dall'inviato DAVIDE NITROSI

Londra, 6 novembre 2013 - Un miliardo a 600 milioni di investimenti entro il 2017 e 700 milioni di dividendi da distribuire ai soci nello stesso periodo. Sono questi alcuni degli obiettivi del piano industriale 2013-2017 di Pirelli illustrato oggi a Londra alla comunità finanziaria dal presidente e ceo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, e dal top management. Un piano quadriennale che punta soprattutto sullo sviluppo del cosiddetto settore premium (pneumatici di misura superiore, dai 17 pollici in su) i cui volumi cresceranno del 44% nel 2016, con ricavi stimatii in aumento al 60% nel 2016. E tiene conto della marcia dei mercati sudamericani e asiatici che traineranno il Pil mondiale, sopperendo al ritardo dell'Europa e fungendo da punti di forza allo sviluppo mondiale di Pirelli.

Il piano prevede una generazione di cassa lorda (prima degli investimenti e dei dividendi) pari a circa tre miliardi di euro, ai quali si assommanno 150 milioni derivati dalla cessione di asset finanziari. "La liquidità complessiva ", spiega Pirelli, "servirà per finanziare 1,6 miliardi di investimenti nell'arco del piano, distribuire 700 milioni di dividendi (con un payout confermato pari all 40% dell'utile netto consolidato) e consentirà' infine di ridurre la posizione finanziaria netta, con 850 milioni di euro di cassa netta". Il 38% degli investimenti sarà' allocato in Europa, il 26% in America latina, il 14 % nell'Asia Pacifico, il 10% nel Nord America, il 6 % in Russia e il 6% in Medio Oriente, Africa e India.

Nella sua relazione Tronchetti ha voluto sottolineare la trasformazione culturale di Pirelli, che sul fronte della governance prevede fra l'altro una riduzione dei membri del cda (da 19 a 15), rassicurando sulla politica di dividendi. "Pirelli tornerà a generare liquidità, piu di 700 milioni andranno a remunerazione degli azionisti confermando la nostra politica di dividendi", ha garantito.

Il piano industriale Pirelli 2013-2017 giunge a due anni di distanza dal piano industriale con visione al 2015 presentato nel novembre 2011. "Il piano - spiega Pirelli in una nota - si inserisce in un contesto macroecomico profondamente mutato rispetto a quello precedente, con un 2012 e un 2013 fortemente condizionati dalla crisi che ha colpito in particolare l’economia europea. In Europa, infatti, la difficile situazione congiunturale si è tradotta in un ritardo di circa due anni rispetto a quelle che erano allora le prospettive di crescita dell’area".

Il piano prevede uno sviluppo intenso del settore premium. "Un settore", ha esordito Tronchetti illustrando il piano, "che non è semplicemente un prodotto, ma un nuovo modo di lavorare: quello di creare valore. Per sviluppare un piano di questo genere abbiamo analizzato i nostri punti di forza, ma anche i settori dove abbiamo bisogno di rafforzarci o aumentare il ritmo". Dal settore premium, ha sottolineato Tronchetti, sono stati generati il 53% degli introiti, con utili cresciuti del piu 7 % rispetto a due anni fa.

Fondamentale però è anche l'attenzione ai mercati dei cosiddetti paesi emergenti. "Abbiamo un posizionamento geografico concorrenziale nell'economia a rapido sviluppo", dice Tronchetti, "Generiamo il 63% dei profitti in questi paesi con una crescita del 9% rispetto 2011. Tutte le regioni in sviluppo hanno contribuito a questa crescita".

Tronchetti ha anche descritto gli scenari macro economici che sono di sottofondo al piano industriale Pirelli, sottolineando come la crescita del Pil mondiale sara guidata da Cina, Usa e paesi Lapam (Sud America). "L'Europa ha un ritardo di due anni - ha registrato Tronchetti -.  Si nota un ripristino timido in Europa che però' non prenderà piede nelle zone periferiche del continente fino al 2015. Il Pil che ci si aspettava nel 2015 sarà raggiunto nel 2017. Ci sono punti fondamentali per le fonti di energia non convenzionali che lasceranno l'America con un tasso di crescita del 3,1%. Eventi come la coppa del mondo  dovrebbero invece sostenere il Brasile, con la crescita dell'intera area latino-americana. La Russia e i paesi limitrofi non avranno una crescita come nel periodo pre-crisi, i prezzi del petrolio dovrebbero restare moderati e gli investimenti critici per sostenere la crescita. Il Pil cinese dovrebbe crescere ma restando sotto l'8%, quandi piu bilanciato. Il 73% della crescita del Pil nel 2017 sarà comunque guidato dalle economie in rapido sviluppo".