Roma, 3 gennaio 2014 - Per la prima volta dal luglio 2011, lo spread tra Btp/Bund scende sotto la soglia psicologica dei 200 punti toccando i 199, anche il rendimento va sotto il 4% al 3,95%. Le prospettive di una ripresa economica vengono confermate dagli ultimi dati macro e spingono gli investitori a puntare sui Paesi che, fino a qualche mese fa erano nell’occhio del ciclone: Spagna e Italia su tutti.

Anche la chiusura avviene sotto la soglia record: a fine giornata lo spread tra il benchmark decennale italiano e il pari scadenza tedesco vale 197 punti base, quattro in meno rispetto alla chiusura di ieri a 203 punti base, già ai minimi da metà 2011. Il rendimento dei titoli italiani è al 3,91%, confermandosi anche oggi sotto la soglia del 4 per cento. La seduta di oggi si connota anche per il nuovo sorpasso della Spagna sull’Italia. Lo spread tra i Bonos e i Bund ha chiuso a 196 punti base, sotto di tre punti rispetto a quello italiano. Il rendimento dei titoli spagnoli e’ al 3,9 per cento.

LETTA - “E’ una grande notizia, il calo dello spread eè frutto di un grande lavoro e soprattutto del sacrifico di tutti gli italiani, nessuno ha la bacchetta magica. L’Italia e’ nella in giusta direzione”. Così il premier Enrico Letta al Tg1.

SACCOMANNI - Soddisfatto il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni secondo cui lo spread in calo porterà più risorse per la crescita. “Lo spread che a inizio anno si aggira attorno ai 200 punti base, scendendo anche sotto tale soglia - spiega il ministro - indica che i mercati apprezzano l’operato del governo, il suo impegno per il mantenimento della stabilità dei conti e per l’avvio delle riforme, sia istituzionali che economiche”. Per Saccomanni “di particolare rilievo è il dato sui rendimenti, sotto il 4%. Questo - osserva - si tradurrà in una minore spesa per interessi sul debito pubblico e nella possibilità di avere a disposizione più risorse per investimenti e per alleggerire il carico fiscale. Inoltre La riduzione dello spread si rifletterà in migliori condizioni di accesso al credito per imprese e famiglie”.

LUPI - Anche il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi si dichiara soddisfatto e rivendica le scelte politiche fatte. “La stabilità paga. La discesa dello spread sotto i 200 punti dopo i picchi negativi di oltre 550 non risolve magicamente i problemi ma documenta un significativo risparmio per gli interessi che lo Stato paga sul debito e quindi un risparmio per tutti: le famiglie, i cittadini e le imprese”. Per il ministro serve ora “un chiaro patto di governo su cinque priorità per il 2014”. Secondo Lupi, il calo dello spread è “un altro indicatore che si aggiunge ai segnali positivi di fine 2013”, come “l’arresto della discesa del Pil nel terzo trimestre e la previsione di un ritorno al segno più nel quarto, la registrazione del calo della pressione fiscale, i dati di crescita nel rifornimento delle scorte dal settore autotrasporti, i 19 miliardi di euro di investimenti nel settore della casa prodotti dagli incentivi fiscali del governo”.

“La scommessa del governo è ‘fare’ - sottolinea il ministro - e legare a questo inizio di ripresa una crescita anche dell’occupazione. A questo serve un chiaro patto di governo su cinque priorità per il 2014 che torni - come ha detto il presidente Napolitano nel duo discorso di fine anno - a dare speranza alle imprese che hanno avuto il coraggio di continuare a investire e a creare lavoro e alle famiglie che sono state il vero ammortizzatore sociale che ha tenuto in questi anni di crisi”. Sull’argomento interviene anche il vice premier Angelino Alfano che giudica la discesa del differenziale sotto i 200 punti “un ottimo inizio dell’anno, ed è una tassa occulta in termini di interessi per famiglie in meno. E’ la base per rilanciare la nostra economia”.

LA SCHEDA - Dal record storico dei 575 punti base di novembre 2011, nei giorni della fine dell’Esecutivo Berlusconi, passando per la soglia-Monti a quota 287, quindi un nuovo decollo sopra la quota dei 500 punti a luglio 2012 fino a rivedere oggi i minimi da due anni e mezzo, sotto i 200 punti. Ecco in sintesi le principali tappe segnate dallo spread tra crisi del debito, contromosse Bce, ma anche scossoni delle vicende politiche italiane con il passaggio di tre governi, tra elezioni e riconferma di Napolitano alla presidenza.

= 2011 = - 9 novembre: lo spread, da giorni vicino ai 500 punti in vista di un possibile addio di Berlusconi, supera la fatidica soglia, e tocca il record di 575 punti con il rendimento del Btp che schizza al 7,47% - 16 novembre: il governo passa da Berlusconi a Monti, ma per lo spread non c’e’ pace: il differenziale e’ a 530 punti con il rendimento ancora al 7% - 30 novembre: la svolta arriva con l’intervento delle banche centrali di mezzo mondo, che intervengono pesantemente per aumentare la liquidita’. Lo spread scende a 474 - A fine dicembre torna la tempesta; lo spread vola sopra 500.
= 2012 = - A fine gennaio inizia una lunga discesa: il 19 marzo tocca 276 - 24 luglio: per i timori sulla Spagna, lo spread torna rapidamente a salire, si arriva fino a quota 528.
- 26 luglio: Draghi promette di fare tutto il necessario per salvare la moneta unica e assicura che ‘’bastera’’’. Sui mercati torna il sereno. Le Borse si riprendono e il differenziale si raffredda progressivamente.
- 6 settembre: arriva la svolta vera della Bce con il piano anti-spread Omt che prevede acquisti illimitati di titoli di Stato. Lo spread scende sotto i 400 punti a 370.
- 17 ottobre: schiarita sul possibile salvataggio della Spagna, lo spread va giu’ a 313 punti.
- 3 dicembre: La Grecia annuncia il buyback di titoli di Stato, la Spagna formalizza la richiesta di aiuti per le sue banche e il differenziale scivola fino a toccare i 292 punti.
= 2013 = - 2 gennaio: la prima seduta dell’anno e’ sotto la ‘soglia Monti’ di 287, a 283 punti col tasso al 4,27%.
- 25 gennaio: il differenziale scende a 245 punti base, minimi da luglio 2011.
- 7 febbraio: la forbice torna a riallargarsi a 300 punti base.
- 27 febbraio: lo spread risente del risultato elettorale e dell’incertezza politica. Sale a 350 punti base.
- 22 aprile: nel primo giorno di scambi dopo la rielezione di Napolitano tocca i 279 punti.
- 30 aprile: dopo il si’ di Camera e Senato, il governo di Letta ‘incassa’ anche la fiducia del mercato, con lo spread che si restringe fin sotto la soglia dei 270 punti.
- 20 giugno: la Fed Usa preannuncia la riduzione delle iniezioni di liquidita’ a sostegno dell’economia e infiamma i mercati. Lo spread di nuovo vicino a quota 300.
- 9 agosto: si susseguono notizie incoraggianti sulla ripresa dell’economia e lo spread scivola sotto la soglia dei 250 punti, a 248, a un passo dai minimi degli ultimi due anni.
- 12 agosto: continua lentamente ma in modo costante il calo dello spread. Scende fino a quota 245 prima di chiudere a 245,5 punti base, segnando il minimo dal 22 luglio 2011.
- 28 agosto: pesa la crisi siriana e lo spread torna sopra 260 - 30 settembre: dopo un mese di cali, le tensioni sull’annuncio delle dimissioni dei parlamentari Pdl fa ritoccare quota 288 - 2 ottobre: Letta incassa la fiducia e si torna a 253 punti - 16 ottobre: lo spread scende sotto quota 230 dopo oltre 2 anni - 30 ottobre: Saccomanni promette spread a 200 punti nel 2014, ma il differenziale torna sopra 250 - Inizia una lenta discesa, sotto i 220 punti il 16 dicembre e sotto i 210 il 2 gennaio.
- 3 gennaio: lo spread scende sotto la soglia psicologica dei 200 punti. E’ la prima volta dal 6 luglio 2011.