Roma, 28 marzo 2014 - Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco (VIDEO), parlando alla Luiss in occasione del centenario della nascita di Guido Carli, tratteggia lo scenario economico italiano e, pur ammettendo segnali incoraggianti di risveglio, bacchetta senza sconti la rigidità di imprese e sindacati e sottolinea l'importanza di riforme strutturali. Intanto, sempre dalla Luiss, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, invita a "cambiare l'agenda dell'Ue".

LE RIFORME - “I segni di risveglio che vediamo sono incoraggianti, ma vanno confermati nei mesi e negli anni futuri: la costanza nell’azione riformatrice è essenziale”, sottolinea Visco. “Solo affrontando risolutamente i nodi strutturali che hanno frenato l’economia italiana già prima delle recenti crisi, e ne hanno aggravato le conseguenze - ha osservato Visco - sarà possibile riprendere un sentiero di crescita robusta e duratura”.

LACCI, LACCIUOLI E RITARDI - “Lacci e lacciuoli intesi come rigidità legislative burocratiche, corporative, imprenditoriali, sindacali, sono sempre la remora principale allo sviluppo del nostro paese”, continua Visco. “I problemi odierni dell’Italia - ha osservato - sono molto simili a quelli che si potevano osservare al termine del governatorato Carli". "Siamo scivolati indietro, abbiamo accumulato ritardi nel cogliere le opportunità offerte dai grandi cambiamenti: la globalizzazione degli scambi e la rivoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. Dopo oltre quarant’anni l’Italia è ancora frenata dagli stessi ‘lacci e lacciuoli’ denunciati da Guido Carli oltre quarant’anni fa. Visco inoltre osserva che “oggi non manca, come non è mancata in passato, la consapevolezza delle cose da fare. Ma i movimenti della politica, del corpo sociale sono apparsi impediti e l’azione è risultata largamente insufficiente rispetto al bisogno”. A giudizio di Visco “le conseguenze dell’immobilismo sono però oggi diverse da quelle degli anni Settanta: mentre allora era l’inflazione oggi è il ristagno".

L'ECONOMIA FERITA - L’economia italiana ha subito una ferita, per rimarginarla occorre aumentare la produttività, sottolinea il governatore Visco: “È di evidente attualità l`analisi di Carli nelle Considerazioni finali del 1971, sulle quali si volse il mio esame con Federico Caffè: La nostra economia - ha detto Visco alla Luiss - ha subìto una ferita: né l`impulso della spesa pubblica, pur se orientata nelle direzioni più congrue, né l`espansione creditizia, pur se attuata con coraggio, varranno, da soli, a restituirle vigore. Occorrerà che durante un certo intervallo temporale si realizzino incrementi della produttività in modi compatibili con i più progrediti assetti che si mira a stabilire nella vita aziendale e nelle condizioni di lavoro (…)".

LE CRTICHE DEI SINDACATI / BONANNI - Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, risponde a distanza al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che ha affermato che la rigidità frena il Paese chiedendo quindi riforme strutturali da varare con urgenza. "Ci sono alte autorità che spesso parlano a vanvera, non si deve fare di tutto un erba un fascio, e questo purtroppo è anche il comportamento di alte autorità", ha detto Bonanni a margine di un convegno organizzato da Eni Corporate University.

CAMUSSO - "Mi sembra un riproporre ricette che hanno già mostrato il loro fallimento", ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, commentando le dichiarazioni del governatore di Bankitalia. "Il governatore della Banca d’Italia, richiamando Carli, ha riprodotto - ha sottolineato Camusso - il vecchio concetto dei lacci e laccioli che, se non erro, era esattamente la stagione nella quale il Paese ha cominciato a disinvestire sul lavoro e a precarizzarlo, determinando così un lungo percorso di riduzione del costo e di non investimento". "E’ stata una fase che ha ridotto gli investimenti e abbassato i salari dei lavoratori e non mi pare - ha concluso il segretario della Cgil - che questo abbia prodotto una qualità dello sviluppo del nostro Paese, se no non avremmo una crisi italiana dentro alla crisi finanziaria mondiale".

ANGELETTI - Anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti replica alle accuse. Secondo il leader della Uil la Banca d’Italia, come azionista della Bce, non ha gestito nel modo migliore la crisi, come dimostrerebbe il numero di disoccupati in Europa, decisamente superiore a quello degli Stati Uniti. "Hanno fatto delle politiche per le quali metà dei giovani non hanno lavoro - ha detto Angeletti all’assemblea della Uil Tucs - una qualche forma di autocritica ci piacerebbe sentirla".

PADOAN: CAMBIARE L'AGENDA DELL'UE - "Penso sia il momento di dire che bisogna cambiare la direzione dell’agenda di politica economica in Europa", ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan alla Luiss. L’aggiustamento di bilancio dopo la crisi - ha continuato Padoan - "ha prodotto risultati estremamente importanti da difendere, non possiamo permetterci di buttare al vento consolidamenti gli sforzi enormi fatti".

LAVORO, POLETTI: "NON VA STRAVOLTO". MA SI SPINGE PER LE MODIFICHE (VIDEO)