Roma, 12 aprile 2014 - In attesa del jobs act e dei suoi effetti - sperabili - sul mercato del lavoro, i dati reali continuano a peggiorare. L'ultimo allarme viene dalla Cisl e riguarda i lavoratori in cassa integrazione. Il governo intanto assicura la messa a punto in tempi brevi di unO 'scivolo' per gli esodati.

IL PIANO DI POLETTI - “Stiamo cercando di costruire uno scivolo che consenta di collegare la condizione di queste persone al pensionamento”, ha detto il ministro del lavoro Giuliano Poletti parlando di esodati. L'idea è di "provare a costruire una soluzione strutturale che riguardi tutti quelli che arrivano a determinate condizioni, perché le misure adottate finora, che sono state importanti, hanno salvaguardato dei gruppi con qualcuno che è rimasto fuori. Per non fare sistematicamente una nuova ‘ingiustizia’ bisogna trovare una regola generale e delle risorse".

Quanto ai 50enni che hanno perso il lavoro, Poletti promette “minori oneri” e “una spinta economica” per le imprese che assumono i cinquantenni. “Un’impresa che assume una persona che è stata licenziata avanti con l’età deve avere una spinta economica”, ha detto.
“Stiamo lavorando - ha aggiunto - a un’idea di contratto di reinserimento che unifichi tutti gli incentivi che già ci sono e li faccia diventare uno strumento che garantisce alle imprese un vantaggio economico significativo, minori oneri, minore trattamento fiscale, e sul piano dei contributi, se assumono persone con questo tipo di problema”.

Sul versante giovani, invece, il ministro spiega: “Stiamo lavorando per ampliare la fascia fino ai ventinove anni, avranno la possibilità di uno stage, un apprendistato o un posto di lavoro. La cosa originale è che il primo lancio della comunicazione lo faremo con le imprese affinché offrano un’opportunità ai giovani. Poi chiameremo i giovani”.

L'ALLARME CISL - Sono in aumento oltre quota 220mila i lavoratori in cassa integrazione che rischiano di perdere il posto di lavoro. Lo sostiene la Cisl sulla base dei dati del suo osservatorio Cig. Nel primo trimestre 2014 “i lavoratori equivalenti coinvolti in Cig sono circa 500mila - afferma il segretario confederale Luigi Sbarra - e dall’elaborazione del nostro osservatorio sui dati Inps i lavoratori equivalenti a rischio di perdita del lavoro sono 223.165, numero in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”.

A gennaio-marzo, spiega Sbarra, “è di nuovo crescente la dinamica della cassa integrazione, che torna a toccare la soglia dei 100 milioni di ore autorizzate a marzo”. Da oltre un anno “si continua a osservare un graduale cambiamento nella composizione interna: in particolare, cresce quella che si può considerare la componente strutturale, con un passaggio da Cigo, che si riduce, a Cigs, che aumenta, indicativa di crisi lunghe e ristrutturazioni”.

“La dinamica - aggiunge il sindacalista - delle ore autorizzate di Cig in deroga è ripresa, con la crescita delle autorizzazioni grazie alle ultime assegnazioni di risorse. Ma si tratta di autorizzazioni riferite perlopiù a periodi del 2013, mentre si fa fatica a coprire l’inizio del 2014 senza una ulteriore ripartizione di risorse”.

“A fronte - sostiene Sbarra - di una situazione in continuo peggioramento, apprezziamo che il governo abbia messo al centro della sua azione il lavoro, ma modificare le regole del lavoro non è di per sè sufficiente. Ci attendiamo effetti positivi sui consumi dal prossimo alleggerimento dell’Irpef in busta paga, ma servono anche - sottolinea - misure per bloccare il processo di deindustrializzazione e contrazione degli investimenti, con politiche di sostegno ai settori industriali emergenti e alla ricerca e innovazione”.

“Chiediamo di assegnare immediatamente - afferma il segretario confederale della Cisl - le risorse già disponibili per gli ammortizzatori in deroga, pari a un miliardo. Non si possono, infatti, restringere le indennità di sostegno al reddito nel bel mezzo di una crisi così profonda”.

“Chiediamo inoltre al governo - conclude Sbarra - di cercare le coperture per coprire le richieste per l’intero anno. La cassa in deroga, infatti, resta a oggi l’unico strumento in grado di fornire risposte immediate a imprese e lavoratori in tutti i settori e i territori, in attesa di poterlo sostituire con strumenti più adeguati”.