Mosca, 17 aprile 2014 - "Caro signor Snowden, lei è stato un agente segreto, e anche io in passato lavoravo in quel settore, quindi le parlerò con un linguaggio tecnico...". Così il presidente russo Vladimir Putin ha risposto in diretta a Ed Snowden, la talpa del datagate che via internet si è collegato con la maratona televisiva e gli ha chiesto se ritiene “giusto e giustificato il controllo di massa” tramite le intercettazioni di dati di milioni di persone.

"Le intercettazioni di massa, di massa e senza controllo noi, naturalmente, non le permettiamo", ha risposto Putin a Snowden, l’ex agente Cia che ha ottenuto asilo temporaneo in Russia, ma il cui preciso luogo di residenza resta segreto.

“Da noi per fortuna i servizi segreti sono sotto stretto controllo dello stato, della società, e la loro attività è regolata dalla legge", ha aggiunto Putin, rivendicando maggiore trasparenza nell’azione delle strutture russe addette allo spionaggio rispetto a quelle americane. La posizione della Russia sull’Ucraina è aperta e trasparente mentre quella dei partner europei non sembra esserlo, secondo il Cremlino. Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che è "difficile parlare con gente che anche a casa propria sussurra, per paura di essere spiata dagli americani. Non è un modo di dire, uno scherzo, parlo seriamente".