Roma, 11 gennaio 2014 - Alberghi sempre più vuoti e occupazioni in calo. La crisi del turismo si fa sentire nel settore. L'allarme lo lancia Federalberghi che presenta i dati del 2013. L'anno ha chiuso con una diminuzione pari al 4% di lavoratori occupati (nel 2012 era stata del -3%), quantificabile nel solo comparto alberghiero in 10mila unità e 40mila unità a livello aggregato di settore.

Secondo gli albergatori, il 2013 ha registrato una variazione del +0,27% di presenze alberghiere tra italiani e stranieri. Il calo delle presenze alberghiere degli italiani è stato, invece, pari a un -2,9%. Per quanto riguarda la componente straniera si è avuta una crescita del +3,7% di pernottamenti.
Nonostante il contributo apportato dalla clientela straniera, il totale dei pernottamenti del 2013 si attesta a un valore inferiore a quello del 2011 (-1,39%).

"Un mese di dicembre trainato dalla crescita della domanda internazionale ha consentito al comparto di chiudere il 2013 con un risultato di sostanziale equilibrio nel numero dei pernottamenti - spiega il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca -, che tuttavia non arresta la flessione dei fatturati delle imprese ricettive e l’inevitabile calo degli occupati".

"Al buon risultato della clientela straniera - sottolinea Bocca - ormai prossima ad equiparare il numero dei turisti nazionali, si contrappone il costante calo della clientela interna che rispecchia la grave crisi economica nella quale il Paese continua a dibattersi". E poi lancia un appello al governo: "E’ trascorso un anno - conclude Bocca- da quando il Consiglio dei ministri esaminò il piano nazionale strategico per lo sviluppo del turismo in Italia, che si proponeva di far crescere il Pil di 30 miliardi di euro e di creare 500.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020. E’ urgente passare dalla teoria all’azione, approvando in tempi rapidi il decreto Valore Turismo".