L’ECONOMIA fa premio su tutto? Di questi tempi sì. Dopo sette anni di grave crisi la gente pensa solo al ritorno del bel tempo. E anche il presidente Napolitano, prima di firmare il decreto degli 80 euro, ha voluto un incontro con il ministro Padoan (e non col primo ministro) per cercare di valutare meglio quello che sta accadendo. Non sappiamo che cosa si sono detti. Ma valutare i possibili impatti del decreto 80 euro sull’economia non è poi così difficile. Si pensa, normalmente, che gli 80 euro a dieci milioni di persone (tutti i mesi) possano rilanciare i consumi. E Renzi fa di tutto per infondere ottimismo e quindi voglia di andare al supermercato a fare il pieno di bistecche. Ma la gente sa fare i conti e temo sarà prudente. Vale la vecchia regola: spendo con spensieratezza se sono sicuro che avrò altri soldi da spendere. In pratica, i consumi potranno crescere quando la gente sarà davvero convinta che la crisi è finita. Ma oggi non siamo in questa situazione. I 6-7 mila euro in più che arriveranno nelle tasche degli italiani sono grosso modo lo 0,5 per cento del Pil italiano: una goccia nel mare. Non tale, temo, da scatenare una corsa agli acquisti. D’altra parte, autorevoli economisti lo hanno scritto in tutti i modi possibili: per dare una scossa vera all’economia italiana servirebbe un’iniezione pari a almeno a 50 miliardi di euro: dieci volte quello che si avrà con gli 80 euro. All’inizio si era parlato del pagamento (rapido e pronta cassa) dei debiti dello Stato alle aziende fornitrici (fra gli 80 e i 100 miliardi). E questa sarebbe stata la scossa capace di far decollare l’economia italiana. Ma non se parla più. Sembra che alla fine si troveranno, anche qui, 6-7 miliardi per le imprese. In totale, quindi, la spinta si aggirerà grosso modo intorno all’1 per cento del Pil: meglio di niente, ma forse troppo poco. Si spera molto, infine, su un “cambio di passo” di Bruxelles che dovrebbe consistere nella licenza di fare altri debiti (oltre ai 2 mila che abbiamo). Ma siamo tutti un po’ scettici. Tutto è perso dunque? Ci attendono altri mesi e anni grigi? Gli istituti di previsione dicono di sì. In realtà, c’è un possibile colpo di fortuna. Poiché la congiuntura è un po’ stagnante in tutta Europa sembra che la Bce di Draghi sia lì, con i torchi pronti a stampare un bel po’ di denaro da mettere in giro per ridare vita al Vecchio Continente. Se questo accadrà, allora anche l’Italia potrà cominciare a volare. E avremo mesi e anni un po’ meno grigi. Ma solo in quel caso.

di Giuseppe Turani