Roma, 18 aprile 2014 - Anche in Italia, come nel resto dell’area euro, negli ultimi mesi l’inflazione è scesa in modo marcato. Lo evidenzia la Banca d’Italia nel bollettino economico. “In linea con quanto osservato nell’area dell’euro, l’inflazione armonizzata in Italia ha continuato a diminuire più di quanto prefigurato nei mesi scorsi, toccando lo 0,3% in marzo”. L’inflazione di fondo, calcolata al netto delle componenti più volatili, si è collocata allo 0,9%, tra i valori minimi nel confronto storico. Le pressioni al ribasso, scrive la Banca d’Italia, “riflettono in misura rilevante la debolezza della domanda; in prospettiva, sono confermate dalla flessione dei prezzi alla produzione e dalle intenzioni espresse dalle imprese, che anticipano revisioni molto modeste dei listini nei prossimi mesi”.

“Nonostante qualche miglioramento, le condizioni sul mercato del lavoro rimangono difficili”, sottolinea anche la Banca d’Italia aggiungendo che “per la prima metà del 2014 le prospettive delle imprese segnalano un ulteriore calo dell’occupazione”.
“La flessione dell’occupazione si è lievemente attenuata nella seconda metà del 2013 e le ore lavorate per addetto sono aumentate nell’industria, ma il tasso di disoccupazione ha raggiunto in febbraio il 13 per cento”, spiega l’Istituto. Qualora la ripresa proseguisse al ritmo moderato attualmente delineato dalla maggior parte dei previsori, “il numero di occupati tornerebbe a crescere solo gradualmente, non prima della fine dell’anno”.

La spesa per consumi resta “molto al di sotto (quasi l’8%) del livello del 2007 e risente ancora delle prospettive dell’occupazione. La spesa per investimenti - aggiunge l’Istituto - è tornata gradualmente ad aumentare: i giudizi delle imprese sulle condizioni per investire si sono riportati in linea con quelli precedenti la crisi del debito sovrano. Vi sono inoltre segnali di stabilizzazione degli acquisti delle famiglie, con una modesta ripresa delle immatricolazioni di autovetture e con progressi nel clima di fiducia”.

In Italia ci sono “i segnali di una lenta estensione della ripresa” ma “è essenziale” che questi segnali “si consolidino” perché il quadro economico “resta fragile. Nonostante primi segnali di miglioramento della domanda interna, - si legge nello studio - il quadro economico resta fragile. Per il progressivo riassorbimento della disoccupazione - specie della componente giovanile, più colpita dalla crisi - è necessaria una crescita duratura e un’accresciuta capacità di innovazione delle aziende. Occorre che le politiche economiche sostengano la fiducia di imprese e famiglie, proseguano nella realizzazione delle riforme e assicurino la riduzione del peso del debito sul Pil, la cui velocità non dipende solo dalla gestione prudente delle finanze pubbliche ma anche dall’espansione dell’attivita’ economica. Nell’area dell’euro resta essenziale contrastare l’eccesso di disinflazione”.

Nel Paese, sottolinea comunque Bankitalia, “l’andamento della produzione industriale e le inchieste presso le imprese indicano che l’attivita’ economica ha continuato a crescere moderatamente nei primi mesi dell’anno”. Tuttavia, spiega l’Istituto centrale, “la ripresa resta differenziata tra categorie di imprese e sul territorio nazionale, ma andrebbe estendendosi: secondo i sondaggi il miglioramento delle prospettive delle aziende industriali di maggiore dimensione e di quelle orientate verso i mercati esteri si accompagna a primi segnali positivi anche per i servizi. Rimane meno favorevole il quadro nelle regioni meridionali”. Gli indicatori congiunturali piu’ recenti, conclude Bankitalia, “mostrano che il buon andamento delle esportazioni sarebbe proseguito nel primo trimestre. Le prospettive restano nel complesso favorevoli: secondo le imprese gli ordini dall’estero sono in crescita”.