Milano, 9 gennaio 2014 - La Banca centrale europea ha deciso di lasciare il tasso di riferimento dell’area dell’euro al livello invariato dello 0,25%. La decisione era ampiamente attesa dai mercati.
L’ultimo taglio deciso dal Consiglio direttivo della Bce è del novembre scorso, quando il tasso di riferimento è stato abbassato di un quarto di punto al livello attuale che rappresenta anche il minimo storico per l’Eurozona. Il tasso sui prestiti marginali viene ugualmente confermato allo 0,75% e quello sui depositi overnight delle banche presso la Bce viene confermato a zero. 

Le attese inflazionistiche di medio termine sono “fermamente ancorate” ma potrebbe verificarsi un periodo lungo di bassa inflazione. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, promettendo un politica monetaria accomodante “per tutto il tempo necessario”.

La Bce è pronta a “ulteriori decisive misure” se saranno necessarie e tiene sotto stretto monitoraggio gli sviluppi sui mercati monetari, ha continuato Draghi. L’eurozona è “complessivamente in graduale ripresa” e guardando al 2014 il recupero “è previsto a un ritmo lento. L’attività economica nell’area dell’euro dovrebbe beneficiare di un graduale rafforzamento della domanda di esportazioni”, ha spiegato Draghi.

La disoccupazione nell’Eurozona “resta elevata” e “i necessari aggiustamenti di bilancio continueranno a pesare sull’attività economica”, ha aggiunto il presidente Bce.