime, il 20 settembre verrà presentata la Nota di aggiornamento al Def, e il 15 ottobre la legge di stabilità e ho chiesto a tutti i ministri di fare la loro parte”: così Saccomanni ha risposto a chi gli chiedeva se ci sarà necessità di una manovra correttiva a fine anno. 

‘’Una crisi di governo in questo momento sarebbe alquanto irrazionale’’, ha aggiunto infine il ministro dell'Economia sul caso Berlusconi. 

TAJANI - Il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ha annunciato invece che l’Italia si sta muovendo per il pagamento dei debiti pregressi della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, ma le cifre stanziate "non sono esaustive del debito", e l’auspicio è che paghi "tutti i debiti pregressi entro la metà del 2015". Tajani ha spiegato che il nostro Paese rischia l’apertura della procedura di infrazione europea per l’applicazione della direttiva dei pagamenti della pubblica amministrazione. "Entro il 4 ottobre aspetto risposte per sapere come intende colmare le lacune - ha detto Tajani - poi avrò dieci settimane per valutare se aprire la procedura di infrazione".

BANKITALIA - Intanto la Banca d'Italia ha comunicato che, nei primi sette mesi dell’anno, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 225 miliardi, in aumento dell’1,4% (3,2 miliardi) rispetto a quelle dello stesso periodo del 2012. Nel solo mese di luglio 2013 si sono attestate a quota 35,572 miliardi di euro, il 14,5% in meno rispetto ai 41,652 miliardi di luglio 2012.

Nel supplemento al Bollettino statistico 'Finanza pubblica', inoltre, Bankitalia ha reso noto che il debito delle Amministrazioni pubbliche è diminuito a luglio di 2,3 miliardi rispetto al mese precedente risultando pari a 2.072,9 miliardi. Nei primi sette mesi dell’anno, però, l’incremento del debito è stato pari 84,2 miliardi e riflette il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche per 50,0 miliardi e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro per 33,8 miliardi. Sul fabbisogno ha inciso per 8,7 miliardi il sostegno ai paesi dell’area dell’euro in difficoltà (comprendente la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’European Financial Stability Facility, pari a 5,8 miliardi e il versamento effettuato in aprile della terza tranche per la sottoscrizione del capitale dell’European Stability Mechanis per 2,9 miliardi).