Roma, 27 settembre 2013 - Appare ormai inevitabile un aumento dell’Iva da martedi’. Non ci sara’ quindi nessun congelamento fino a gennaio. Il decreto con lo stop alla stretta non e’ stato nemmeno esaminato dal Consiglio dei ministri. Il premier, Enrico Letta, e’ stato chiaro: non e’ possibile esaminare alcun provvedimento economico senza prima un chiarimento definitivo. Chiarimento che dovra’ arrivare in Parlamento, tra lunedi’ e martedi’, e comunque anche qualora l’esito fosse positivo non ci sarebbero i margini necessari per convocare una nuova riunione del Consiglio dei ministri in tempo utile per congelare l’aumento delle aliquote dal 21 al 22%, previsto dal 1 ottobre. “In questa condizione non e’ possibile evitarlo. L’aumento Iva ci sara’”, ha detto chiaro e tondo il ministro Graziano Delrio lasciando Palazzo Chigi.

La copertura del rinvio dell’aumento dell’Iva, in base alla bozza del decreto circolata prima del Cdm, doveva essere assicurata da un incremento delle accise sui carburanti fino a 2,5 centesimi al litro e da un aumento degli acconti Ires e Irap. Rinviata, in attesa del chiarimento, la ‘manovrina’ con il rientro del deficit dal 3,1 al 3% per rispettare gli impegni con l’Europa, il rifinanziamento delle missioni internazionali e della cig in deroga. La bozza del decreto prevedeva, a copertura della ‘correzione’, tagli alla spesa dei ministeri a esclusione del dicastero dell’Istruzione e dell’Universita’ e dei fondi da destinare all’Expo e un’accelerazione alle dismissioni degli immmobili pubblici. Il dl destinava inoltre 330 milioni per rifinanziare la cig in deroga per il 2013, 35 milioni alla carta acquisti per l’anno in corso e prevedeva un aumento di 20 milioni del fondo per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Tra le misure figuravano inoltre garanzie dello Stato per gestire i rischi derivanti dalle operazioni in strumenti derivati.

NON AUMENTANO LE SIGARETTE - Non ci sarà alcun rincaro sul prezzo delle 'bionde'. Un articolo della bozza del provvedimento, infatti, dispone che non vi saranno effetti depressivi sul mercato dei tabacchi lavorati in genere. Il ragionamento è questo: per evitare che l’aumento dell’Iva deprima un mercato già segnato dalla crisi, viene stabilita una riduzione compensativa dell’aliquota di base dell’accisa sui tabacchi lavorati. In questo modo, anche quando scatterà l’aumento dell’Iva, le 'bionde’ saranno salve. Viene cioè stabilita una diversa ripartizione dei prezzi che, pur comportando diverse aliquote di imposta sul valore aggiunto e di accisa, rispetto a quelle attuali, mantiene invariata la cosiddetta quota fornitore, cioè i ricavi dei produttori.

RIFINANZIATA LA CIG - Nella bozza del decreto è previsto inoltre che la Cassa integrazione in deroga è rifinanziata per il 2013 con un’ulteriore somma di 330 milioni di euro "da ripartirsi tra le regioni". Arriva anche il rifinanziamento della carta acquisti per 35 milioni di euro.

RABBIA DEI PETROLIERI - "E’ ormai evidente a tutti che il bancomat dei carburanti si è rotto e sarebbe assolutamente irresponsabile aumentare ancora le accise sui carburanti creando nuove spinte recessive". E’ quanto afferma il presidente dell’Unione Petrolifera, Alessandro Gilotti, in merito alle ipotesi di un nuovo aumento delle accise allo studio del Governo per evitare l’aumento di un punto dell’Iva che dovrebbe scattare dal 1° ottobre.