Roma, 30  giugno 2014 - A giugno l’inflazione rallenta ancora, rileva l'Istat: la crescita annua dei prezzi si ferma allo 0,3% dallo 0,5% di maggio.  Si tratta del livello più basso da quasi 5 anni (ottobre 2009).
In particolare i prezzi degli alimentari diminuiscono a giugno dello 0,6% segnando il livello più basso da settembre 1997. Proprio alla diminuzione dei prezzi di questa categoria di prodotti è imputabile, secondo i tecnici dell’istituto, il calo dell’inflazione. Contribuiscono in misura minore anche le decelerazioni della crescita su base annua dei prezzi degli Alimentari lavorati, dei Beni energetici non regolamentati e dei Servizi relativi all’abitazione.

L’inflazione di fondo, al netto degli alimentari freschi e dei beni energetici, scende allo 0,7% (dallo 0,8% di maggio) e al netto dei soli beni energetici si porta allo 0,5% (da +0,6% del mese precedente). L’aumento mensile dell’indice generale è da ascrivere principalmente ai rialzi - su cui incidono fattori di natura stagionale - dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+0,7%).

L’inflazione acquisita per il 2014 è stabile allo 0,3%. Rispetto a giugno 2013, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,3% (era -0,1% a maggio) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi scende allo 0,8% (da +0,9% del mese precedente). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di un decimo di punto percentuale rispetto a maggio 2014. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona non variano in termini congiunturali mentre diminuiscono dello 0,5% in termini tendenziali (da +0,1% del mese precedente).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto crescono dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,3% nei confronti di giugno 2013 (dal +0,5% registrato a maggio). Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,1% su base mensile e dello 0,2% su base annua, in rallentamento di due decimi di punto percentuale rispetto a maggio (+0,4%).

"PIL: RISCHIO DATO NEGATIVO IN SECONDO TRIMESTRE" - Nel secondo trimestre "la variazione congiunturale del Pil è prevista ricadere in un intervallo compreso tra -0,1% e +0,3%", rivela inoltre l'Istat, rivedendo in lieve ribasso le stime precedenti (fino +0,4%). Infatti, ''il recupero dei ritmi di attività economica dovrebbe risultare più graduale di quanto atteso all'inizio dell'anno''. L'istituto evidenzia, poi, che "tenuto conto del dato per il primo trimestre e dei valori centrali degli intervalli sui vari passi di previsione, la variazione del prodotto lordo nella media del 2014 risulterebbe debolmente positiva".

NOMISMA - "L’inflazione continua a scendere, l’headline a 0,3, la core a 0,7 sono un campanello d’allarme che continua a squillare",  sostiene Sergio De Nardis, capo economista di Nomisma"Non è chiaro - sostiene De Nardis - se la politica se ne è resa pienamente conto. L’azione della Bce, che per la parte di immissione di liquidità si avrà a settembre, può non essere sufficiente. Per evitare stagnazione e rischi di deflazione occorre un quadro di stimoli europei più incisivo, tanto sul fronte monetario quanto sul sostegno fiscale alla domanda".

 

COLDIRETTI - Sono i vegetali freschi a far segnare il maggior crollo dei prezzi con un calo del 12,1% che spinge l’intero settore alimentare verso la deflazione con un calo dello 0,6% rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, secondo la quale a diminuire su base annua sono anche i prezzi della frutta fresca che mostrano una flessione del 7,5% mentre aumentano pochissimo i prezzi della carne bovina (+0,8%) e di maiale (+0,7%).

Secondo la Coldiretti nel 2014 "si è toccato il fondo con i prodotti della dieta mediterranea che sono quelli a subire il maggiore taglio della spesa alimentare che in media è stato pari al 2% e non ha risparmiato nessun prodotto della tavola". Gli acquisti delle famiglie, sottolinea, sono crollati, dalla pasta (-5%) all’extravergine (-4%), dal pesce (-7%) alla verdura fresca (-4%) nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2013.
Una leggera inversione di tendenza positiva, secondo l’organizzazione agricola, è attesa per la seconda parte del 2014 perché "sarà proprio la spesa alimentare a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro", conclude Coldiretti.