Roma, 18 settembre 2013 - DEBITO pubblico troppo elevato, disoccupazione alle stelle e scelte di politica economica, come l’abolizione dell’Imu su tutte le prime case, che vanno "in direzione opposta rispetto alle raccomandazioni del Consiglio europeo". A condire il tutto, il peggiore dei mali: l’instabilità politica, che frena gli investimenti e una ripresa "quanto mai necessaria". Olli Rehn, vicepresidente della Commissione Ue e responsabile degli Affari economici, parla dell’Italia in commissione bilancio del Senato, usa parole urticanti e scatena il Pdl.

Tuttavia i conti davvero non tornano tanto che Saccomanni, durante l’incontro con Rehn, ammette che sarà difficile evitare l’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22% dall’1 ottobre. Servirebbe un miliardo, ma la coperta è troppo corta. Nella nota di aggiornamento del Def, che verrà approvata venerdì, e nella Legge di stabilità "sarà ribadito l’impegno a contenere il deficit entro il 3%", assicura Saccomanni.


Approfittando del ritorno a Maranello del suo connazionale Räikkönen, Rehn invece sottolinea: "Spero sia fonte di ispirazione. Come la Ferrari, l’Italia incarna grande tradizione, stile e capacità tecnica, però per poter vincere non basta. Bisogna avere un motore più competitivo. Spero che l’Italia guidi con due mani sul volante e resti in pista".

A far inviperire i berlusconiani non sono tanto le metafore sportive del commissario, che si dovrà esprimere sulla Legge di stabilità, quanto le bacchettate sull’Imu. Bruxelles, ricorda Rehn, "ha il dovere di chiedere correzioni quando le decisioni degli stati membri non sono coerenti con gli impegni concordati"; "l’abolizione dell’Imu sulla prima casa preoccupa, la Commissione europea chiede di spostare la pressione fiscale dai fattori produttivi verso il patrimonio e i consumi"; "sarà nostro dovere verificare la service tax"; "la crisi non è finita e il livello di attenzione deve restare alto, anche se ci sono segnali di miglioramento". Il commissario Ue ci ricorda poi che sì, siamo usciti dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo, ma anche che dovremo "essere all’altezza degli impegni assunti, altrimenti la procedura si riapre".

"È ORA di finirla con i caporali di giornata come questo Rehn, un signor nessuno, una persona sgradita: prenda l’aereo, torni a casa e paghi tutte le tasse che vuole", sbotta Maurizio Gasparri. Il segretario del Pdl, nonché vice premier Alfano, sottolinea: "Basta con questa Europa che alza sempre il ditino e ci fa il rimprovero preventivo perché non si fida di noi. Siamo un Paese affidabile".

Un po’ piccato è anche il presidente di Ferrari, Montezemolo: "L’Italia è come e più della Ferrari. L’Europa non deve coltivare il mito del rigore fine a se stesso. Di rigore si muore". Al contrario Mario Monti ha telefonato a Rehn per esprimere "rammarico per le parole inqualificabili pronunciate da Gasparri". Ringraziamenti al commissario Ue per "l’attenta e lucida relazione", sono arrivati dal Pd Francesco Boccia. Al contrario, il vice presidente piddino del Parlamento europeo Gianni Pittella ha attaccato: "Rehn la smetta di fare il maestrino e si dimetta subito per manifesta incapacità". Nel frattempo, il capogruppo del Pdl Brunetta se l’è presa con la Confindustria che ha definito l’abolizione dell’Imu un intervento "costoso, iniquo che peggiora la competitività".