Roma, 12 ottobre 2013 - Bisognerà attendere lunedì per sapere se l'assemblea dei soci darà il suo assenso all'aumento di capitale da 300 milioni necessario a ridare ossigeno ad Alitalia. Intanto gli occhi restano puntati su Air France-Klm, a cui oggi si è rivolto il ministro per le infrastrutture Maurizio Lupi. "Mi auguro che anche Air France, che ha votato per l’aumento di capitale, partecipi dimostrando lo stesso interesse che dimostrano i privati", ha detto l'esponente di governo.

L’adesione di Air France all’aumento di capitale, secondo indiscrezioni, non sarebbe affatto sicura: il sì espresso dai consiglieri francesi in cda (dopo il ‘no’ del 26 settembre), infatti, non implicherebbe l’effettiva sottoscrizione. I francesi, che a febbraio hanno già versato 38 milioni per il prestito ponte, ribadiscono da tempo che il loro aiuto è vincolato a "condizioni rigide", tra cui la riduzione del debito (superiore al miliardo) e un nuovo piano industriale, oltre a chiedere garanzie sul nuovo management. Una fonte vicina all’azienda avrebbe spiegato a Le Monde che il vettore francese chiede in particolare che l’ad Gabriele Del Torchio "cambi strategia, che rinunci ad aprire delle nuove linee e ad acquistare degli aerei". Voci che, però, non hanno trovato nessuna conferma ufficiale da parte del gruppo.

I francesi, con il 25% di Alitalia, dovrebbero sottoscrivere 75 milioni. Se non partecipassero all’aumento (con una conseguente diluizione della quota), considerato che Poste Italiane e le banche Intesa SanPaolo e Unicredit hanno accettato di garantire l’inoptato fino a 175 milioni, ai soci italiani resterebbero da versare complessivamente altri 125 milioni. Una prima conta si potrà fare lunedì in assemblea (che verrà preceduta da un nuovo cda), quando i soci saranno chiamati a votare la manovra da complessivi 500 milioni (di cui 200 di linee di credito da parte delle banche). Indipendentemente dal voto in assemblea, però, i soci avranno poi un mese di tempo (fino al 14 novembre) per decidere se e per quale ammontare partecipare all’aumento.

Intanto Intesa Sanpaolo ha messo in chiaro di non essere azionista di lungo termine e di essere "orientato nel medio termine a passare il bastione di comando". Il presidente del consiglio di gestione della banca, Gian Maria Gros Pietro, ha precisato che l'obiettivo "è quello di tutelare l'investimento". Gros Pietro ha anche lanciato un monito al management. "La società non è stata guidata da professional e ora questo va cambiato - ha detto -. Aspettiamo di sentire quello che dice Air France. Noi chiediamo trasparenza nella gestione verso gli azionisti, non si può dire quindici giorni prima che non ci sono i soldi per pagare il carburante".