UN CONSIGLIO. Anzi, meno. Una timida raccomandazione, della serie 'state buoni se potete'. Ecco in che cosa si è trasformato l’obbligo che per professionisti, commercianti e artigiani scatta oggi di permettere ai cittadini il pagamento con bancomat e carta di credito. Nel Paese con l’evasione fiscale più alta d’Europa (la Corte dei conti la stima ogni anno in 120 miliardi, e a differenza del Pil questa non va giù) gli ultimi governi non sono infatti riusciti neppure a rendere «veramente» obbligatorio un elementare accorgimento di contabilità pubblica, cioé disincentivare anche in forme così blande l’uso del contante. Dove il 'veramente' vuol significare che il legislatore (la legge risale al governo Monti, 2012) ha sì previsto l’obbligo del Pos ma non ha identificato la sanzione per chi a quell’obbligo si sottrae. Se il professionista, o l’artigiano o il commerciante, vuol uniformarsi alla nuova norma bene, altrimenti fa lo stesso. E’ un obbligo non obbligatorio. Un capolavoro.
Una vicenda piccola, magari marginale, questa del Pos, ma significativa per capire come vanno le cose in Italia, e quanto sia lunga e in salita la strada che ci separa dall’essere un paese normale, uno di quelli con i quali eravamo seduti tre giorni fa nel vertice europeo, e che ci facevano timidamente balenare la possibilità di un certo margine di flessibilità in cambio di riforme vere, serie, sui conti pubblici e di lotta all’evasione fiscale.

QUELLI che ci ricordavano la marcia spedita che dobbiamo intraprendere verso la riduzione del debito al forsennato ritmo del 3 per cento annuo sul Pil.
Ma un paese che non sa neppure stabilire una minima sanzione su un obbligo che lui stesso si impone per rendere più difficile l’evasione fiscale — diranno tedeschi, finlandesi, forse anche i greci — come può pensare di avere la testa, o la forza, per mettere in piedi riforme che diano una svolta a una secolare tradizione di trasandatezza sui conti pubblici? Come possono fidarsi a Bruxelles se non riusciamo a uscire dal solito copione delle commedie all’italiana? Anche perché l’obbligo di possedere un Pos per professionisti, artigiani e commercianti è solo una timida premessa alla norma che veramente potrebbe portare un aiuto concreto alla lotta all’evasione, ossia all’obbligo di accettare pagamenti solo con il Pos, che è cosa ben diversa, e più stringente. Le organizzazioni di categoria degli autonomi si sono sempre opposte a questa misura, adducendo motivazioni varie (costi, burocrazia) e mai facendosi un approfondito esame di coscienza rispetto al fatto che una parte di quei 120 miliardi di evasione magari possono venire anche da loro. Ma adesso che l’idea di tracciabilità è stata introdotta e il marchingegno ce l’hanno, lo svolta è vicina. All’attuale governo, che non è responsabile del disguido perché la mancata previsione della sanzione risale a Monti, la grande opportunità di iniziare a fare sul serio contro l’evasione, anche a questi livelli. Perché non si vive di solo Senato o di taglio delle province, e le riforme che l’Europa ci chiede passano anche da un Pos.

di Pier Francesco De Robertis