Roma, 6 maggio 2014 -  L'Ocse (l'Organizzazione per la sicurezza e lo sviluppo economico) rivede lievemente al ribasso le sue stime di crescita per il Pil italiano rispetto alle previsioni del novembre scorso, da +0,6% a +0,5%. Per il 2015 è previsto un progresso percentuale dell'1,1%, grazie alla spinta data dal "ritorno della fiducia" e dai "moderati tagli alle tasse". E' la diagnosi espressa dall'Ocse nell'ultima edizione del suo Economic Outlook. I giudizi sui conti italiani rappresentano "segnali incoraggianti", certifica il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ex responsabile dell'Economic Outlook, in
partenza per Parigi dove parteciperà alla ministeriale Ocse dopo aver preso parte nell'ultime ore al Conasiglio dell'Ecofin.

RIPRESA DEBOLE  - Secondo l'Ocse, l'economia italiana ha imboccato la strada della ripresa ma rimane debole, come testimonia un mercato del lavoro che continua a peggiorare, sebbene le prospettive complessive "continuino a migliorare. "La lenta ripresa dalla recessione continuerà nel 2014 e la crescita aumenterà ulteriormente nel 2015", si legge nel documento, secondo il quale l'uscita del Paese dalla recessione "si è consolidata all'inizio del 2014".

FORBICE CONSUMI -  "La fiducia dei consumatori è cresciuta per un po' di tempo, raggiungendo livelli simili a quelli di metà 2009, mentre la fiducia delle imprese è altresì cresciuta ma rimane al di sotto dei recenti picchi", prosegue l'Ocse. "I miglioramenti nel clima di fiducia aiuteranno sia i consumi che gli investimenti, con una spinta aggiuntiva proveniente dai modesti tagli alle imposte che aumenteranno i redditi delle famiglie" aggiunge il report.

PROBLEMA LAVORO - "L'occupazione però continua a diminuire e la disoccupazione è aumentata di nuovo; pertanto la debolezza dell'economia rimane sostanziale". In Italia il tasso di disoccupazione salirà ancora nel 2014, passando al 12,8% dal 12,2% del 2013, e comincerà a scendere solo nel 2015, quando arretrera' al 12,5%. "La disoccupazione dovrebbe calare entro il 2015 ma solo lentamente, dal momento che il primo impatto dell'aumento della domanda di lavoro si tradurrà probabilmente in un aumento delle ore lavorate", sottolinea l'Ocse. "L'elevata disoccupazione dovrebbe mantenere gli accordi salariali modesti ma la bassa inflazione e un aumento delle ore lavorate genereranno una crescita dei redditi e, sostenute da piccole riduzioni nell'imposta sui redditi, un aumento dei consumi privati".  Il costo del lavoro unitario, secondo l'Ocse, scenderà dello 0,2% nel 2014 e crescera' dello 0,4% l'anno successivo, un deciso rallentamento rispetto alla crescita dell'1,4% segnata nel 2013. Il reddito disponibile delle famiglie, rimasto invariato l'anno passato, aumenterà invece dello 0,9% nel 2014 e dell'1,5% nel 2015. 

QUADRO NON INFLATTIVO -  "La crescita dei salari è rimasta bassa e l'inflazione è calata, in parte a causa dell'apprezzamento dell'euro - si legge ancora nel documento -, la spesa pubblica resterà debole e l'inflazione è destinata a rimanere bassa".  Il tasso d'inflazione in Italia si attestera' allo 0,5% nel 2014, in decisa frenata rispetto all'1,3% dell'anno precedente, per poi risalire allo 0,9% nel 2015. E' quanto prevede l'Ocse nel suo Economic Outlook. Il tasso di inflazione 'core' (al netto di cibo, energia, alcol e tabacco), all'1,3% nel 2013, è stimato allo 0,8% nel 2014 e allo 0,7% nel 2015.

TENDENZA CONFORTANTE - Tuttavia "le prospettive complessive continuano a migliorare", chiarisce l'Ocse. E spiega perché: "Le esportazioni sono stimate in crescita per via dell'aumento della domanda estera; la domanda interna iniziera' a espandersi, sostenuta anche dai tagli alle tasse sul reddito nel 2014; le condizioni del credito dovrebbero in qualche modo migliorare nel 2014, a seconda dei risultati dell'Asset Quality Review della Bce, ma dovrebbero sostenere una ripresa solo graduale degli investimenti", i quali, secondo l'Ocse, accelereranno comunque nel 2015 grazie proprio alla ripresa delle esportazioni. Posto che "ulteriori riforme strutturali sono benvenute", il governo italiano dovrebbe "assicurare un'efficace applicazione delle riforme già adottate", raccomanda l'Economic Outlook.

INTERROGATIVO CREDITO -  I rischi al ribasso per la ripresa - afferma ancora l'organizzazione con sede a Parigi - sono legati al settore bancario, la cui debolezza potrebbe "restringere il credito e interrompere il normale ciclo degli investimenti" e a una possibile reazione avversa dei mercati a una frenata sul consolidamento fiscale. D'altro canto, si legge ancora nell'Outlook, "gli investimenti, e di conseguenza il Pil, potrebbero riprendersi più del previsto, soprattutto se il piano di rimborso dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese riuscira' a dare un impeto significativo all'economia". 

DEBITO PUBBLICO - Il debito pubblico italiano, in proporzione al Pil, "non inizierà a calare prima del 2016 per via della debole crescita e della bassa inflazione", il che "lascia l'Italia ancora vulnerabile a possibili turbolenze sui mercati". Secondo l'Ocse è pertanto "essenziale proseguire un consolidamento fiscale basato sulla riduzione della spesa come quota del Pil". Le stime su Pil e inflazione indicano che la quota di debito pubblico rispetto al Pil è destinata ad appiattirsi ma non a declinare nel periodo coperto dalle previsioni". Il miglioramento della fiducia dei mercati ha contribuito a ridurre i tassi di interesse sul debito pubblico -scrive ancora l'Ocse - ma i rischi di una reazione avversa dei mercati finanziari a uno 'scivolamento fiscale' persisteranno finché il debito pubblico non calerà in modo evidente in relazione al Pil". 

QUADRO GLOBALE - Il Pil dell'area Ocse è destinato a crescere del 2,2% nel 2014 e del 2,8% nel 2015, in accelerazione rispetto all'espansione dell'1,3% segnata nel 2013, in un quadro che vede gli Usa accelerare, la Cina rallentare e l'Eurozona riprendersi in modo più lento rispetto alle altre grandi potenze economiche mondiali. L'economia dell'Eurozona - si legge ancora nel documento - dopo essersi contratta dello 0,4% nel 2013, appare destinata a crescere dell'1,2% nel 2014 e dell'1,7% nel 2015, con un tasso di disoccupazione in flessione ma comunque molto elevato (11,9% nel 2013, 11,7% nel 2014, 11,4% nel 2015).

CHI AVANZA E CHI ARRETRA - La crescita del Pil di tutti i 34 Paesi dell'organizzazione che ha sede a Parigi, avrà un un tasso del 2,2% nel 2014 e del 2,8% nel 2015, mentre l'economia mondiale crescerà a un tasso del 3,4% nel 2014 e 3,9 % nel 2015. Tra le principali economie avanzate, il recupero è più stabile negli Stati Uniti, che si prevede cresceranno del 2,6 % nel 2014 e 3,5 % nel 2015. La zona euro vedrà un ritorno di crescita positiva dopo tre anni di contrazione: +1,2% nel 2014 e +1,7 % nel 2015. Il Giappone crescerà dell'1,2% nel 2014 e nel 2015. I cosiddetti Brics (Brasile, Cina, India, Indonesia, Russia e Sud Africa)
sono proiettati a vedere una crescita del pil del 5,3% quest'anno e del 5,7% in media nel 2015. La Cina tornerà ad avere la crescita più rapida tra questi Paesi, con tassi appena sotto 7,5% nel 2014 e 2015.

RISCHIO DEFLAZIONE - Il calo dei prezzi al consumo nell'area euro "potrebbe trasformarsi in deflazione" e la Bce è chiamata pertanto a "varare nuove misure che portino in modo più decisivo l'inflazione in linea con gli obiettivi", è l'esortazione dell'Ocse. Secondo l'organizzazione di Parigi, Francoforte deve inoltre "essere pronta a nuove misure di stimolo non convenzionali se l'inflazione non dovesse dare segni di tornare nei ranghi".